La Prima Antologica Di Bruno Lisi Al Polo Museale Sapienza

La Prima Antologica Di Bruno Lisi Al Polo Museale Sapienza

Un percorso antologico nella produzione artistica di Bruno Lisi dal 1958 al 2012.

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Fino al prossimo 25 febbraio il Museo dell’Arte Classica e fino al 4 febbraio invece, il Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, al Polo Museale Sapienza ospiteranno le opere di Bruno Lisi dal 1958 fino al 2012, anno della sua morte, a cura e direzione scientifica di Camilla Boemio, Francesca Gallo, Irene Ranzato.

Un vero e proprio percorso antologico che si snoda su due spazi museali diametralmente opposti ma che ben si sposano con le opere di Bruno Lisi.

Da un lato il Museo dell’Arte Classica che risulta contaminato dalle tele e dai colori dell’artista, con una installazione site specific di grande impatto visivo, soprattutto all’ingresso, che mescola il candore delle statue classiche con le tele impilate a terra, come un vero e proprio tappeto e con la sospensione delle stesse al soffitto. Il monocromatismo utilizzato dall’artista, il suo blu, le tinte pastello e il tratto lineare delle tele, o i suoi accenni di paesaggio, dialogano magistralmente con le statue antiche in una perfetta simbiosi tra antico e contemporaneo.

Mentre al MLac Museo Laboratorio di Arte Contemporanea le opere di Bruno Lisi vengono proposte in una contestualizzazione più da esposizione classica, con circa 25 opere, alcune di grande formato, in una profusione di energici colori. La donna e il suo corpo al centro di tutto, bocche, occhi, ciglia che occhieggiano anche da organi genitali femminili solo accennati, sono una vera sferzata di ottimismo e positività per lo spirito e l’umore e ci presentano un Bruno Lisi nel suo io più dirompente e geniale.

Abbiamo voluto fare qualche domanda a due delle curatrici, a Francesca Gallo, che ha curato anche i testi del catalogo, e a Camilla Boemio.

Iniziamo con Francesca Gallo: Qual’è la particolarità di questa mostra dedicata a Bruno Lisi?

E’ la prima antologica di Bruno Lisi, l’obiettivo è quello di leggere nel complesso l’opera che va a coprire 60 anni di carriera, dalla fine degli anni ’50 al 2012, attraverso una chiave di lettura che è il passaggio dalla figurazione del corpo femminile a un’astrazione nella quale però se ne percepisce ancora un’eco. Astrazione che parte dai fili, dalle linee, dagli organismi cigliati, che siano essi occhi o vagine, una doppia valenza e il tentativo di attraversare, arbitrariamente, dal punto di vista critico una carriera che ha avuto tantissime fasi.

Come mai la scelta di due sedi al Museo dell’Arte Classica e al MLac?

Diciamo che sono due operazioni sinergiche. Al Museo dell’Arte Classica troviamo una vera e propria installazione di tele libere, di carte libere, all’interno delle statue, è uno spazio reinterpretato, al MLac è un percorso antologico, una mostra nel termine classico, una “illumina l’altra”.

Possiamo parlare di una nuova versione 4.0 del Polo Museale della Sapienza?

Perché no, una nuova visione, una sinergia fra due spazi diversi, anche per vocazione.

Un nuovo modo di fruire l’arte contemporanea, anche da parte del pubblico più giovane?

Secondo me i giovani sono i più vicini all’arte contemporanea, portarla in luoghi più classici, avvicina i non addetti ai lavori, ma non necessariamente le generazioni più giovani.

Passiamo ora a Camilla Boemio: Quali sono le caratteristiche di questa mostra di Bruno Lisi?

Ciò che caratterizza questa antologica di Bruno Lisi è, secondo me, la parte che troviamo al Museo dell’Arte Classica, Roma non è solamente per l’arte contemporanea, c’è una storia dell’arte straordinaria, stratificata, che in qualche modo dialoga con l’arte contemporanea. Poter realizzare una installazione site specific all’interno del Museo, riporta la grammatica del linguaggio che Bruno Lisi nella sua prolifica e lunga carriera ha applicato in modo magistrale. E’ una mostra all’interno del Museo dell’Arte Classica estremamente suggestiva, quasi chimerica, che riporta alle forme, ai colori, al segno.

Perché la scelta di un artista come Bruno Lisi?

Fa parte del lavoro di ricerca da parte di un curatore, era il momento ideale per realizzare la prima antologica di Bruno Lisi. Un riassunto di una fertile pratica artistica, così ampia, di quasi 60 anni. Artista mai chiuso in sé stesso, generoso, da oltre 35 anni esiste la galleria Bruno Lisi a Via Flaminia, che è la prova del suo slancio, del voler donare agli altri la sua arte, della sua solarità, amava Roma, ma amava anche il confronto con gli altri.

Che tipo di soddisfazione si prova, come curatore, a portare un progetto artistico così ampio ed unico all’interno del Polo Museale della Sapienza?

Adoro tutte le collaborazioni che nascono all’interno degli atenei, La Sapienza è la maggiore università italiana ed è un polo bellissimo, maestoso, con un’architettura fuori dall’ordinario, coinvolgente. Un luogo bellissimo che andrebbe riscoperto non solo dai romani, ma dovrebbe essere inserito nei percorsi “turistici” di visita, con delle potenzialità enormi.

Alla mostra di Bruno Lisi sarà abbinata anche una fase sperimentale che sarà dedicata alle parti performative, molto distanti dal percorso artistico del Lisi, ma un anello fondamentale per chi vuole essere un termometro per capire quale sarà il mondo che verrà, di cui ancora non abbiamo un’idea. Sarà un modo per sondare il terreno, con artisti solamente britannici, giovani, emergenti ma già molto noti, come Mathew Emmett che ha curato un progetto interessantissimo al Tate Modern di Londra.

La mostra sarà visitabile al Polo Museale Sapienza, Piazzale Aldo Moro 5: Museo dell’Arte Classica (retro dell’edificio di Lettere e Filosofia) fino al 25 febbraio 2022, ore 9.00-19.00 e fino al 4 febbraio 2022 al MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea (retro del Palazzo del Rettorato), ore 16.30-19.00.

Articolo di Stefania Vaghi

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