In un’Italia che sta affrontando un nemico invisibile e di cui sta scoprendo pian piano le strategie per poterlo eliminare del tutto, #iorestoacasa ha reso ben presto necessaria una condizione ineluttabile e inderogabile che è quella di mangiare o quanto meno di assicurarsi dei pasti dignitosi per poter vivere.
Nella conferenza stampa tenutasi il 28 marzo, la seconda in cui non è più presente la bandiera della Presidenza del Consiglio, il premier Conte insieme al Ministro delle Finanze Gualtieri ha annunciato uno stanziamento di 400 milioni di euro. Questi soldi saranno erogati sotto forma di buoni acquisto e destinati alle persone in difficoltà economiche e permettere loro di comprare alimenti e beni di prima necessità. Il Ministero dell’Interno provvederà poi a distribuire ad ogni comune quanto stabilito dal Fondo di Solidarietà in due rate: la prima, pari al 66% cioè 4.3 miliardi, entro il mese di Maggio e l’altra entro Ottobre. Il Fondo di solidarietà comunale 2020 è stabilito nella somma complessiva di 6.199.513.364,88 euro. Per i buoni pasto ciò che ci si chiede è: come verranno gestiti dalle amministrazioni comunali queste somme? Gli amministratori locali dovranno stabilire chi ha davvero bisogno e chi no? Quali saranno i criteri per operare questa scelta? Probabilmente verranno utilizzati criteri basati sull’ISEE familiare o personale, saranno le amministrazioni locali che vaglieranno il tutto? Quanto tempo sarà necessario perché tutto ciò avvenga e quali saranno i canali attraverso i quali fare richiesta? In una normale situazione tutto ciò e il vaglio di chi ha bisogno e chi no, potrebbe essere di normale routine. In questa emergenza che da una parte ha imposto un distanziamento sociale(quindi no assoluto a file nei propri comuni di appartenenza per fare domanda) e dall’altra è chiaro che questo aiuto alle famiglie debba essere erogato con la massima urgenza, perché la fame di certo non aspetta la burocrazia e i suoi iter. Qualcuno ha fatto calcoli che sono stati definiti semplicistici, perché 400 milioni di euro su 60 milioni di italiani sarebbero quasi 7€ a testa al mese, che è il prezzo di un pasto completo probabilmente all’interno dei ristoranti riservati ai nostri politici. Pur volendo ipotizzare che ‘solo’ 30 milioni di italiani( quindi la metà) faranno richiesta dei buoni, sono sempre 13/14 € al mese!
In tutto questo scenario che ha cambiato improvvisamente, da un giorno ad un altro le nostre vite e i nostri progetti di vita, l’Europa, per la quale abbiamo dovuto abbandonare la nostra cara e amata Lira, non ci ha dato la mano che speravamo tutti. Dobbiamo, invece, ringraziare la Cina, che ha inviato dispositivi medici e personale specializzato, stessa cosa dicasi per la Russia, in cui mezzi sono stati personalizzati con cuori (nel cui interno ci sono la bandiera italiana e russa), uniti dalla scritta ‘Dalla Russia con amore’. Ringraziamo Cuba che ha inviato 53 persone tra medici e infermieri in supporto dei loro colleghi in Lombardia, ma un ringraziamento speciale va alla vicina Albania. È toccante e commovente quanto afferma il primo ministro albanese, Edi Rama: “…l’Italia e i fratelli italiani ci hanno salvati, ospitati e adottati in casa loro quando l’Albania bruciava di dolori immensi… noi non siamo ricchi e nemmeno privi di memoria". Ha messo a disposizione 30 persone, tra medici e infermieri, per aiutare l’Italia e per renderle grazie dell’aiuto che ha offerto a tutti gli albanesi arrivati nel nostro paese negli anni ’90.
Proprio in quegli stessi anni la Germania, dopo la caduta del muro di Berlino( 9 Novembre 1989) stava rischiando il terzo default a causa dei debiti di guerra che aveva maturato(nel 1945 la Germania aveva raggiunto un debito 23 miliardi di dollari, debito che fu preteso solamente dai sovietici). Nel 1953, 21 paesi, tra cui anche l’Italia e la Grecia, decisero di ridurre del 50% i 23 milioni di debito, permettendo alla Germania di pagarlo in 30 anni. L’altra metà sarebbe dovuto essere rimborsato in seguito alla caduta del muro di Berlino, ma l’allora cancelliere Kohl si oppose alla rinegoziazione e anche questa volta l’Italia e la Grecia rinunciarono a quanto dovuto.
Quando si dice che gli amici si riconoscono nel momento del bisogno…
(foto: illustrazione di Pawel Kuczynski)
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