Emma Marrone Protagonista De Il Ritorno Ad Alice Nella Città

Emma Marrone Protagonista De Il Ritorno Ad Alice Nella Città

La cantante è la protagonista del film di Stefano Chiantini "Il Ritorno" presentato ad Alice nella Città

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E’ stato presentato ad Alice nella Città il film drammatico di Stefano Chiantini “Il ritorno” che vede, per la prima volta, protagonista assoluta la cantante Emma Marrone.

Emma ha già preso parte ad altre due pellicole cinematografiche (“Gli anni più belli” e “A casa tutti beni”), ma sempre con ruoli minori.

Complesso il ruolo della Marrone, che nel film interpreta Teresa, una madre estremamente povera e sfortunata, che ha causa del marito Pietro (interpretato da Fabrizio Rongione) si trova a commettere un gesto estremo per difendere il figlio di 1 anno Antonio e che le costerà 10 anni di carcere.

Dal suo ritorno a casa parte la storia vera, la seconda possibilità per Teresa che deve combattere con il disamore e la non accettazione da parte sia del marito che dei figli.

Un personaggio quello della Marrone, di poche parole, di grande mimica facciale, ingoffata in maglioni enormi quasi a voler sparire, ad essere il più anonima possibile che si barcamena tra mille lavori, umili, neanche a dirlo, senza riuscire a tenerne nessuno.

Uno spaccato del disagio e di condizioni sociali note, soprattutto per chi, come la protagonista ha un passato “dietro le sbarre”, in una società che neanche lontanamente sa il significato di inclusività.

Abbiamo poi avuto modo di dialogare con Emma Marrone alla masterclass che ha tenuto all’Auditorium della Conciliazione per Alice nella Città moderata da Piera Detassis, per meglio comprendere film, personaggio e soprattutto la straordinaria e complessa cantante.

Emma ammette che la sera della proiezione del film l’emozione è stata grande, il pianto finale ne è la più tangibile testimonianza, è stato liberatorio: “Tutti sanno che non mi commuovo facilmente, soprattutto in pubblico. Mentre guardavo il film nella mia testa “girava” un altro film, quello di tutto il periodo delle riprese. Per me è un onore essere in questo festival dove si respira veramente arte e cinema.

Quando ho lavorato sul personaggio di Teresa ho lavorato in sottrazione, che è il metodo che uso sempre anche con me stessa, non mi piacciono gli orpelli, i ricami, sono basica. Quello che di Teresa si vede è l’espressione del mio io interiore: malessere, disagio, come se fossi, sul set, una bomba che sta per esplodere ma non esplode mai. E’ molto più difficile buttare fuori che tenere dentro ed in questo io sono molto simile al personaggio di Teresa, per orgoglio, educazione, per dignità personale, tendo sempre a non esternare.”

Ammette di non sentirsi spesso all’altezza e che è possibile non sentircisi sia nella musica che nel cinema: “Io vivo tutte le cose che mi capitano come un dono, un vero e proprio regalo, come un’opportunità e mi approccio sempre come se fossi una bambina della prima elementare, devo dimostrare agli altri di essere in grado di farlo, di averlo meritato e, soprattutto, a me stessa, perché la parola merito in Italia è un po' dimenticata.

Sono una persona complessa… perché sono troppo intelligente… esiste l’intelligenza dei sentimenti.”

Alla domanda della Detassis se aveva bisogno di fare un tuffo in una donna così abbandonata, rifiutata, risponde: “ Volevo farlo, avevo bisogno di mettermi alla prova, volevo capire se potevo fare questo mestiere (l’attrice ndr) veramente, senza mezzi termini e senza coperture. Sono sotto la lente di ingrandimento del giudizio del pubblico. Io sono una persona che dice tanti no nella vita, anche nel lavoro, preferisco la qualità alla quantità. Avevo bisogno di fare un film difficile, per dire oggi sono un’attrice, non la cantante del film. Di etichette me ne danno sempre tante, stavolta me la scelgo io: sono l’attrice che recita.”

Durante la masterclass ho avuto la possibilità di fare una domanda ad Emma Marrone: Che tipo di emozioni ti regala il cinema che non ti dà la musica e viceversa?

“Sono due lavori completamente diversi, che possono convivere. Nella musica porto in scena me stessa, le canzoni che scrivo. La differenza è che nella musica, nei concerti, l’espressione artistica è immediata; quando recito, giriamo delle scene, le ripetiamo, non è proprio buona la prima come nei concerti, nei live devi cantare, si esprime tutto in quel momento, si “brucia tutto” in 2 ore.

Nel cinema no, è una lavorazione più lunga, ha dei tempi di attesa per il montaggio, per le musiche, c’è dell’ansia diversa, perché tu vedi il lavoro finale in un’ora e mezza di film, tu capisci quello che hai fatto, per me è così. Sono due emozioni molto simili, le uniche differenze sono che nel cinema porto dei personaggi che sicuramente partono da una mia parte più intima che mi appartiene, la capacità è nel mostrare un personaggio e non se stessi. Spero di essere stata chiara.”

Un applauso ulteriore ad Emma che durante le riprese del film ha perso suo padre, scomparso il 4 settembre dopo aver lottato contro la leucemia, alla sua grande umanità e alla sua grande professionalità.

Un film “Il ritorno” che è un vero e proprio pugno nello stomaco, ma che merita di essere visto.

Photo credits: courtesy Alice nella Città 

Stefania Vaghi

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