Una Roma Fashion Week molto stringata quella organizzata da Altaroma negli studi di Cinecittà: solo 3 giorni, dal 2 al 4 di febbraio scorso.
Unica passerella quello dello Studio 5 di Cinecittà dove emergenti, nomi più o meno noti del fashion system nazionale ci hanno proposto le loro collezioni su un catwalk molto scenografico e di tutto rispetto.
Un’edizione in presenza e in digitale, che ha accontentato un po' tutti, i nostalgici degli eventi in presenza e gli ipocondriaci da distanziamento sociale, super green pass e mascherine FFP2 ci hanno accompagnato in questa tre giorni, un po' come la coperta di Linus.
Non ho potuto seguire tutti gli eventi, ma ho avuto modo di vedere solo alcune sfilate e di conoscere e confrontarmi con alcuni brand durante Showcase, dove si ha la possibilità di toccare con mano le nuove proposte dei fashion designer.
Ma iniziamo dalle sfilate…
Il primo giorno sono letteralmente impazzita per Edoardo Gallorino ed il suo “Showgirl”. Una sfilata che prende spunto da Cabaret di Bob Fosse, interpretato dall’affascinante Marisa Berenson, e che ha un sottotitolo che è tutto un programma: l’erotica noia borghese.
Sfilano eleganza e opulenza in un mix & match tra pacatezza rigorosa e frivolezza sfacciata, inutile dire che tutta la collezione è realizzata con materiali di pregio, che provengono principalmente da avanzi di magazzino, grazie alla collaborazione con Maeba International.
Stile, un ritmo coinvolgente e tanto colore i punti di forza della collezione vista in passerella, dove si inizia con un abito rosso, in seta scivolata, abbinato ad una giacca dal taglio maschile ton sur ton. Poi kimoni e camicie variopinti ed intriganti, da cui occhieggiano bustini e piume di struzzo. Gonne di paillettes, camice di seta, tutte abbinate a piume di struzzo e guanti, che ricordano atmosfere da antico boudoir. In un gioco di vedo e non vedo molto intrigante, poi gli abiti corti o lunghi dove il boa è in contrasto e impreziosisce le scollature abissali sulla schiena o, addirittura, diventa un elemento dell’abito vero e proprio, magari abbinato a casti foulard in testa e ad occhiali coprenti da diva. In un gioco tra la ragazza perbene e quella di malaffare, che ci ha strappato un applauso vero e sincero, così come l’uomo in fucsia e struzzo nero o nel pregevole completo optical.
Il secondo giorno vengo rapita da Casa Preti, dalla sua “Innocenza”, che porta in passerella colori basici, primari, bianco, nero, grigio ed un accenno di rosso, mentre le uniche note di colore sono state create da bambini tra i due e i cinque anni che hanno realizzato i disegni dell’unica fantasia in passerella, originalissima.
Capispalla coreografici di tessuto trapuntato spettacolari, così come il vestito da sera, gonne oversize in tessuto tecnico abbinato alla felpa bianca con cappuccio con la scritta innocenza in rosso, giacchino in pelliccia multicolore e pellicciotto nello stesso colore e materiale mandano il front row in visibilio, come i lunghi impermeabili stampa cocco e tutti i capispalla rigorosamente over.
Tessuti di lana per lui e lei, con la provocazione delle calze a rete indossate dagli uomini, fin sopra il punto vita, come fossero un bustino. Abiti leggeri, linee squadrate in un gioco tra lineare e over, che fa molto street ma che risulta molto glamour e al passo con una moda genderfluid portabilissima.
Il terzo giorno trasloco dal Teatro 5 di Cinecittà e mi ritrovo nel sontuoso Baglioni Hotel Regina di Via Veneto, dove sfila l’unica collettiva internazionale di tutta Altaroma: la settima edizione di International Couture, “Un ponte tra Oriente e Occidente”. Un vero e proprio fashion show, in diretta live e presentato dall’attrice Francesca Ceci, che ha visto sfilare 5 designer differenti. Iniziamo con le collezioni del libanese Missaki Couture che ha affidato alla testimonial d’eccezione Eleonora Pieroni, top model e attrice internazionale, la sua prima uscita, con abiti fiabeschi, ricamati, in mille nuances pastello. A seguire il rigore total black della fashion designer polacca Natasha Pavluchenko e la sua collezione Moon Urban Fusion. Tagli sartoriali, con il suo stemma ricamato in oro, catene e vezzi dorati che impreziosiscono outfit rigorosi ma stilosissima da giorno e da sera. E’ la volta poi dei colori, del brio gioioso tipicamente estivo della moda di ABIDDIKKIA di Giovanna Mandarano impreziosita dai gioielli imponenti e materici di Ferrum Jewels di Mauro Carrazza. Al suo esordio la partenopea Sabrina Amoroso, e i suoi mix di stili e colori. Ad accompagnare la collezione Ba-riolé sono gli strepitosi eco-tech bijoux della collezione “Mottanai” byLUDO dell’architetto Ludovica Cirillo. Una collezione nata ed esposta a Tokyo, che mischia pezzi di riuso tecnologico, assemblati attraverso le tecniche della tradizione locale giapponese, per un effetto fashion assolutamente contemporaneo e di assoluto impatto visivo.
A chiudere la collettiva l’opulenta e sfarzosa moda sposa di Marcela De Cala, designer internazionale, nota in tutto il mondo, che ci presenta la spettacolarità candida della sua Esperanza.
