Ricorso respinto, quindi è ufficiale: Lazio-Empoli senza Curva Nord. I cori razzisti indirizzati ai giocatori del Lecce Umtiti e Banda costano alla Lazio un turno di campionato con il settore chiuso. Il giudice sportivo ha spiegato che il referto arbitrale riferiva che "la quasi totalità dei tifosi biancocelesti (circa 1000 dei 1072 occupanti il settore) si rendevano responsabili di ripetuti cori espressione di discriminazione razziale nei confronti dei calciatori del Lecce Banda e Umtiti". La gravità del fatto era tale da "costringere il Direttore di gara - si legge nel comunicato - ad a interrompere il giuoco per permettere l'effettuazione, da parte dello speaker, del messaggio previsto in caso di cori di discriminazione razziale, i predetti comportamenti assumono rilevanza disciplinare a norma dell'art. 28 n. 4, CGS".
Vano il tentativo della società biancoceleste di procedere con un ricorso urgente. Giusto punire fatti tanto gravi, ma la chiusura di un settore da 7000 abbonati, rischia di punire tutti e nessuno. A Lecce i colpevoli erano circa 1000 e non è detto che questi siano abbonati. Su questo puntava il ricorso presentato dal club: c'era la possibilità di identificare e punire i responsabili, senza danneggiare tifosi non coinvolti in questi fatti. Così non è stato, quindi migliaia di tifosi biancocelesti non potranno accedere al loro seggiolino all'Olimpico in occasione di Lazio-Empoli, la prima gara casalinga del 2023 della Lazio.
Intanto il tifo organizzato biancoceleste non si è fatto attendere e con un comunicato attacca l'ipocrisia di chi chiude un intero settore per un coro razzista, ma ha acconsentito ad un mondiale in un Paese veramente razzista, dove i diritti vengono regolarmente violati, per i soldi ed interessi.
Mancano poche ore al match e la Lazio, alla seconda partita dell'anno, è già obbligata a vincere, a rispondere alla sconfitta umiliante subita mercoledì a Lecce e dovrà farlo senza la spinta della sua Curva.
Enrica Di Carlo Foto Gianandrea Gambini
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