Ricorderemo la quarta serata di questo Sanremo 2020 per il momento più trash di questa kermesse lunga 70 anni. Sopite le polemiche relative Junior Cally, messa da parte l’ennesima mise di Achille Lauro, alle 2,30 quando manca ormai l’esibizione di soli tre campioni, ecco che c’è chi pensa a creare scompiglio.
È il turno del duo Morgan/Bugo e della loro Sincero che da martedì è stabile nella parte bassa della classifica per la demoscopica e per l’Orchestra che le ha assegnato, nella serata delle cover, il 24° posto. A dirla tutta, che c’erano un po’ di malumori tra i due, si vociferava da qualche giorno ma conoscendo la personalità complessa di Morgan, non ci si fa caso più di tanto. Ieri è accaduto l’(im)prevedibile: chiamati per la loro esibizione è stato notato subito che Bugo si è attardato qualche secondo nell’uscita, tant’è che Morgan è tornato indietro come se volesse andarlo a prendere. Pochi secondi di Sincero e Bugo strappa dei fogli di mano a Morgan ed abbandona il palco. Ai più attenti è chiaro subito cosa è accaduto, Morgan ha cambiato il testo in “Che brutte intenzioni la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera la tua ingratitudine la tua arroganza, ringrazia il cielo sei su questo palco, rispetta chi ti ci ha portato dentro...”.
Un brutto momento non tanto di televisione perché ahimè al trash siamo ormai abituati ma è stata una mancanza di rispetto verso il pubblico, verso il Festival stesso e verso gli artisti non rientrati nella rosa dei 24 campioni. Stamane la casa discografica di Bugo ha immediatamente preso le distanze da quanto accaduto, sottolineando che loro seguono Bugo – la parte lesa di questa vicenda – e non Morgan che è stato invitato come guest. Messaggio non tanto velato: sarà lo staff di Morgan a rispondere dell’accaduto.
Sono giorni che spendo solo belle parole per Amadeus ma le merita tutte, ieri ha gestito questo imprevisto con eleganza, senza creare suspance inutile ed assumendosi la responsabilità di averli portati sul palco. Non so in quanti – probabilmente nessuno – si sarebbe preso una colpa che poi colpa non è proprio in quanto si chiama imprevidibilità. Chapeau Ama davvero, il boom di ascolti lo meriti davvero: ieri il festival è stato seguito da 9,504 milioni di telespettatori con uno share del 53,3% .
La serata ha inizio con la gare delle Nuove Proposte, quattro artisti votati dalla giuria demoscopica, Salla stampa e televoto. Il primo scontro diretto è Tecla - 8 marzo vs Marco Sentieri - Billy Blu: vince con il 55% Tecla. Il secondo scontro ha protagonisti Leo Gassman – Vai bene così vs Fasma – Per sentirmi vivo: vince con il 50,1% Leo Gassman. L’ultimo duello è tra Tecla e Leo Gassman, diciamo due nomi che si sapeva da principio sarebbero arrivati in finale. Con il 52,5% vince nella sezione Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2020, Leo Gassman. Il Premio della Critica Mia Martini è vinto dagli Eugenio in Via di Gioia; il Premio della Critica Lucio Dalla è vinto da Tecla.
In questa quarta serata c’è stato il ritorno di Fiorello che come accaduto fino ad ora si diverte a fare l’intrattenitore ed intonare di tanto in tanto qualche canzone. Ieri sera, diretto da Toni Renis – ha intonato Quando Quando Quando. Fiore ripropone sul palco dell’Ariston anche la sua Finalmente tu, questa volta in duo con Tiziano Ferro e, probabilmente per mettere a tacere qualche polemica delle ultime ore, sancisce la pace baciandolo sulle labbra.
È alla sua quarta serata il nostro Tiziano Ferro che – spogliandosi un po’ delle emozioni dei giorni scorsi – ci regala una splendida Portami a ballare di Luca Barbarossa ed un medley delle sue canzoni ( L’ultima notte al mondo/ Ti scatterò una foto/ L’amore è una cosa semplice).
Gli ospiti musicali di questo Festival sono tanti ed estremamente diversi tra loro: l’ospite straniero Dua Lipa che fa ballare l’Ariston con Don’t start now estratto dall’album Future Nostalgia in uscita il prossimo 3 aprile. La musica - o forse le logiche di mercato - delle volte ti sorprendono ed accade che ti ritrovi come ospite chi qualche anno fa fu definito “ai limiti del demenziale”. Sì sto parlando del rapper Ghali che ieri ci ha regalato una performance bellissima con il medley Cara Italia, Wily Wily, Boogieman ed ha cantato in anteprima il suo nuovo singolo Good Times.
