Dopo la conferma di Antonio Conte sulla panchina nerazzurra stanno prendendo il via varie operazioni di mercato rimaste sottotraccia fino a questo momento sia per il prolungarsi della stagione europea, che ha visto i nerazzurri arrivare fino all’atto conclusivo dell’Europa League, che per le incertezze legate al futuro del tecnico. Ora che è chiaro che la guida tecnica dei nerazzurri sarà affidata nuovamente a Conte le trattative di mercato stanno ricevendo un inevitabile impulso: sullo sfondo c’è senz’altro un’attenta valutazione lo scenario legato a Messi mai così vicino a lasciare il Barcellona e sogno mai nascosto del mondo nerazzurro da sempre affascinato dall’idea di portare all’ombra del Duomo il calciatore più forte del mondo. Certamente non manca la concorrenza potenzialmente pericolosa del Manchester City ma va detto che gli inglesi hanno già scampato il pericolo di una sanzione dall’Uefa per violazione delle regole del Financial Fair Play e potrebbero trovare una seria opposizione anche dalle altre squadre inglesi in quanto i club rivali del Manchester City avrebbero già presentato una sorta di diffida a procedere per questa clamorosa trattativa. Un po’ per lo stesso motivo potrebbe essere scartata l’ipotesi di un approdo di Messi al Paris Saint-Germain, dove sono già presenti vari giocatori con ingaggi faraonici e aggiungere a questo monte-ingaggi un elemento non esattamente economico come Messi potrebbe attirare sul club parigino gli occhi poco amichevoli della Uefa che in passato hanno già graziato sia la formazione inglese che quella parigina e le rispettive proprietà arabe. Ma gli organi di controllo della Uefa potrebbero cambiare atteggiamento a fronte di una nuova spesa folle da parte di uno di questi due club. Sono essenzialmente questi i motivi che potrebbero clamorosamente rendere non del tutto fantasiose le voci che avvicinano il fuoriclasse argentino all’Inter.
Si passa però da questo ipotetico sogno allo sviluppo di un piano di rafforzamento che se sarà concretizzato, per come sembra essere partito, lascia non poche inquietudini a buona parte del popolo nerazzurro. I poteri manageriali che sembra aver conquistato, non si sa quanto meritatamente Antonio Conte, potrebbero indirizzare le ricerche di mercato su vecchi “pallini” del tecnico salentino che in realtà si potrebbero definire vere e proprie ossessioni verso profili tecnici senza i quali l’allenatore sembrerebbe far fatica ad allenare e davvero non si comprende come possano entrare nelle attenzioni dei nerazzurri giocatori del calibro di Kolarov che porta in dote una carta d’identità piuttosto carica di anni e Vidal che oltre ad essere avanti con l’età, porta in dote anche una serie di esperienze fuori dal campo tutt’altro che invidiabili. Esse spaziano da una quantità infinita di macchine di lusso sfasciate, ad una serie infinita di tassi alcolemici sopra la media rilevati dalle polizie di mezzo mondo che, proprio in abbinamento ad una carta d’identità non verdissima, fanno pensare ad un prossimo declino irreversibile del giocatore dal punto di vista tecnico. Sembrano essere stati messi in dubbio addirittura i profili di Eriksen e Skriniar che in ogni società normale sarebbero messi al centro del progetto per qualità, età e futuribilità dei profili dal punto di vista tecnico; invece in questa Inter sono i primi a finire sul mercato perché difficilmente collocabili in un modulo che Antonio Conte in un anno non è mai riuscito a cambiare ed a quanto pare anche per il prossimo anno ci sarà un mono modulo caratterizzato da scarsissima qualità, un pressing feroce che metterà a rischio costantemente la tenuta fisica dei giocatori nell’arco dei 90 minuti e probabilmente non cambierà nulla nemmeno sul fronte dei cambi spesso inutili e tardivi. Altre conferme sul progetto legato a giocatori avanti con l’età arrivano anche dal rallentamento incomprensibile con cui l’Inter sta tergiversando sulla conclusione di alcune trattative impostate da mesi come quelle legate a Kumbulla del Verona e Tonali del Brescia che certamente mancano di esperienza ma altrettanto innegabilmente sono due dei migliori profili in chiave futura espressi nella scorsa stagione nel nostro campionato e che quindi potrebbero davvero rappresentare un investimento decisamente lungimirante. Al contrario, sarebbe folle inseguire obiettivi come Kolarov, Dzeko o Vidal che sarebbero innegabilmente all’ultimo contratto della carriera e che difficilmente potrebbero essere assorbiti da altri club in caso di più che probabile fallimento dell’esperienza all’Inter o magari di allontanamento prematuro dello stesso Conte che ora tanto sta spingendo per portarli a Milano. Con ogni probabilità infatti nessun’altro allenatore che potrebbe sedersi sulla panchina dell’Inter dopo Conte accetterebbe di puntare su questi giocatori “stagionati” per il suo progetto di squadra.
