Incontriamo Vincenzo Bocciarelli, noto attore, autore, artista italiano, impegnato a livello nazionale nel cinema, nel teatro e nella conduzione che lo vedono protagonista sui palchi italiani e, da ultimo, in uno short movie che sta facendo incetta di premi, presentato anche all’ultima Festa del cinema di Roma “Lockdownlove.it”.
Scopriamo le mille sfaccettature di questo poliedrico attore che nel 2022 arriverà ad un traguardo importante di vita e di lavoro, ma di cui vogliamo far parlare lui direttamente.
Nato a Bozzolo, in provincia di Mantova, trasferitosi in giovane età a Siena, si forma all’Istituto d’Arte Duccio di Buoninsegna e il Piccolo Teatro di Siena e debutta appena quindicenne.
Poco dopo vince una borsa di studio all’Accademia del Teatro di Palmi diretta da Alvaro Piccardi e grazie a questa preparazione, Bocciarelli riesce ad essere ammesso alle selezioni per entrare nella prestigiosa Scuola Del Piccolo Teatro d’Europa diretta da Giorgio Strehler, il quale un anno dopo lo sceglie per sostituire un attore nel Faust di Goethe e dove si diplomerà nel 1993.
Da quel momento non si è mai fermato teatro, televisione, cinema e conduzioni per un artista e una carriera a 360 gradi.
Fino alla scoppiare della pandemia che per Vincenzo Bocciarelli ha rappresentato una nuova fase della sua vita artistica, un volersi scavare dentro ed esorcizzare attraverso l’arte, il teatro, la pittura, il periodo storico.
Ma ce lo facciamo raccontare direttamente da lui…
Vincenzo Bocciarelli attore, regista, autore, ora anche scrittore, pittore e fashion designer, un artista a 360 gradi, nel senso più ampio della parola. In quale di queste sue mille sfaccettature si trova più a suo agio e perchè?
Sicuramente mi trovo più a mio agio quando ho la possibilità di affrontare testi di teatro interessanti, ruoli che mi danno la possibilità di sconfinare con l’immaginazione e la creatività. Recitare resta la mia dimensione ideale e primaria. Tutto il resto rappresenta per me occasione di crescita e approfondimento. Mi sento sempre colmo di curiosità e stupore nei confronti di tutto ciò che non conosco o conosco appena.
La sua creatività durante il lockdown non si è assolutamente fermata: è uno degli interpreti dello short movie “Lockdownlove.it” di Anna Marcello, nel quale interpreta Andrea. Ci parli del suo personaggio che ha già vinto numerosi premi nei Festival di settore?
E’ stata una scommessa… Non pensavamo di riuscire a portare a termine un progetto così impegnativo in un momento profondamente complicato. “Lockdownlove.it” è la prova che l’unione, l’amore e la determinazione sono elementi necessari e fondamentali per vincere il muro di gomma dell’indifferenza e delle difficoltà. Nell’epoca della divisione e dell’isolamento siamo riusciti, grazie alla collaborazione di grandi professionisti e maestranze, a dar vita ad un lavoro cinematografico di qualità che sta raccogliendo consensi e numerosi premi.
Grazie a questo personaggio imprevedibile e “felino” ho avuto la possibilità di far conoscere un aspetto del mio essere attore, insolito e divertente. Sentire il pubblico ridere durante le varie proiezioni è stata per me una grande soddisfazione coronata dai numerosi riconoscimenti che mi sono stati assegnati finora.
Sempre durante la pandemia le è stato chiesto dalla casa editrice “Accademia Edizioni ed Eventi” di raccontare la sua esperienza del "Bocciarelli Home Theatre" per resistere ad una pandemia in un libro dal titolo “Sulle Ali dell'Arte” ce ne parla? Come ha vissuto la pandemia? Che cosa rappresenta per lei l'arte?
Dopo il primo mese dì lockdown e di dirette del mio format “domestico” di teatro e pittura nella primavera del 2020, insieme al crescente numero di spettatori e di interesse da parte della stampa, è arrivata la proposta inaspettata di raccontare il mio viaggio creativo e umano, attraverso un racconto che ho suddiviso in 12 capitoli, arricchiti da poesie e pensieri degli spettatori del format interattivo, che hanno voluto condividere il proprio stato d’animo, e l’angoscia che circondava ognuno di noi, durante il primo doloroso isolamento.
Da questo “incontro” virtuale e artistico con il pubblico, si è rafforzata in me la consapevolezza di quanto possa essere importante e necessaria la condivisione per non sentirsi più soli.
Questa è per me la funzione dell’arte: trovare una via d’uscita quando sembra che non ce ne sia. La fuga dal Minotauro nel labirinto di Knosso.
E' l'unico italiano ad aver recitato a Bollywood, che effetto fa? Quali sono i punti di incontro e le diversità con il cinema italiano?
Tutte le volte che ripenso a quel capitolo della mia vita, provo una gran nostalgia.
È stata un’esperienza fantastica! Mi sono sentito libero, libero di esprimermi totalmente e grazie alla stima del regista e dei colleghi indiani mi sono impegnato ancora di più dando tutto me stesso. Questo feeling speciale che si crea nei set internazionali vorrei tanto ritrovarlo nella mia amata Italia che talvolta sembra cieca e sorda nei confronti dei suoi talenti migliori spesso apprezzati più all’estero.
Quello con l’India è stato un incontro fortunato e che mi auguro si ripeta presto con altri film. Due anni fa prima dell’arrivo del virus ho preso parte ad un colossal molto importante dal titolo “Professor Dinkan” ma che purtroppo è rimasto incompiuto. Chissà se riusciremo a portare a termine le riprese prima o poi… un film bellissimo arricchito da effetti speciali e suggestive action-scene dove interpreto l’ispettore di Scotland Yard Luis Doney, uomo dai mille risvolti inaspettati.
Da ultimo ha anche un nuovo progetto che lo vede in una nuova veste di fashion designer: è nata la sua prima linea di T-Shirt e felpe "Agape The New Art Style", di che cosa si tratta? Com'è nato il suo amore per la moda e il fashion?
Un mio vecchio sogno nel cassetto, un prolungamento della mia arte che desidero accompagni e vesta l’anima delle persone che mi seguono da anni o da chi ha imparato a conoscermi recentemente. Tra poco sarà il mio compleanno e quest’anno raggiungerò un traguardo per me particolarmente significativo. Voglio celebrate il mio “mezzo secolo” con qualcosa che resti anche fisicamente. Ho trascorso una vita a donare emozioni e suggestioni, ora ho desiderio di trasformare quelle emozioni in “Agape, The New Art Style, vèstiti di arte, ricopriti di anima”. Un modo caloroso di abbracciare il mio pubblico.
Domanda conclusiva di rito: progetti per questo 2022?
Quest’anno potrebbe essere l’anno che mi vedrà debuttare dietro alla macchina da presa… ma non aggiungo altro… se non anticiparvi che ci sarà per me tanto teatro e per chi vuole intraprendere la carriera dell’attore, ma non solo, avranno luogo le mie masterclass a Cinecittà.
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Photo credits: Valerio Faccini
Intervista di Stefania Vaghi
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