Meritava un po’ di spazio e considerazione in più invece Coez, che ha duettato con Gianna Nannini in Motivo. È stato congedato troppo velocemente per lasciare il palco ad un medley della Gianna nazionale.
Un momento importante per gli addetti ai lavori soprattutto, è stato il tributo al giornalista Vincenzo Mollica che andrà in pensione a fine mese. Un uomo garbato come pochi e che ha sempre avuto una parola gentile nei confronti di tutti, avendo massimo rispetto per ogni album o film recensito senza mai stroncarne il contenuto. Un buonista verrebbe da dire, perché nel nostro lavoro è importante anche una vena “monina” ma Vincenzo è della vecchia scuola e noi lo amiamo così, con quel suo sorriso e quel suo porsi sempre in modo amichevole.
Decisamente anonime se non fosse per gli abiti da loro indossati per i quali difficilmente sarebbero passate inosservate seppur per motivi diversi, Antonella Clerici e Francesca Sofia Novello. Sì, ieri è stata la serata con la protagonista del famoso “passo indietro”. Cosa dire di lei? È salita su quel palco perché indiscutibilmente bella e probabilmente perché fidanzata del più famoso Valentino Rossi, amico di Amadeus. Prendetela come vi pare care femministe ma il dubbio è quasi certezza. Impacciata nel dire anche due sole parole e non mi parlate di emozione perché è una modella abituata ai grandi eventi. Diamole un merito, l’aver eseguito al pianoforte l’Ave Maria in maniera impeccabile. Come lei stessa ha dichiarato in diretta: “Non volevo venire a Sanremo con le mani in mano”, dichiarazione spontanea ma che mi ha lasciato alquanto basita perché – cara Francesca - il palco dell’Ariston non è una visita di cortesia che fai ad un amico o parente a cui porti la scatola di cioccolatini.
Ma veniamo alla nostra Antonella Clerici: solite gag che non fanno sorridere più nessuno e qualche presentazione. Per quanto io apprezzi il suo essere sempre sorridente e la sua semplicità, è stata portata su quel palco per un rilancio professionale, reduce dagli insuccessi di Portobello e Lo Zecchino d’oro. Lei aveva trovato la sua dimensione ed il suo successo ne La prova del cuoco, lasciarla dopo 18 anni è stato un atto di coraggio ed un salto nel buio.
Veniamo alla gara. Ventiquattro campioni (adesso 23 per la defezione di Morgan e Bugo), sono davvero tanti da ascoltare in una sola serata soprattutto per i tanti ospiti che si sono alternati alle loro esibizioni. Decisamente troppe quasi 6 ore piene di trasmissione, e se gli addetti ai lavori restano incollati alla poltrona fino alla fine e manifestano tra loro solidarietà a suon di tweet, parte del pubblico di casa inevitabilmente lo perdi. Ed è un vero peccato.
Siamo a poche ore dalla finale e dalla proclamazione del vincitore di questa settantesima edizione del festival di Sanremo e qualche considerazione per mero gusto personale, concedetemela. Per le nuove proposte avrei preferito Fasma ma, tra i due finalisti, sono contenta abbia prevalso Leo Gassman. La rivelazione – perché sconosciuti al grande pubblico - sono sicuramente i Pinguini Tattici Nucleari, simpatici, bravi e con una canzone che ci terrà compagnia per tanto tempo. Tra i miei favoriti anche Francesco Gabbani il quale ha dimostrato nuovamente di saperci giocare con la musica e con le parole. Rancore ed Anastasio, due pezzi da 90 per la scena rap che meriterebbero entrambi un riconoscimento ma mi riterrò soddisfatta anche se lo avrà uno solo dei due. Gli artisti più discussi Junior Cally ed Achille Lauro, il primo al di là del brano piacevolissimo, sembra abbia avuto una conversione presentandosi sul palco senza la famigerata maschera e ieri di bianco vestito, da sempre il colore della purezza. Achille Lauro con il suo look ha lasciato il segno: purché se ne parli tutto va bene e su di lui i social si sono scatenati, e la Sala Stampa ha dimostrato di apprezzarlo di più rispetto alla demoscopica. Piero Pelù è una conferma che il rock non è solo hard, il cuore di uno zio ha avuto il sopravvento ed ha portato un brano davvero bello e poi a lui va un plauso per aver avuto il coraggio di mettersi in gioco. Eccezion fatta per Tosca alla quale non si può davvero dire nulla, non sono emerse particolarmente le altre presenze femminile, forse un po’ Levante ha destato qualche attenzione in più. Poi ci sono i cosiddetti punti fermi come Diodato e Raphael Gualazzi dai quali sai che avrai un brano di tutto rispetto.
