Ennesimo sold-out e delirio di folla alla Festa del Cinema di Roma 2021, stavolta è Quentin Tarantino ad aver monopolizzato la kermesse capitolina.
A 58 anni, il regista americano ha ricevuto il Premio alla Carriera a mani di un emozionatissimo Dario Argento che così si è espresso: “Tu sei non solo l'orgoglio del cinema americano ma anche l'orgoglio di una parte del cinema italiano. Sono così onorato di dare questo premio a uno dei più grandi talenti mondiali. Evviva Quentin Tarantino”.
Anche tre videomessaggi di congratulazioni da parte di tre attori iconici nella cinematografia di Tarantino: Samuel L. Jackson, John Travolta e Christopher Waltz.
Un premio che è stato anticipato da un Incontro Ravvicinato proprio con il regista, moderato da Antonio Monda e tradotto in consecutiva da una perfetta Olga Fernando.
Il regista che fa del “politically incorrect” il suo marchio di fabbrica si è raccontato tra aneddoti della sua carriera e news inedite, suscitando l’applauso a scena aperta del pubblico presente che lo ha adorato dall’inizio alla fine.
Una Palma D’Oro e un Oscar come sceneggiatore per Pulp Fiction, suo film cult e un ulteriore Oscar come sceneggiatore, nel 2013 con Django Unchained, nessuno come regista; dal 2015 il suo nome è presente tra le celebrità della Hollywood Walk of Fame.
Definito uno dei registi più influenti della sua generazione, pur avendo al suo attivo “soltanto” 9 film ed avendo più volte dichiarato che la sua carriera terminerà con la sua decima pellicola.
Oltre un’ora di incontro ravvicinato dove il regista americano, incalzato dalle domande precise, puntuali e a volte “pepate” di Antonio Monda ci ha raccontato un po' di sé, dei suoi film, dei suoi interpreti e dei suoi progetti futuri.
Dalla possibilità di fare una ulteriore puntata di Kill Bill, la terza, a quella di girare un film in Italia, una delle sue più grandi aspirazioni, che farebbe molto piacere anche alla moglie Daniella Pick, con lui a Roma.
Un regista famoso per la rivisitazione della storia, come in Bastardi senza Gloria, dove c’è l’uccisione di Hitler. Parla anche della libertà di poter fare un film a suo piacimento, perché è lui a decidere, poi può più o meno piacere, ma nessuno è obbligato a vederlo ma, di conseguenza di sapere accettare le critiche e le stroncature com’è stato sia per Pulp Fiction che per C’era una volta Hollywood.
Un regista che è proprietario di una sala cinematografica a Los Angeles e che dichiara che post pandemia è sempre piena e non esclude di comprarne un’altra, anche se forse il futuro del cinema è altrove.
Alla domanda su Ennio Morricone, conosciuto in Italia ai David di Donatello, Tarantino, visibilmente emozionato ripete solo un termine “gigante”. Il maestro Morricone infatti, pur essendo impegnato in altro, ha composto la colonna sonora di The Hateful Eight.
Il regista che ride, scherza ed è estremamente a suo agio con il pubblico presente ci racconta anche di quando, nella sua precedente carriera di attore, mentendo spudoratamente, si è presentato a due provini dicendo che aveva interpretato delle parti in un film orrendo e sconosciuto di Jean-Luc Godard e in Zombie di Romero (dove era un componente di una gang di motociclisti).
Anche il racconto della scena cult del twist tra Travolta e la Thurman in Pulp Fiction è esilarante, con Travolta che dichiarava che il twist era noioso e Tarantino che suggeriva le varie mosse per renderlo più cool.
Il regista è stato insignito del premio che ha definito speciale perché ha sempre avuto un legame a doppio filo con l’Italia, fin da giovane, quando amava guardare film di registi italiani non famosi, ma particolari, come Fulci.
Per Tarantino il cinema non è morto è solo difficile fare film che siano “politically correct”, ma non è impossibile! “Ho deciso di fare un figlio da poco, ora le mie priorità sono cambiate”, ha dichiarato.
Il regista americano ora sta lavorando ad un libro di critica cinematografica, che noi tutti attendiamo con ansia. Standing ovation a Mr. Quentin Tarantino!
Articolo di Stefania Vaghi
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