GONZALO CHILLIDA All’Instituto Cervantes Di Roma

GONZALO CHILLIDA All’Instituto Cervantes Di Roma

A Piazza Navona la monografica di Gonzalo Chillida: 34 opere e 10 litografie

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Fino al prossimo 9 luglio l’Instituto Cervantes di Piazza Navona a Roma ospita la mostra monografica su Gonzalo Chillida (San Sebastian, 1926-2008), in collaborazione con Acción Cultural Española (AC/E), Museo de Bellas Artes de Bilbao e Etxepare Euskal Institutua.

34 le opere pittoriche in mostra di assoluto fascino, insieme a 10 litografie, una selezione tra fotografie e collage, provenienti dalla collezione di famiglia e da altre collezioni private e pubbliche, corredate dal documentario “La idea del Norte, diretto nel 2016 dalla stessa curatrice (Alicia Chillida, la figlia) e Benito Macías, che illustra il processo creativo di Gonzalo Chillida in una sorta di diario dell’osservazione.

L’esposizione minuziosamente curata dalla figlia Alicia Chillida è un excursus sul percorso artistico di Gonzalo Chillida e sulla sua arte che, almeno io, non conoscevo.

Colpiscono i soggetti delle sue opere, così eterei ma nel contempo ricchi di forza ed espressività, il mare, la sabbia, la foresta, il cielo, nelle mille sfumature che possono avere, dal neutro, al grigio, all’ocra, all’arancio, fino a perdersi nei toni del blu.

Una pittura spesso solo accennata, quasi a voler essere una dissolvenza di quanto rappresentato con una interpretazione pittorica al limite tra la sobrietà e l’infinito.

Paesaggi evanescenti che ricordano la sua terra, i Paesi Baschi, la sua città natia, San Sebastián, l'atmosfera del Golfo di Biscaglia, ma che riportano anche alla sua passione per l’archeologia, che lo portarono nel 1955 in occasione di una mostra collettiva all’Accademia di Spagna a Roma, a scoprire e documentare il sito etrusco di Cerveteri.

Influenze pittoriche che partono dai grandi maestri spagnoli del Museo del Prado (Francisco de Zurbarán, Francisco de Goya, Juan Sánchez Cotán), fino ad arrivare, nel suo soggiorno a Parigi, a sperimentare l’arte contemporanea, la geometria, il post-cubismo e l'astrazione.

Il mix & match che ne deriva è il segno distintivo di questo grande artista, fratello dello scultore Eduardo Chillida, considerato uno dei migliori rappresentanti dell’astrazione lirica basca.

E’ impossibile non rimanere ammaliati davanti alle opere pittoriche di Gonzalo Chillida, quasi rapiti, soprattutto dai grandi formati, concentrandosi e ammirando le molteplici sfumature si riesce a percepire e a comprendere quello che è nascosto ai più: la ricerca spasmodica della verità osservando l’infinito…

Il cielo che si perde nel mare, la terra che si perde nel mare e nelle sue infinite Arenas (Sabbie) di una bellezza poetica disarmante, così come le sue nature morte (Los Bodegones).

Una mostra che è corredata da un catalogo in 5 lingue (basco, spagnolo, francese, italiano e giapponese), con la prefazione di Alicia Chillida, l’epilogo del direttore del Museo di Belle Arti di Bilbao Miguel Zugaza, e i testi dei poeti José Ángel Irigaray (Pamplona, ??1942) e Gabriel Celaya (Hernani, Gipuzkoa, 1911-Madrid, 1991), il pittore Antonio Saura (Huesca, 1930-Cuenca, 1998) e il critico d'arte e storico Francisco Calvo Serraller (Madrid, 1948-2018).

La monografica di Gonzalo Chillida, merita assolutamente una visita nello spazio dell’Instituto Cervantes, che si affaccia sulle meraviglie architettonica di Piazza Navona.

Stefania Vaghi

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