Dopo tante polemiche e tantissima confusione è giunto il momento di dare la parola al campo per l’attesissimo derby d’Italia valido per la 26ª giornata di campionato.
FORMAZIONI UFFICIALI:
JUVENTUS (4-3-3): 1 Szczesny; 16 Cuadrado, 4 De Ligt, 19 Bonucci, 12 Alex Sandro; 30 Bentancur, 8 Ramsey, 14 Matuidi; 11 Douglas Costa, 21 Higuain, 7 Cristiano Ronaldo.
A disposizione: 31 Pinsoglio, 77 Buffon, 2 De Sciglio, 3 Chiellini, 5 Pjanic, 6 Khedira, 10 Dybala, 13 Danilo, 24 Rugani, 25 Rabiot, 33 Bernardeschi.
Allenatore: Maurizio Sarri.
INTER (3-5-2): 1 Handanovic; 37 Skriniar, 6 de Vrij, 95 Bastoni; 87 Candreva, 8 Vecino, 77 Brozovic, 23 Barella, 15 Young; 9 Lukaku, 10 Lautaro.
A disposizione: 27 Padelli, 46 Berni, 2 Godin, 5 Gagliardini, 7 Sanchez, 13 Ranocchia, 18 Asamoah, 20 Borja Valero, 24 Eriksen, 30 Esposito, 33 D'Ambrosio, 34 Biraghi.
Allenatore: Antonio Conte.
LA SQUADRA ARBITRALE: Arbitro: Guida.
Assistenti: Meli, Carbone. Quarto Uomo: Maresca.
VAR e Assistente VAR: Mazzoleni, Paganessi.
LA CRONACA:
Per vedere il primo tiro in porta della partita bisogna attendere appena 45 secondi quando Vecino recupera palla a seguito di un errore in disimpegno da parte della Juventus e calcia verso la porta senza però avere la dovuta precisione. La prima risposta bianconera arriva al quarto minuto quando Douglas Costa cerca un traversone che viene però respinto da Young. Pochi istanti più tardi è una combinazione tra il brasiliano e Higuain a produrre il primo tiro verso la porta di Handanovic ma senza impensierire il portiere nerazzurro. Sul calcio d’angolo seguente arriva però la prima vera grande parata del portiere sloveno chiamato a disinnescare un colpo di testa pericoloso di De Ligt. Dopo questi iniziali continui capovolgimenti di fronte i ritmi si abbassano nei minuti successivi e la Juventus prende progressivamente campo. Il primo tentativo di conclusione di Ronaldo arriva al 15º ma l’azione personale dell’attaccante portoghese si conclude con un tiro troppo centrale che non impegna Handanovic. Al 23º ottima azione difensiva di Young che disinnesca un’iniziativa personale di Cuadrado. La seconda parte del primo tempo è caratterizzata invece da un atteggiamento dell’Inter decisamente più intraprendente con azioni che si sviluppano con sempre maggior continuità soprattutto sugli esterni. Al 27º ci prova di testa De Vrij sugli sviluppi di calcio d’angolo ma la palla termina fuori. Al 34º bella azione manovrata dell’Inter che libera al tiro Candreva dal limite dell’area con la palla che termina non distante dalla porta difesa da Szczesny. Al 34º l’Inter conquista un calcio di punizione dal limite dell’area di rigore per un fallo ai danni di Lautaro Martínez. Posizione questa che sarebbe stata perfetta per Eriksen ma tocca a Lautaro battere a rete, con risultati disastrosi e l’occasione sfuma. Due minuti più tardi ci riprova l’Inter con una combinazione rapida tra Lautaro e Brozovic con il croato che calcia verso la porta ma trova l’efficace parata di Szczesny. Sostanzialmente è questa l’ultima occasione di un primo tempo in cui entrambe le squadre sono andate molto a sprazzi ma nessuna delle due ha saputo trovare il guizzo vincente.
