LE FORMAZIONI UFFICIALI:
INTER (3-4-1-2): 1 Handanovic; 33 D’Ambrosio, 95 Bastoni, 11 Kolarov; 15 Young, 23 Barella, 77 Brozovic, 14 Perisic; 24 Eriksen; 9 Lukaku, 10 Lautaro.
A disposizione: 97 Radu, 2 Hakimi, 5 Gagliardini, 7 Sanchez, 12 Sensi, 13 Ranocchia, 22 Vidal, 29 Dalbert, 31 Pirola, 37 Skriniar, 44 Nainggolan, 99 Pinamonti.
Allenatore: Antonio Conte.
FIORENTINA (3-5-2): 69 Dragowski; 4 Milenkovic, 17 Ceccherini, 22 Caceres; 25 Chiesa, 34 Amrabat, 5 Bonaventura, 10 Castrovilli, 3 Biraghi; 7 Ribery, 11 Kouame.
A disposizione: 1 Terracciano, 6 Borja Valero, 8 Duncan, 9 Vlahovic, 18 Saponara, 20 Pezzella, 21 Lirola, 23 Venuti, 28 Montiel, 32 Dalle Mura, 63 Cutrone, 98 Igor.
Allenatore: Giuseppe Iachini.
LA SQUADRA ARBITRALE:
Arbitro: Calvarese.
Assistenti: Fiorito, Liberti.
Quarto Uomo: Maresca.
VAR e Assistente VAR: Giacomelli, Preti.
LA PARTITA:
Avvio di gara che si può definire traumatico per i nerazzurri che dopo neanche tre minuti di gioco subiscono il gol da parte della Fiorentina. L’azione nasce da una palla persa in un contrasto da parte di Eriksen che porta ad un contropiede da parte della formazione viola; Biraghi si presenta in zona cross ed approfittando anche di un errato posizionamento della retroguardia ed in particolare di Kolarov, Bonaventura e Kouamè confezionano il più facile dei gol presentandosi entrambi a tu per tu con Handanovic senza la minima opposizione difensiva da parte dell’Inter. Il risultato si sblocca dunque immediatamente in favore della squadra di Beppe Iachini. La reazione dei nerazzurri è piuttosto sterile perlomeno per quanto riguarda i minuti immediatamente successivi: la formazione di Conte infatti alza il proprio baricentro ma la circolazione di palla proposta è spesso troppo lenta e prevedibile così da non creare particolari problemi agli avversari. Dal canto suo la Fiorentina riesce nel migliore dei modi a sfruttare le ripartenze per rendersi pericolosa. Al 17º occasione per la formazione ospite di rendersi pericolosa con una azione personale di Ribery che serve Kouamè ma l’ex nerazzurro manca di freddezza sotto porta. Sul successivo ribaltamento di fronte una palla in verticale di Eriksen e un tocco pregevole da parte di Lukaku mettono Lautaro nelle condizioni di rendersi pericoloso; l’argentino viene contrastato da Caceres e inizialmente l’arbitro concede il calcio di rigore ma dopo la revisione della VAR cambia decisione e dunque si ricomincia col possesso palla viola. Al 24º buona occasione per la Fiorentina che sugli sviluppi di un calcio piazzato arriva alla conclusione con il colpo di testa di Milenkovic che però termina alto. Come detto inizialmente la Fiorentina si affida prevalentemente alle ripartenze mentre l’Inter sembra mancare di cattiveria al momento della stoccata decisiva. Gli ultimi minuti della prima frazione di gioco sono caratterizzati da un errore sotto porta da parte di Kouamè e dal pareggio dell’Inter nei minuti di recupero. Un’azione personale di Barella che porta palla con grande rapidità da una parte all’altra del campo è il grimaldello che apre la retroguardia viola fornisce un assist prezioso Lautaro Martínez che con un tiro a giro riesce a mettere la palla alle spalle del portiere polacco della Fiorentina, riequilibrando dunque il punteggio all’ultimo respiro del primo tempo.
Ad inizio ripresa i ritmi non sono altissimi ma l’Inter prova a cercare di sviluppare gioco con maggior costanza nella metà campo offensiva; al 49º occasione per Lukaku che però manca l’impatto per la deviazione vincente sotto porta. Al 52º buona giocata in fase di recupero palla da parte di Eriksen che prova a lanciare in profondità Lautaro Martínez che nel tentativo di girare il pallone nello specchio della porta trova la fortunata deviazione di Ceccherini che manda il pallone imparabilmente alle spalle del proprio portiere Dragowski. Pochi minuti più tardi però la Fiorentina riesce a distendersi in modo efficace e un’azione personale davvero pregevole da parte di Ribery mette Castrovilli nelle condizioni migliori per calciare in porta e il giovane talento si fa trovare pronto riportando la Fiorentina sul risultato di parità con una conclusione che Handanovic non riesce ad intercettare. La reazione dell’Inter è immediata con una ripartenza che però Perisic spreca con un tiro da distanza ravvicinata tutt’altro che precisa. Pochi minuti più tardi ancora una volta la difesa nerazzurra si fa trovare completamente sbilanciata sugli sviluppi dell’ennesima azione personale di Ribery che può utilizzare tutta la sua tecnica per fornire un assist prezioso per Federico Chiesa che sul palo opposto si fa trovare pronto e con un tocco sotto dolcissimo batte Handanovic al 63º minuto di gioco. Inizia in questo momento della gara la classica girandola di cambi che porta l’Inter ad inserire man mano Nainggolan, Vidal, Sensi e Hakimi. Nei minuti successivi Lukaku spreca due clamorose occasioni per raggiungere il pareggio mancando l’appuntamento col pallone in condizioni molto favorevoli. Quando la partita sembrava ormai essere letteralmente stregata i nerazzurri riescono a trovare il guizzo vincente con Hakimi che pochi istanti dopo il suo ingresso in campo fa vedere un saggio delle sue qualità mettendo un pallone teso in mezzo che Lukaku riesce a deviare in rete, riscattando parzialmente una prestazione davvero opaca costellata da gravi errori sotto porta. L’Inter trova da questa occasione grande fiducia e continua a spingere e meno di tre minuti più tardi i nerazzurri trovano anche il gol del sorpasso definitivo con D’Ambrosio che svetta di testa e devia in porta una traiettoria tesa in area di rigore. Poco prima del 90º l’Inter dunque trova la giocata da tre punti ribaltando un risultato ormai compromessa.
Questa prima uscita stagionale in campionato ha evidenziato grossi limiti soprattutto a livello difensivo che qualora dovessero essere confermati anche delle prossime prestazioni potrebbero compromettere le ambizioni stagionali dell’Inter e probabilmente un recupero di Skriniar, unito e non alternativo all’acquisto di un giocatore di esperienza come Smalling potrebbe rivelarsi davvero utile alla causa nerazzurra.
Federico Ceste
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