Fino al prossimo 27 marzo Palazzo Braschi a Roma ospita quella che da molti è stata definita la mostra dell’anno “Klimt. La Secessione e l’Italia”, che nei primi 15 giorni di apertura nel 2021 ha toccato le oltre 32.000 presenze, ed è balzata alla cronaca di Roma per aver ricevuto, lo scorso 14 marzo, la prestigiosa visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
A Gustav Klimt, grande pittore austriaco che con le sue opere ha scritto una delle pagine più significative del Novecento europeo è dedicata l’imponente esposizione, un percorso espositivo site specific che ha visto la collaborazione di ben tre architetti.
Una mostra che ripercorre la vita e la produzione artistica del pittore austriaco, con un focus inedito sulla sua esperienza in Italia, Klimt torna a Roma, dopo 110 anni, con alcuni dei suoi capolavori provenienti dal Museo Belvedere di Vienna, dalla Klimt Foundation, e da collezioni pubbliche e private come la Neue Galerie Graz.
Fiori all’occhiello della mostra le celebri opere “Ritratto di Signora”, trafugata dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperata nel 2019 e “La sposa” (1917-18), che per la prima volta lascia la Klimt Foundation.
Oltre 200 le opere totali in mostra, divise in 14 sezioni differenti, tra le quali troviamo pregevoli elementi di design in ceramica e cristallo, in un mix tra Klimt e gli artisti della sua cerchia, quali Josef Hoffmann, Koloman Moser, Carl Moll, Johann Victor Krämer, Josef Maria Auchentaller, Wilhelm List, Franz von Matsch e molti altri che vanno a fare da collante a opere iconiche e ultrecelebri di Klimt come Giuditta I (1901), Signora in bianco (1917-18), Amiche I (Le Sorelle) (1907) e Amalie Zuckerkandl (1917-18).
Un viaggio nell’aspetto italiano di Klimt che non era mai stato approfondito, un focus sul suo realismo quasi “crudo” fino all’idealismo che si sublima nei paesaggi e nei ritratti femminili che inizia con una frase celebre, dello stesso Klimt “Chi sa vedere le cose belle è perché ha la bellezza dentro di sé”.
Di particolare pregio e suggestione visiva è la sezione dedicata al “Fregio di Beethoven”, un fregio murale lungo più di 34 metri, di una bellezza assoluta.
Cartoline autografe documentano in mostra i viaggi in Italia di Klimt, che visitò Trieste, Venezia, Firenze, Pisa, Ravenna, dove si appassionò ai mosaici bizantini, Roma e il lago di Garda, cui si ispirarono alcuni suoi paesaggi.
Klimt. La Secessione e l’Italia è una mostra promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, co-prodotta da Arthemisia che ne cura anche l’organizzazione con Zètema Progetto Cultura, in collaborazione con il Belvedere Museum e in cooperazione con Klimt Foundation, a cura di Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna.
Un percorso espositivo assolutamente da non perdere!
Articolo di Stefania Vaghi
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