"O Coppa o morte": così Mourinho aveva spronato i suoi prima della finale contro il Siviglia perché lo sapeva e lo sa benissimo anche lui, il Re della comunicazione. Lo spartiacque della stagione era tutto lì, in 90 minuti che poi sono diventati 146 più i rigori. Una finale europea la Roma non la conquista tutti gli anni, esserci riuscito per due volte di seguito è già tanta roba come si dice ora. Vincerla avrebbe voluto dire riscrivere la storia della Roma. Lo sappiamo come è finita, "That's football": così Matic, tra i migliori in campo, ha provato a consolare un Dybala disperato. Lui il suo l'ha fatto: ha sbloccato il risultato, ha retto fino al 60^, uscito lui la Roma ha contato sui nervi, sulla tensione, un paio di occasioni d'oro negli ultimi minuti, ma soprattutto ha lasciato campo aperto al non gioco di Mourinho, allo spettacolo offerto dalla panchina, dal bordo campo, nella conferenza show fino alle accuse all'arbitro Taylor.
E così lo Special One, quello che le finali non le aveva mai perse, al primo flop è caduto nella trappola dei propri isterismi.
Se
al momento del gol del vantaggio predicava calma, ad ogni fallo, ad ogni
giallo, ad ogni decisione non condivisa, era difficile da trattenere e i
cartellini alla sua panchina non si sono contati. E se in Italia, ormai, tutti
si sono abituati, in Europa la mano non è morbida.
E
poi c'è tutto il post partita. Le parole di incoraggiamento ai suoi ragazzi,
mitigate da una conferenza ego riferita: "Meritano di più, come io merito
di più". Come a dire bravi, ma...
La
medaglia al bambino: anche qui, non facciamoci ingannare. Non è un regalo
generoso ad un giovane tifoso presente a Budapest, ma un modo subdolo per non
accettare la medaglia dei secondi classificati. Fare come gli inglesi agli
Europei vinti dell'Italia sarebbe stato un gesto troppo eclatante anche per
Mou. Meglio lanciare un messaggio positivo.
Infine,
ma veramente solo in ordine di tempo, l'attacco all'arbitro all'uscita della Puksas Arena. Ha atteso Taylor e tutta la squadra arbitrale per
poi apostrofarli così: "You’re a fucking disgrace, man!”, che tradotto
significa: “Sei una fott… disgrazia!”. E "Non avete vergogna sulla
faccia".
E se lo fa lui, si sono sentiti autorizzati a seguirlo i suoi tifosi che all'aeroporto hanno attaccato verbalmente e fisicamente Anthony Taylor e la sua famiglia.
Quindi, a testa alta solo fino al triplice fischio perché usciti dal rettangolo lo spettacolo non è stato da finale europea. Eppure la stagione non è finita. Domenica all'Olimpico arriva Lo Spezia ancora alla ricerca di punti salvezza, mentre la Roma resta in corsa per l' Europa League: può finire quinta, sesta o settima, in base anche ai risultati di Atalanta e Juventus.
Non è e non sarà come ha detto Mourinho o Coppa o morte. La Roma non è morta, anzi può subito rialzarsi. Da lunedì però si tirano le somme: o Coppa…o fallimento.
Enrica Di Carlo
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