Alla Fondazione Alda Fendi Giovane Donna Di Pablo Picasso

Alla Fondazione Alda Fendi Giovane Donna Di Pablo Picasso

Dal Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, per la prima volta in Italia, la Giovane Donna di Pablo Picasso alla Rhinoceros Gallery di Roma.

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Per la prima volta in Italia, direttamente dalla collezione del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo approda a Roma, alla Fondazione Alda Fendi Esperimenti al Velabro, l’opera del 1909 di Pablo Picasso, “Giovane Donna”.

Uno splendido olio su tela, che ci riporta al cubismo analitico, proveniente dalla collezione privata di Sergej Ščukin, celebre collezionista e mercante moscovita di opere del Modernismo francese, che acquistò direttamente da Picasso l’opera, che poi è approdata all’Ermitage negli anni ‘50.

L’opera sarà in esposizione fino al prossimo 15 maggio e ritrae Fernande Olivier, per quasi otto anni amante di Picasso, come dichiara Olga Leontjeva, nel testo critico che accompagna la mostra: “Il suo personaggio diventa quasi effimero, si dissolve nel gioco delle sfaccettature, delle macchie chiare, si fonde con lo sfondo”.

Giovane Donna è il terzo capolavoro che arriva a Rhinoceros Gallery dall’Ermitage, dopo “L’Adolescente” di Michelangelo e i “San Pietro” e “San Paolo” di El Greco, a suggellare un connubio di arti e un ponte culturale tra la Fondazione Alda Fendi e l’Ermitage di San Pietroburgo.

Ma, come ormai ci ha abituato la Fondazione Alda Fendi Esperimenti ed il suo geniale e creativo direttore artistico Raffaele Curi, la mostra è un percorso totalmente immersivo in quella che è l’arte e, soprattutto, il personaggio e la vita di Pablo Picasso tra musica, danza, teatro, fotografia per tributare uno dei più grandi artisti del nostro secolo.

Entrando si viene totalmente trascinati nelle prove dello spettacolo “La Templanza” del Ballet Nacional de España, con la coreografia di Miguel Angel Berna, proiettato ovunque, anche sul pavimento, per un’esperienza a 360 gradi. Si prosegue poi nella sala dove troneggia la Giovane Donna, protagonista unica dello spazio, nella totale oscurità che ne esalta forme, colori, la sua unicità di donna quasi dormiente, appoggiata languidamente su una poltrona con la testa inclinata, nella sua irreale scomposizione fatta di linee dritte e curve che celebrano l’antica arte del disegno.

Si prosegue poi con il percorso espositivo che dalla Spagna ci trasporta nelle atmosfere parigine, complice anche la musica di Edith Piaf e Charles Trenet che ci accompagnerà per tutto il percorso. Si arriva ad una diretta live dal Café de Flore di Boulevard Saint-Germain a Parigi, da sempre ritrovo di artisti e bohemienne, che ha di fronte il ritratto, realizzato sempre da Picasso, della poetessa e scrittrice Gertrude Stein da sempre grande mecenate.

Si sale poi al piano superiore dove troviamo la proiezione del balletto Parade, l’atto unico del 1917 della compagnia dei balletti russi di Sergej Djagilev, con musica di Erik Satie, soggetto di Jean Cocteau, coreografia di Léonide Massine, programma di Guillaume Apollinaire. Un balletto con la direzione artistica di Picasso e per il quale disegnò il sipario, le scene e i costumi, di una contemporaneità assoluta e di grande impatto scenico e visivo.

A seguire una carrellata di fotografie che ritraggono Pablo Picasso con i suoi familiari e con gli amici di sempre da Yves Saint Laurent a Hélene Rochas, da Brigitte Bardot a Lucia Bosè, solo per citarne alcuni, una serie riguarda specificatamente l’attore Raf Vallone, e la sua amicizia con l’artista.

Nella chiostra dell’ascensore sono proiettati i nudi di donna famosi dall’antichità al Novecento, mentre l’ultima dedica a Pablo Picasso ci accoglie nella terrazza mozzafiato di Rhinoceros con il suo affaccio che si perde a vista d’occhio sulla Capitale.

Un percorso espositivo multimediale, immersivo, studiato appositamente per far “vivere” al visitatore tutti gli spazi della Fondazione, che ha nella danza e nella musica il suo fulcro, perché come dichiara proprio Raffaele Curi: ““Pi-i-cas-so il destino di un uomo in un cognome! Ero un bambino di sette anni quando il mio maestro pronunciò per la prima volta il suono da concerto di Pi-cas-so, un artista legato fortemente alla musica”, racconta Curi: “Le sue rivoluzioni pittoriche dal figurativismo al cubismo analitico seguono il classico quasi jazz di Satie, le pavane di Ravel, l’acciaio dorato di Stravinskij. Per me è musica da sempre: PI-CAS-SO”.

Un percorso espositivo curato nei minimi dettagli che ci fa beare non solo della vista del capolavoro della Giovane donna ma anche di tutta la vita e l’atmosfera creata intorno ad un artista straordinario come Pablo Picasso che è vera poesia per lo spettatore.

Photo Credits: Carlo Bellicampi

Articolo di Stefania Vaghi

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