BILL VIOLA Icons Of Light A Palazzo Bonaparte

BILL VIOLA Icons Of Light A Palazzo Bonaparte

L'icona della videoarte mondiale Bill Viola a Roma a Palazzo Bonaparte con la sua personale "Icons of Light"

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Fino al prossimo 26 giugno Palazzo Bonaparte a Roma presenta “Icons of Light” la personale di uno dei geni mondiali della videoarte del nostro secolo, lo statunitense Bill Viola, in un percorso espositivo che parte dagli anni ’70 fino ai giorni nostri.

Natura, uomo, sperimentazione video, spiritualità, riflessione intima, ma soprattutto la contrapposizione tra la vita e la morte sono le caratteristiche delle 15 opere presentate in mostra.

I saloni barocchi di Palazzo Bonaparte sembrano dialogare perfettamente con le opere dell’artista, quasi come fossero spettatori in muta ammirazione delle creazioni del celebre videoartista.

Palazzo Bonaparte come luogo non convenzionale per una mostra di arte contemporanea di così grande impatto visivo, che cattura gli spettatori, anzi letteralmente li rapisce, in una visione intima, a volte mistica delle più ancestrali emozioni umane, in bilico sempre tra sacro e profano, tra classico e tecnologico, tra luce ed ombra, tra la vita e la morte.

Spazi ampi, semioscurità come a voler regalare ad ogni singolo spettatore un momento intimo di raccoglimento, di meditazione, di fronte alle immagini a volte lente, cadenzate, a volte più veloci ed immediate, in una totale immersione nell’arte di Bill Viola.

Un viaggio in interconnessione con le immagini e con il nostro io più profondo che sì, spesso, turba, angoscia e lascia con emozioni contrastanti ma che è, da sempre, la forza di questo straordinario artista che, nel bene o nel male, riesce a regalare forti emozioni a qualsiasi tipo di spettatore.

Si inizia da un’opera del 1974, “The Reflecting Pool”, dove uomo, natura e acqua hanno un dialogo quasi onirico, in una metafora della nascita e della creazione.

Ed è proprio l’acqua uno degli elementi più utilizzato nelle opere di Viola, acqua come immersione, come passaggio, come cambio di stato umano e spirituale. L’acqua è il leitmotiv dell’ultracelebre e quasi ipnotica “Ascension”, da brividi veri, delle “Three Women” e della splendida serie dei “Water Portraits”.

La natura, il bosco sono dominanti in “Study for The Path”, dove le persone in maniera continuativa lo attraversano da sinistra verso destra. E’ il dolore, lo studio della perdita, invece, il filo conduttore di un toccante Observance, che fa parte della serie “Passions”, così come Unspoken (Silver & Gold), dove le emozioni sono rallentate in maniera estrema ed ossessiva, come a voler esorcizzare il tempo che passa.

Ricorda invece un set cinematografico “The Greeting”, del 1995, ispirato alla Visitazione del Pontormo (1528-9), dove due donne che parlano vestite con abiti del ‘500, vengono interrotte da una terza donna che entra nella scena abbracciando e salutando, come se si trattasse di un vero e proprio film.

La rarefazione del tempo è anche una delle caratteristiche dell’opera di Bill Viola, un’azione di 45 secondi può arrivare a 10 minuti o, addirittura, ai 45 minuti totali di una delle opere in mostra.

Ma è la serie “Martyrs” (2014) che, per me risulta essere la più affascinante dove l’essere umano è immobilizzato e alla mercè degli elementi naturali (acqua, fuoco, terra, aria), fino ad esserne sovrastato e succube, in una accettazione totale e schiacciante della morte. Martire in greco significa testimone ed è quello che il videoartista ha voluto rappresentare: azione, coraggio, perseveranza, resistenza e sacrificio, in un transito finale tra la vita e la morte.

Bill Viola, classe 1951, è stato il precursore dell’utilizzo del video nell’arte contemporanea e da oltre 40 anni i suoi lavori mettono in contrapposizione e in discussione la nascita, la vita, la morte, in una ricerca sempre sperimentale, che lo ha portato a girare tutto il mondo insieme a Kira Perov, con la quale vive a Long Beach, in California.

Quest’ultima moglie dell’artista e direttore esecutivo del Bill Viola Studio, ha curato la mostra insieme alla produzione e organizzazione di Arthemisia, lo sponsor Generali Valore Cultura, consigliata da Sky Arte, con un catalogo edito da Skira e include un saggio a cura di Valentino Catricalà.

Una mostra assolutamente da non perdere, che merita una visita attenta nell’universo unico ed inconfondibile della videoarte di Bill Viola.

Articolo di Stefania Vaghi

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