Fino al prossimo 3 marzo 2023 l’Accademia di San Luca di Roma presenta, al piano terra, la mostra “eden-eden.RENATO RIZZI”, in occasione del conferimento del Premio Presidente della Repubblica 2017 per l’Architettura assegnato a Renato Rizzi, esposizione curata da Giorgia Antonioli e Susanna Pisciella.
La mostra presenta circa duecento modelli in gesso, suddivisi in tre sale, relativi ad una trentina di progetti di Renato Rizzi, documento prezioso della grande creatività dell’architetto e, nel contempo, ritratto di un artista emblematico, in perenne evoluzione al di fuori delle logiche consuete della cosiddetta “contemporaneità”.
Nella sala centrale 150 modelli in gesso ricoprono completamente le tre pareti trasformando quello spazio in un geroglifico del mondo e del tempo. Analogamente a L’Antro delle Ninfe di Porfirio, dove le dee tessevano su enormi telai di pietra le vite degli uomini, qui il biancore del gesso tiene in sospensione la visio dimenticata dei luoghi. Sono gli occhi dei paesaggi e della storia che ci guardano e ci scrutano prima di diventare, essi stessi, progetto.
Nella sala di sinistra troneggia il progetto "Lampedusa: la Cattedrale di Solomon”.
L’isola di Lampedusa - promontorio dell’Africa, luogo ideale per Denis Diderot (Encyclopédie) per la nascita di una nuova civiltà, palcoscenico maestoso per la Tempesta di Shakespeare - trasforma gli hot-spot del dramma migratorio in una cattedrale invisibile. Totalmente scavata nella roccia, accoglie nel vuoto del suo pantheon segreto il fuggitivo, l’orfano, il rifiutato, per restituirgli la dignità della propria singolarità.
La sala di destra è idealmente suddivisa in due, tra il progetto realizzato e quello ideale: da una parte il teatro elisabettiano di Danzica anticipa e prepara con le sue ali alzate come le braccia degli operai di Solidarność; dall’altra il progetto dell’Aula Ideale per 365 studenti, da realizzare in due tempi sulla cupola del duomo di Firenze. Prima sotto il Giudizio universale del Vasari.
Poi sopra, sulla lanterna. Uno studente al giorno entrerà nella sfera dorata. Una luna speciale che impiegherà un anno intero per completare la sua rivoluzione attorno al cosmo del Brunelleschi.
Tre sale che lasciano assolutamente senza fiato per tecnica architettonica e per la bellezza e singolarità delle opere esposte.
Abbiamo avuto la possibilità di interloquire direttamente con l’architetto Renato Rizzi, per meglio comprendere il suo operato e la sua rassegna.
Ci spiega meglio le caratteristiche di questa sua esposizione?
Bisogna partire dal titolo della mostra, perché si chiama “eden-eden”: sono due vocaboli che sostituiscono la parola architettura, architettura è un termine che ha due lemmi arche e tecne, della tecne si conosce molto dell’arche non si conosce più nulla. Dell’archè che sono i cosiddetti principi primi, quelli sono stati totalmente dimenticati.
Ma in realtà loro esistono sempre perché sono la parte indominabile, mentre la tecnica è solo ciò che è dominabile. Allora siccome c’è questa estremizzazione della parola che non viene più compresa e si ritiene che architettura sia analoga ad edilizia, sono stati sostituiti questi due lemmi per farli divenire eden-eden.
Perché all’inizio e alla fine della nostra vita, i termini fondamentali sono la nostra infanzia e quando finiremo il nostro lavoro. La nostra infanzia è il luogo della meraviglia, del nostro stupore, dell’angoscia, è un piccolo paradiso dove noi capitiamo. Poi abbiamo tutto il tempo della nostra vita, la coscienza, che ci aiuta a riflettere su quel paradiso, che abbiamo vissuto ma che non abbiamo elaborato, la struttura simbolica. Le nostre opere dovrebbero essere improntate al recupero di quel mondo pauroso ma meraviglioso, incantevole, fatato. Perché quando passeremo a miglior vita dovremo restituire tutti i doni che abbiamo ricevuto. Io sono di famiglia cattolica, ma questo non c’entra nulla, non so se mi sono spiegato…
E’ una questione molto più complessa, molto più ampia. Noi avremo questi due termini eden eden, l’architettura è un regalo che continuamente dovrebbe essere rinnovato, di cui noi abbiamo la responsabilità durante la vita, ma di cui facciamo un’esperienza fondamentale all’inizio della nostra vita. E dunque qui la tecnica e la scienza sono importanti ma non fondamentali.
Vuol dire che noi siamo la somma “di tutti i tempi”, non è che noi viviamo nel nostro tempo cronologico, certo la nostra vita carnale vive in questo tempo, si ma tutto il nostro mondo spirituale, tutto il nostro mondo emotivo dov’è? E’ molto più ampio, più complesso, più articolato, molto più misterioso.
Ma non bisogna far chiacchiere, qui c’è puro materiale, il materiale è fondamentale, mentre oggi con il digitale è tutta una finzione.
Il linguaggio binario del nostro tempo è bestiale perché è come se guardassimo “Medusa” direttamente negli occhi.
Premio Presidente della Repubblica 2017 per l’architettura, che tipo di emozione ha provato, che cosa ha rappresentato per lei?
E’ stata una cosa totalmente inaspettata ed inattesa, perché sono stato sempre borderline in ogni cosa.
Ricevere un premio è sempre una grande gratificazione mi piacerebbe che con il premio ricevuto anche l’Accademia potesse risorgere un po' di più. L’Accademia di San Luca ha un prestigio straordinario, che oggi si sente che manca.
Sto facendo una proposta a livello nazionale, affinché il premio che ora è a zero lire (i premi a zero lire non valgono niente) cambi. L’analogo premio per importanza in America si chiama Mac Arthur Award e vale 400.000 dollari il primo anno, 400.000 dollari il secondo anno e 400.000 dollari il terzo anno e chi vince l’Award in architettura prende gli incarichi più importanti in America. Allora la proposta è: visto che il premio è gratuito, non si chiede nulla allo Stato ma sono disposto ad andare dal Presidente della Repubblica Mattarella, visto che il premio me l’ha dato lui, senza chiedergli soldi ma, bensì, un decreto che chi vince il premio Presidente della Repubblica per l’Architettura, entro un anno, prenda un incarico pubblico da qualsiasi amministrazione.
Questa è la mia proposta.
Eden-Eden di Renato Rizzi, sarà visitabile fino al 3 marzo 2023 all’Accademia di San Luca a Roma, dal martedì al sabato dalle ore 10.00 alle ore 17.30, ultimo ingresso ore 16.00, secondo i seguenti turni: primo turno ore 10.00; secondo turno ore 11.30; terzo turno ore 14 .00; quarto turno ore 16.00.
Ingresso gratuito con prenotazione scrivendo a prenotazioni@accademiasanluca.it La prenotazione è effettuabile anche presso la portineria dell’Accademia il giorno stesso, fino ad esaurimento posti.
Assolutamente da non perdere!
Stefania Vaghi
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