Primi minuti del secondo tempo che vedono l’Inter cercare di attaccare e la prima conclusione arriva dalla distanza con il tiro di Brozovic che viene però smorzato dalla retroguardia bianconera prima che possa impensierire realmente Szczesny. Sul successivo ribaltamento di fronte arriva il gol del vantaggio della Juventus sugli sviluppi di un’azione personale di Matuidi che arriva sul fondo dalla fascia e crossa un pallone che Ronaldo addomestica e rende giocabile per Ramsey: la conclusione del centrocampista gallese viene anche deviata da De Vrij che fa assumere al tiro una traiettoria che Handanovic non riesce più ad intercettare. Da qui in avanti basterebbe un enorme spazio bianco per descrivere la partita dell’Inter che dopo aver subìto lo svantaggio esce completamente dalla partita consegnando totalmente il gioco nelle mani della Juventus che può lungamente passeggiare e muovere palla senza la minima pressione da parte dell’Inter che diventa uno sparring partner di quelli che si scelgono tra i dilettanti per fare le partitelle del giovedì in allenamento. La Juve dal canto suo sceglie quasi di non affondare, preferendo invece amministrare le energie, per fortuna dell’Inter. Sarri fa entrare Dybala e cambia totalmente ritmo alla partita. Al 67º è proprio Dybala che da posizione centrale fa uno slalom tra i birilli della difesa dell’Inter, che, completamente immobili, permettono al giocatore argentino una facile ed irridente giocata appena entrato in area di rigore; l’ex giocatore del Palermo disegna da terra una traiettoria che si infila alle spalle di Handanovic. Con il raddoppio sostanzialmente finisce la partita e diventa totalmente inutile il tempo che separa le squadre dal 90º. Conte fa entrare Eriksen molto tardivamente ma il danese è protagonista dell’unico tiro verso la porta del secondo tempo quando approfitta di un errore in disimpegno da parte di De Sciglio e si presenta in area calciando in modo molto pericoloso per Szczesny ma non cambia nulla e la partita scorre ineluttabilmente verso la fine, sancendo una prestazione vergognosa nel secondo tempo da parte dell’Inter che esce clamorosamente ridimensionata da questa sfida che poteva davvero avere un valore simbolico notevole ed invece si trasforma in una clamorosa debacle. I nerazzurri pagano incomprensibilmente una preparazione fisica imbarazzante che ha portato l’Inter dopo 15 giorni di riposo ad essere totalmente scoppiata dal punto di vista fisico e la presunzione di un allenatore pagato 12 milioni di euro che non cambia una virgola del suo modo di giocare da inizio stagione e lascia per l’ennesima volta in panchina Eriksen perché “non è Vidal”, come se solo Vidal fosse più forte dei giocatori che giocano oggi dell’Inter. Ma il campo dice altro e lo dice chiaramente nonostante la rivoluzione estiva voluta da Marotta e Conte: nelle partite che contano l’Inter si è dimostrata per l’ennesima volta negli ultimi anni una squadra di mercenari senza dignità che hanno trasformato le giuste battaglie della società fuori dal campo in una figura barbina senza precedenti perché sul campo nessuno ha saputo dimostrare di tenere alla maglia che indossa e onorare il lauto stipendio che ogni mese percepisce. La speranza è che la stagione dei nerazzurri finisca qui e che per alcuni mesi nessuno di questi mercenari indossi la maglia dell’Inter.
A livello di prestazioni individuali si “salvano” soltanto Handanovic, incolpevole sui gol e positivo in alcuni interventi dove si nota la personalità diversa che era mancata nelle ultime partite con il portiere sloveno indisponibile e Young; il difensore inglese è un buon protagonista almeno nel primo tempo. La media voto degli altri giocatori nerazzurri si aggira tra il 2 ed il 4 con una menzione particolarmente negativa per gli inesistenti e vergognosi Lautaro Martínez e Lukaku. Ma il voto peggiore in pagella lo merita senz’altro Conte che fallisce da prova più importante in modo clamoroso confermando ed alimentando tutti i dubbi su un integralismo tattico e comportamentale di facciata che non sta portando da nessuna parte.
Federico Ceste
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