La storia della canzone romana da Gabriella Ferri a Trovajoli, passando attraverso Franco Califano: la vita dell' artista si intreccia a quella della città eterna e a raccontarla sono le voci di Maurizio Mattioli e Nadia Natali, premio Sanpietrino d’oro marguttiano della Fondazione Luigi Magni, nello spettacolo "Io nun piango (o almeno ce provo)" in scena al Teatro Roma fino al 18 dicembre.
Sul palco del Teatro Roma l'attore Maurizio Mattioli racconta la vita e la storica amicizia con il maestro Franco Califano. Le canzoni, i monologhi e le poesie raccontano i suoi trascorsi e sentendo l'interpretazione e le spiegazioni si apprende la straordinaria modernità di pezzi ormai storici.
Non è stata una vita semplice quella di Califano: un'infanzia difficile, segnata dalla solitudine, che crescendo ha voluto colmare con l'amicizia e l'amore. Così, frasi storiche acquistano un altro valore. "Te saluto gioventù, te ne sei annata pure tu", nella celebre L'ultimo amico va via, Califano l'ha scritta a 20 anni. A 18 una poesia sulla libertà, libertà che gli è stata negata per tempo sulla base di accuse dimostrate poi infondate.
Il gran finale dello spettacolo è sulle note di "Tutto il resto è noia" intonato a gran voce dal pubblico in sala che ha visto emozionarsi e cantare con trasporto anche i più giovani.
La voce di Nadia Natali ha reso omaggio a Gabriella Ferri, insieme hanno proposto brani storici del Rugantino e ospitato sul palco il compositore Alberto Laurenti, autore per lo stesso Califano, per Gabriella Ferri e altri artisti.
Due ore di spettacolo, musica, riflessioni e qualche risata strappata da Maurizio Mattioli che interagisce con il pubblico con la genuinità e la simpatia con cui lo conosciamo.
Oltre le due voci, la musica eseguita da Stefano Zaccagnini alla chitarra e Paolo Petrilli alla fisarmonica, anche loro musicisti di Franco Califano.
"Io nun piango (o almeno ce provo)" al Teatro Roma, Via Umbertide, fino al 18 dicembre.
Enrica Di Carlo
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