VOGIA DE CARNOVAL A Rhinoceros Gallery

VOGIA DE CARNOVAL A Rhinoceros Gallery

Fondazione Alda Fendi Esperimenti e Raffaele Curi in un omaggio a Venezia tra arte antica e digitale

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Fino al 30 aprile 2023 la Fondazione Alda Fendi Esperimenti - Rhinoceros Gallery di Via del Velabro a Roma ospita la mostra “Vogia de Carnoval” promossa dalla Fondazione Alda Fendi - Esperimenti, con la linea artistica di Raffaele Curi e i contenuti forniti dalla Fondazione Querini Stampalia di Venezia.

Un percorso espositivo che vede protagonista indiscussa Venezia, dove, appunto, il carnevale iniziava il 27 dicembre, che vede un dialogo sottile ed effimero tra pittura antica e arte contemporanea e digitale.

Sin dall’esterno il Palazzo Rhinoceros ci immerge nei flutti delle acque lagunari, nelle onde create dal famoso e iper discusso Mose, che salva Venezia dall’acqua alta, in una videoproiezione mozzafiato, ma è all’interno che l’estro e il genio creativo di Raffaele Curi la fanno da padroni, regalandoci addirittura una vera e propria action in sede di inaugurazione.

Black Venice esorta lo spettatore ad una riflessione sui migranti, sul colore della pelle, sull’inclusività: una dama in abiti settecenteschi cavalca il famoso e ultracelebre rinoceronte ideato da Curi, sulle spalle ha un foglio termico dorato, in un dualismo tra naufraga contemporanea o Madonna in fuga. Ai suoi piedi una figura maschile di pelle nera con un turbante in testa che, senza mai sfiorarla e senza parlare, traccia dei segni per terra: sono simboli di compartecipazione e solidarietà. Il tutto accompagnato dall’overture dell’Otello di Gioacchino Rossini, inframezzata da una citazione di William Shakespeare che incomincia con le parole: “Il moro di Venezia è franco e leale”.

E questo è solo l’inizio…

Si viene immersi nell’avanguardia dell’arte con un un DAW, ovvero un Digital Artwork realizzato da Cinello su suo brevetto de la “Presentazione al Tempio”, dipinta nel 1460 da Giovanni Bellini, la tecnologia innovativa riproduce il dipinto antico creando allo stesso tempo una nuova opera digitale originale, accompagnato dalla voce di Rossella Falk che recita “Io son colei che mi si crede”, una battuta di Così è (se vi pare).

Ancora il Mose anche all’interno del palazzo, protagonista di una videoinstallazione che lo vede danzare sulle note della Cenerentola di Gioacchino Rossini.

In tutto il palazzo è inequivocabile l’omaggio a Carlo Goldoni, in una veste felliniana, dai titoli delle commedie in technicolor disseminati sulle pareti candide che ricordano Arlecchino, mentre risuonano le voci della commedia ”Una delle ultime sere di Carnovale”, mentre dall’altra viene proiettata la sequenza della bambola meccanica tratta dal Casanova di Federico Fellini, con la musica di Nino Rota che riempie l’ambiente. La visione del volto di Donald Sutherland, protagonista della pellicola del 1976, si moltiplica in modo prospettico nell’installazione all’interno del cavedio nero.

Ma protagonista di "Vogia de carnoval" è, soprattutto, la scrittrice iraniana Azar Nafisi, autrice del bestseller Leggere Lolita a Teheran (Adelphi), con un’intervista in esclusiva girata all’interno di Rhinoceros e ambientata in una preziosa scenografia di San Marco a Venezia. Nell’intervista, che il pubblico può ascoltare all’interno del percorso espositivo, Azar Nafisi parla del suo rapporto privilegiato con Venezia, soffermandosi su un quadro di Tintoretto: L’Annunciazione. La scrittrice pensa alla Vergine come vittima di uno stupro, portando all’interno della mostra il tema delle proteste in Iran.

Un messaggio forte sia di Azar Nafisi che di Alda Fendi, un’unione al femminile contro ogni violenza.

Come ha affermato Raffaele Curi:” Vogia de Carneval è un caleidoscopio di sensazioni veneziane. Ma soprattutto una voglia di rinascere, di essere felici e di abbandonarsi alle gioie, che soltanto la bellezza può soddisfare.”

Perché come l'istrionico Curi dichiara: “Non dimezzeremo i sogni, aumenteremo il coraggio”.

Applauso vero e sincero a tutti, un percorso espositivo gratuito, come ormai ci ha abituato da un ventennio la mecenate Alda Fendi e la sua Fondazione, che non finiremo mai di ringraziare per le sue proposte artistiche rivoluzionarie.

Una mostra assolutamente da vedere, in un palazzo che è sempre tutto da scoprire.

Stefania Vaghi 

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