La conferma di Conte dopo tutto quanto successo nella scorsa stagione ed un chiarimento che è sembrato avere i contorni più di una pace armata piuttosto che di una reale fiducia rinnovata nel tecnico pugliese non convince del tutto, e dunque seguire così ciecamente di obiettivi di mercato voluti da Conte sembra essere paradossale e per certi versi masochista. Conte nella scorsa stagione ha dimostrato di perdere un po’ troppo facilmente le staffe con pesanti attacchi pubblici sull’operato di diversi membri della società per cui è tesserato e lautamente retribuito, senza mai arrivare ad una sola parola di autocritica sul proprio lavoro, quindi la concessione di una sorta di carta bianca sulle strategie di mercato allo stesso Conte lascia molto perplessi. Così come lascia più di qualche dubbio la convinzione con cui Conte e l’Inter hanno deciso con il patto di Villa Bellini di prolungare la permanenza del tecnico sulla panchina nerazzurra. Sembra evidente che più che per reale convinzione l’Inter lo abbia confermato per il peso economico che un eventuale esonero non consensuale avrebbe comportato per le casse della società. L’analisi del passato del tecnico pugliese piuttosto abituato a logorare gli ambienti in cui lavora fino all’inevitabile fine del rapporto professionale con un esonero e conseguente lauto pagamento è risaputa. Anche in questo caso sembrava questo il finale scritto al termine della prima stagione di Conte con la staffetta già vista ai tempi della Juventus con Allegri pronto a subentrare a Conte anche sulla panchina dell’Inter. Questo cambio avrebbe senz’altro portato normalità comunicativa, duttilità tattica ed una visione complessiva meno autolesionista. Ma almeno per il momento ed auspicabilmente soltanto per il momento, il finale è diverso. Resta da capire quale sarà la reazione di Conte alle prime sconfitte sul campo oppure ai primi obiettivi di mercato non centrati dalla società. Perché se è vero che l’ex allenatore di Juventus e Chelsea ha ottenuto il perdono per le diverse uscite fuori tempo e fuori luogo della prima stagione è auspicabile che difficilmente otterrà il medesimo trattamento durante la seconda stagione se questi comportamenti decisamente poco professionali e spesso lesivi dell’immagine pubblica della stessa società Inter dovessero ripetersi con continuità.
In misura cautelativa da parte della società sarebbe decisamente opportuno non piegarsi totalmente ai capricci tecnici di Conte e soprattutto non dilapidare il patrimonio di giocatori giovani e futuribili come i già citati Eriksen e Skriniar non visti di buon occhio dal tecnico attualmente seduto sulla panchina nerazzurra, ampiamente sacrificabili per fare spazio ad una serie di vecchie glorie all’ultimo lauto contratto di carriera. Se al contrario però il progetto Conte dovesse naufragare, cosa peraltro non improbabile viste le costanti bizze del tecnico salentino, i nerazzurri si troverebbero infatti non soltanto con le zavorre rappresentate dalle vecchie glorie voluta da Conte, che peraltro sarebbero impossibili da piazzare altrove, ma ancheme forse soprattutto, senza i giovani di prospettiva da cui ripartire nell’ipotetico post-Conte. Ecco perché perdere giovani attualmente in rosa o rinunciare ad acquisti di sicura prospettiva come Kumbulla e Tonali che sono solo l’esempio di una strategia corretta e lungimirante, sarebbe un danno incalcolabile per il patrimonio tecnico della società che avrebbe ripercussioni non soltanto nell’immediato ma soprattutto negli anni futuri e questo sarebbe l’errore più grande che l’Inter possa commettere : è dunque un preciso dovere di tutta la società Inter fare di tutto perché questo errore venga evitato. Perseguire la strategia delle vecchie glorie potrebbe infatti costare all’Inter molto più caro di quanto non sarebbe costato esonerare subito Conte.
Ecco perché si può dire che sono molti di più i dubbi e le perplessità rimaste sul tavolo e legate al futuro dell’Inter ed alle sue strategie rispetto ai chiarimenti emersi dopo il vertice che ha sancito la pace temporanea tra Conte e l’Inter. Probabilmente l’unico elemento in grado di scompaginare e contemporaneamente mettere ordine in tutti questi dubbi sarebbe proprio il clamoroso arrivo di Messi, capace da solo di riscrivere le strategie, ridimensionare lo smisurato egocentrismo di Conte e fungere da garanzia indiscutibile e universalmente riconosciuta di un progetto vincente nell’immediato ma anche nel futuro. Un futuro che a quel punto andrebbe avanti sulla giusta strada a prescindere dalla presenza di un allenatore piuttosto che di un altro.
Federico Ceste
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