Il rispetto, il silenzio, il dolore veramente “oltre i colori” per la morte prematura del campione nel calcio come nella vita Sinisa Mihajlovic. Negli ultimi giorni la sua situazione si è aggravata in modo irreversibile e si è spento a 53 anni, con la moglie Arianna e i figli accanto, come sempre.
Oggi lo piangono tutti: i suoi tifosi, i compagni di squadra, i colleghi allenatori, i giocatori che ha allenato, ma anche gli avversari, quelli che in campo non riuscivano a passare dalle sue parti e temevano le punizioni calciate a 160 km/h. Ha indossato le maglie di Roma, Lazio Sampdoria, Inter e seduto, tra le altre, sulle panchine di Fiorentina, Milan e per ultima il Bologna raccogliendo consensi in ovunque. Nel 2019 ci ha commosso raccontando della malattia che lo aveva colpito: l’annuncio della leucemia, le lacrime a stento trattenute, per comunicare che avrebbe affrontato e battuto anche questo nemico. E lui, che la guerra sa veramente cos’è, ha combattuto anche questa, l’aveva sconfitta a testa alta, parlandone con fierezza.
È tornata, però, spavalda a marzo del 2022. “È coraggiosa, visto che sfida un’altra volta uno come me”, aveva detto col sorriso beffardo che lo ha sempre contraddistinto. Solo due settimane fa aveva raggiunto Zeman in una libreria a Roma per la presentazione del libro del boemo. Una sorpresa per il tecnico e non solo.
Fino a quattro giorni fa, quando la situazione è precipitata.
“Una morte ingiusta e prematura” così l’ha definita la moglie Arianna nel comunicato che annuncia la morte di Sinisa. Perché nonostante la gravità della situazione, delle notizie che circolavano in questi giorni, tutti aspettavano che il guerriero Sinisa, in campo come nella vita, avrebbe vinto anche questa, scagliandola come la più pericolosa delle punizioni dove nessuno poteva arrivare.
La retorica del guerriero che le vince tutte, però, non appartiene alla vita vera e questa volta la malattia ha avuto la meglio.
I social danno voce alla commozione e all’affetto che tutti gli vorrebbero far sentire. Il mondo dello sport, dello spettacolo, della stampa lo salutano ricordando le imprese che ha compiuto dentro e fuori dal campo.
Enrica Di Carlo Foto Emanuele Gambino
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