Un capitolo a parte meritano i fashion designer di SHOWCASE, con i quali sono venuta in contatto diretto e dei quali ho potuto apprezzare e toccare con mano, le ultime collezioni presentate, Nomi già noti ed emergenti che hanno caratterizzato questo Hub, che è una vera e propria vetrina promozionale di Altaroma.
Partiamo da una presenza consolidata: Italo Marseglia, fashion designer che ci delizia live armato dell’inseparabile uncinetto, mentre in progress realizza un suo capo unico #madeintalo. La sua collezione The Common Thread è dedicata alla lavorazione crochet, utilizzando i materiali ricevuti dal crowdfunding lanciato via social. Una collezione che fa dell’upcycling e del genderless il suo punto di forza e dell’unicità di ogni capo presentato. La collezione delle maglie che ormai sono diventate iconiche, si arricchisce per la SS 2022 di magliette e t-shirt, pantaloncini, top con intarsi di crochet multicolori, per una sferzata di allegria unica ed inimitabile.
Scarpe rigorosamente Made in Italy per MyChalom (sogno in ebraico) della designer e CEO Elisa Castellari. Design sofisticato e confortevole, per scarpe che hanno linee trend e utilizzano materiali di primissima qualità.
Favolosi gli stivali e i tronchetti dalle punte midi-squadrare con tacchi innovativi, con una calzata che accompagna tutte le fisicità, con un tocco prezioso in quelli scintillanti e in lurex, per serate glamour e a tutto rock.
Dalla lingerie pregiata, che è un marchio di fabbrica di famiglia dal lontano 1947, la collezione ANNAGIULIA Firenze, dove le due eclettiche sorelle ci presentano una collezione ispirata allo sport. Largo quindi a linee più sportive e a tessuti naturali che hanno creato una vera e propria casual couture portabile e delicata. Una linea che va ad affiancare le immancabili creazioni preziose di seta e chiffon, e gli immancabili pizzi, tra cui spiccano per fantasia e colori alcuni capi con dei fiori applicati, briosi e sexy allo stesso tempo, come tutti i capi presentati in collezione da Anna e Giulia.
Gioielli artigianali per Vu Elle Gioielli, il brand nato dalla creatività di Valentina Lucarelli. Creazioni rigorosamente fatte a mano, in argento, ottone e oro 9k, con la tecnica del banchetto o della cera persa, che uniscono design geometrico, minimal e molto contemporaneo con la preziosità delle perle – suo segno immancabile e distintivo – e le pietre e zirconi.
Notevoli i monorecchini, e tutta la linea geometrica, particolarmente pulita e d’effetto scenico assicurato su qualsiasi outfit.
Il mio Showcase termina con gli strepitosi bustini e corsetti di Lorenzo Seghezzi, rigorosamente fatti a mano e su misura, utilizzando rimanenze di fabbrica e di magazzino. Un forte messaggio sociale, neanche tanto velato ed intrinseco che caratterizza la sua collezione, che vuole essere un statement sociale, politico e culturale, contro tutti gli abusi che la comunità LGBTQ+ subisce ed ha subito nel passato, reinterpretato attraverso il medium dei tessuti.
La sua Queer Revolution è fatta di corsetti e bustini, tenui, di colori naturali o cipria o iper colorati a disegno tartan, in cotone, seta. Il pantalone a corsetto è geniale così come i cappelli e gli accessori, indossabili da tutti.
Sublime la camicia candida con le balze sul collo e sulle maniche e le maglie e i top impalpabili, con stampa sublimatica, che sono già stati indossati dalla band dei Maneskin.
Due invece gli eventi In Town presenti nel calendario di Altaroma: la presentazione della collezione di gioielli “Ritmo” di Gaia Caramazza alla Galleria d’Arte Marchetti a Via Margutta, di cui ho diffusamente parlato in un articolo ad hoc (https://www.unfoldingroma.com/artista/16878/ricerca/) e “Le cicatrici preziose” alla galleria Plus Arte Puls a Viale Mazzini di Francesca Barbi Marinetti.
Moda, arte, poesia, gioielli preziosi in un evento con una grande valenza sociale, legato anche alla prevenzione e alla lotta ai tumori, rappresentato dalla presenza di Susan G. Komen Italia.
Un concept che è nato dalla creatività e da un’idea originale dell’hair stylist Alessandro Messina, dell’attrice e regista Eleonora Albrecht, del giornalista e poeta Paolo Gambi, fondatore del movimento Rinascimento Poetico, prodotto ed organizzato da Gabriella Carlucci, madrina dell’evento, prendendo ad esempio l’antica arte del Kintsugi.
Otto donne, tra le quali la soprano Maristella Mariani hanno indossato le creazioni di Mariel di Marilena Spiridigliozzi e i gioielli dei designer di Officine di Talenti Preziosi per dare vita ad una coreografia, minuziosamente orchestrata da Eleonora Albrecht.
Le poesie di Paolo Gambi, sono state il leitmotiv della performance che si è conclusa con lo stesso poeta che ha letteralmente “scritto” sul corpo di tre modelle i suoi versi, come fossero un frammento di vita, di dolore e di rinascita. Uno sguardo al passato per poi volare al futuro, in una visione universale di rinascita.
L’evento ha voluto essere un messaggio importante di positività, di rinfrancante ottimismo, perchè l’arte, la poesia e la bellezza, nella loro semplicità, saranno e sono quella marcia in più per salvare il mondo.
Si chiude così il sipario sulla kermesse della Roma Fashion week, non ci resta che attendere con ansia l’edizione estiva di Altaroma.
Articolo di Stefania Vaghi
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