Ma andiamo nel dettaglio ed in ordine di esibizione in attesa della finale:
Paolo Jannacci – Voglio parlarti adesso: delicata dedica di un padre al figlio. Paolo è bravo ma c’è troppo l’imprinting del padre senza però quel guizzo che ha permesso la sua ascesa artistica.
Rancore – Eden: mi è piaciuto dal primo ascolto, è uno che il rap lo conosce nel profondo. Il brano ha un riff che lo rende radiofonico.
Giordana Angi – Come mia madre: ha sforzato troppo la voce non rendendo perfetta l’esecuzione.
Francesco Gabbani – Viceversa: se vincesse sarebbe un bel colpaccio! Il pezzo è estremamente orecchiabile, lui è bravo davvero.
Raphael Gualazzi – Carioca: la canzone è orecchiabile, lui indiscutibilmente bravo. Arriverà nella top ten.
Pinguini Tattici Nucleari – Ringo Starr: estremamente radiofonici, molto Lo Stato Sociale ma funzionano alla grande.
Anastasio – Rosso di rabbia: questa sera è carichissimo ed uno che potrebbe riservarci qualche (in)aspettata sorpresa.
Elodie –Andromeda: troppo stile Mahmood, funzionerà in radio ma da questo palco non avrà molto.
Riki – Lo sappiamo entrambi: canzone adolescenziale ma d’altronde il suo target è quello.
Diodato – Fai rumore: confermo quanto detto la prima sera, canzone in pieno stile sanremese. Lui elegante nella voce e sul palco.
Irene Grandi – Finalmente io: speravo di ricredermi con più ascolti, per me continua ad essere un no. Dagli autori del brano mi aspettavo qualcosa di più.
Achille Lauro – Me ne frego: è un uomo che fa spettacolo e se ne sta fregando altamente di ciò che pensano di lui.
Piero Pelù – Gigante: una volta era un rocker dal cuore duro, oggi ha un cuore tenero. Un cuore di zio. Convince in tutte le salse.
Tosca – Ho amato tutto: ha classe, voce ed un brano estremamente sanremese.
Michele Zarrillo – Nell’estasi e nel fango: Un leggero cambio di stile per lui ma il risultato è comunque piacevole.
Junior Cally – No grazie: le polemiche sono un rcordo lontano, No grazie è un brano che prende ad ogni ascolto di più.
Le Vibrazioni – Dov’è: al di là della canzone che risulta piacevole, è bellissimo l’aver interpretato il testo nella lingua dei segni ed aver riportato il M° Beppe Vessicchio a Sanremo.
Alberto Urso – Il sole ad est: bravo ma fuori contesto questa fusione tra pop e lirica.
Levante – Tikibombom: ha un brano interessante, l’interpretazione è buona.
Bugo e Morgan – Sincero: squalificati per defezione.
Rita Pavone – Niente (Resilienza 74): è carichissima e molto rock ma onestamente il brano nulla di che.
Enrico Nigiotti – Baciami adesso: si direbbe senza infamia e senza lode.
Elettra Lamborghini – Musica (e il resto scompare): non si può definirla cantante ma il brano ci perseguiterà per parecchi mesi.
Marco Masini – Il confronto: festeggia i trent’anni di carriera con un brano nel suo stile.
La classifica della Sala Stampa
1 Diodato
2 Francesco Gabbani
3 Pinguini Tattici Nucleari
4 Le Vibrazioni
5 Piero Pelù
6 Tosca
7 Rancore
8 Elodie
9 Achille Lauro
10 Irene Grandi
11 Anastasio
12 Raphael Gualazzi
13 Paolo Jannacci
14 Rita Pavone
15 Levante
16 Marco Masini
17 Junior Cally
18 Elettra Lamborghini
19 Giordana Angi
20 Michele Zarrillo
21 Enrico Nigiotti
22 Riki
23 Alberto Urso
Sara Grillo
ph Gian Mattia D'alberto La Presse
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