Un ritorno alla grande quello di Emiliano Luccisano sul palco del Teatro Brancaccio con il suo nuovo spettacolo “Tutta la vita di dietro”, che lo sta portando in tournée in giro per l'Italia.
Una comicità dirompente, romana, che investe gli spettatori come un fiume in piena, in un teatro, neanche a dirlo, pieno.
Una data unica per uno show nuovo, tra il cabaret e la stand-up comedy, che lo vede unico protagonista per due ore intere, unica eccezione sul palco i video dei suoi fedeli “Tre in macchina”, che lo hanno reso celebre durante la pandemia sui canali social e su YouTube e che terminano tutti con il classico tormentone esilarante “me viè un po' da piagne!”
La spettacolo inizia “tiepido”, con una parodia proprio sulla pandemia tra hub vaccinali, no vax e manifestazioni sempre in chiave comica ma estremamene realistica, perché questa è, da sempre, la forza di Luccisano, scherzare, raccontare in chiave comica e sagace l’attualità, anche quella più scomoda.
Uno spettacolo che è diviso in quattro parti distinte, che giocano tra loro, in un susseguirsi, in un crescendo sempre più esilarante, dove tutto il pubblico si riconosce: la mamma, 30 anni, il porno amatoriale, le principesse di Walt Disney.
Luccisano si presenta in tutto il suo splendore, con cambi di outfit ad hoc, scintillanti uno per ogni parte, dallo scuro iniziale, passando per il rosso, fino al giallo finale.
Uno spettacolo scritto dallo stesso Luccisano, e prodotto da Gianluca Cassandra per Opera Management, che ha già debuttato a Genova, Bologna e, dopo Roma, sarà a Sant’Elpidio a Mare, Torino e Milano.
Ma perché tutta la vita di dietro? E’ semplice la risposta, da giovani a qualsiasi nostra richiesta la risposta è non ti preoccupare hai tutta la vita davanti, ma ad un certo punto, il panorama cambia, ci si trova coperti da responsabilità, da aspettative, e iniziano le domande scomode: ancora non ti sei sposato, non hai trovato un lavoro, e chi più ne ha più ne metta. E’ li che tutta la vita che avevamo davanti, inaspettatamente ce la troviamo “di dietro”, passata, non fraintendetemi!
Luccisano parla di passato, di presente, di disagio quotidiano, di persone (la mamma), di situazioni (i 30 anni e per alcuni il porno amatoriale) che tutti nella vita, almeno una volta abbiamo vissuto, in maniera assolutamente diretta, senza peli sulla lingua, con una comicità “no frills” e con una dose di ironia senza pari.
Mamma e figli che negli anni sono cambiati, dove la tecnologia la fa da padrona, dove si viene massacrati dai gruppi WhatsApp delle mamme a scuola (off limits per i padri), dove ormai non ci sono più i bambini di una volta, ma sono tutti attenti al look e al cibo, rigorosamente bio e a km zero.
Finchè si arriva ai 30 anni, al tracollo, perché il metabolismo ci abbandona e si è troppo vecchi per essere giovani e troppo giovani per essere vecchi, e lo dice lui che è classe 1987.
Esilarante tutta la parte sul porno amatoriale e sui tentativi di una coppia moderna di girane uno a casa propria per provare il brivido…
Si termina con un classico, sulle principesse dei cartoni animati e sul fatto che proprio Walt Disney ci avesse messo in guardia dai principi inutili.
Applausi e risate a scena aperta per tutto lo spettacolo.
Al termine ringraziamenti di rito a tutto il suo collaudato staff, al teatro e al suo mentore, Dado, presente in sala, poi un interminabile firma copie del suo libro “Me viè un po' da piagne”, La Ruota Edizioni, con foto e dediche, perché com’è scritto nella quarta di copertina del libro: “Cercare un finale da favola nella vita è come cercare un porno che finisce con le coccole: impossibile”.
Meno male che esiste Emiliano Luccisano, che con la sua comicità e la sua profonda ironia, riesce ad esorcizzare anche la bruttura e tristezza del nostro quotidiano e del periodo storico che tutti noi stiamo vivendo.
Articolo di Stefania Vaghi
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