Incontriamo oggi con grande piacere l’artista modenese Davide Marchi alla vigilia dell’uscita del suo primo album dal titolo “Sei come il profumo del caffè”.
Se dovessi raccontare brevemente l’avvio delle tue prime esperienze di musicista come le descriveresti?
Si può dire che fin da ragazzo la musica ha sempre accompagnato la mia crescita. Prima con la batteria poi con la chitarra ho sempre provato una grande soddisfazione ed euforia nell’ intrattenere le persone. Con il gruppo degli amici si suonava nei locali della mia città, poi, successivamente, ho cominciato ad esibirmi anche come solista in manifestazioni e rassegne dedicate alle canzoni d’autore.
La tua carriera prende il via nel contesto delle orchestre da ballo che sono una realtà con grande tradizione in Emilia-Romagna: quanto è stato importante questo capitolo iniziale nella tua formazione come musicista e autore di testi?
Sicuramente molto importante. Ho cominciato il mio percorso musicale suonando in un’orchestra da liscio come batterista. Ascoltando e suonando i brani musicali dei grandi cantautori, che mi hanno fatto nascere il desiderio di comunicare e manifestare sempre di più la mia vena creativa, facendo emergere, attraverso la realizzazione di brani pop, ciò che mi porto dentro.
Tra gli strumenti che ami suonare, batteria e chitarra occupano certamente un posto particolare nel tuo bagaglio musicale: cosa li rende particolarmente esemplificativi del tuo modo di fare musica?
Sono entrambi strumenti che richiamano il ritmo e la passionalità: due componenti che mi contraddistinguono sia a livello caratteriale che strumentale. La chitarra è certamente più adatta a svolgere un ruolo melodico che la batteria, per ovvie ragioni funzionali, non può ricoprire.
Veniamo ora al progetto musicale che abbiamo il piacere di presentare in questa circostanza a pochi giorni dalla sua uscita. Qual è il filo conduttore che unisce le tracce contenute in questo tuo primo album dal titolo “Sei come il profumo del caffè”?
Nei miei brani credo si possa percepire una grande voglia di cambiamento. Tutto parte dal desiderio interiore di trovare una dimensione “vivibile” e “sostenibile” della nostra quotidianità, ormai relegata a un mero susseguirsi di comportamenti ripetuti e spesso svuotati di senso. Il profumo del caffè sta ad evocare con grande essenzialità il ritorno non più procrastinabile delle cose vere, belle, genuine, proprio come le emozioni sincere ispirate da questa tonificante bevanda così universalmente diffusa.
Si tratta del tuo primo album: con quali aspettative ed emozioni stai attendendo il riscontro del pubblico?
Ovviamente con grande trepidazione. Fare un album richiede sempre un grande sforzo in termini di energie intellettuali, psicologiche, affettive ed economiche. Quello che vorrei più di tutto è che le persone sentissero i miei brani come familiari, come se gli appartenessero, e trovassero in loro una fonte di riflessione, discussione, ed anche, perché no, di consolazione.
La musica spesso accompagna varie fasi della nostra vita, dalla routine quotidiana ai momenti di profonda riflessione che di tanto in tanto ognuno di noi vive. Quanto possiamo considerare autobiografico questo album?
Credo che qualsiasi opera d’arte racchiuda in sé una parte autobiografica dell’autore. E’ impossibile scrivere canzoni senza lasciare traccia del proprio coinvolgimento personale. Sicuramente esiste una chiave interpretativa della realtà che passa in modo più o meno evidente nei testi ma certamente molte delle situazioni o circostanze descritte nei miei brani sono da ricondursi ad esperienze o stati d’animo vissuti in prima persona.
I sentimenti e i rapporti umani sono al centro di varie canzoni: quanto è importante per te la musica come colonna sonora delle tue esperienze di vita?
La musica ha certamente un posto speciale in tutti i momenti salienti della vita delle persone. Posso quindi affermare a pieno titolo che anche per me è stato fondamentale passare attraverso queste emozioni per costruire la mia identità di cantautore.
Quali sono i cantanti e gli autori dai quali trai maggiormente ispirazione e ascolti con maggior interesse?
Sono diversi gli artisti che hanno fatto da sottofondo nella costruzione della mia musica, soprattutto i cantautori che vivono nella mia zona come Vasco, Ligabue, Zucchero, Dalla… ma certamente ogni artista italiano ha lasciato un piccolo segno di sè.
La contaminazione tra generi musicali diventa sempre più una costante della produzione musicale degli ultimi anni; quali sono secondo te i punti di forza e i limiti di questa tendenza artistica?
Certamente la musica sta andando verso una direzione “universale”, se così si può dire, della sua caratterizzazione rispetto ai vari generi. Il punto di forza è certamente quello della “trasversalità” e “versatilità” all’ascolto della musica in generale, che in questo modo può diventare sempre di più un mezzo di comunicazione efficace. Il limite invece è quello della perdita d’identità, che rischia di “omologare” in un’unica grande piattaforma tutti i generi, non più dotati di una caratterizzazione propria. Credo però sia un rischio abbastanza relativo.
Le collaborazioni tra artisti non sono affatto rare; se potessi scegliere un artista con cui condividere un progetto su chi ricadrebbe la tua preferenza?
È molto difficile rispondere a questa domanda anche perchè, come dicevo in precedenza, ogni artista ha la sua unicità. Forse sceglierei un artista della mia zona come ho già fatto in passato. Marco Baroni ad esempio.
Quali sono i progetti in cantiere dopo l’uscita di “Sei come il profumo del caffè”?
Certamente quello di arrivare al cuore di più persone possibili attraverso live, eventi e vendita di dischi. Ho in progetto di fare una presentazione dell’album in varie città del nord Italia, in particolare Milano e Modena, le mie due città di riferimento.
Ringraziamo Davide Marchi per aver condiviso con noi un momento così significativo, augurandogli di realizzare con entusiasmo e grandi soddisfazioni i suoi progetti.
Federico Ceste
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