Ciao, ci vuoi parlare del nome d’arte? Siete un gruppo?
No, in realtà non è un gruppo ma si tratta di un progetto, sono un solista seppur accompagnato da altri due ragazzi che sono Riccardo e Marco. Il progetto è tutto un viaggio un po’ mio che ho iniziato nell’inverno del 2017 dopo lo scioglimento della band a cui appartenevo e in cui ho suonato per una vita, band che si chiamava “Revofever”. Da lì ho deciso di mettermi in proprio per la prima volta nella mia vita e di fare un progetto musicale che fosse proprio tutto mio. Così è nato il progetto “Mille punti”.
Mi vuoi parlare in modo più approfondito di questo progetto?
E’ nato dal’esigenza di sfogare un po’ quelle che erano le mie passioni principali, cioè la musica psichedelica e la disco music anni ’70, autori come Battisti, che mi hanno sempre ispirato molto, perché credo che avessero un modo particolare di intendere la musica riuscendo ad utilizzare l’italiano in maniera particolare.
Perché il nome “Mille punti”?
Il nome Mille punti è uscito un po’ a caso, perché stavo cercando un nome, avendo già pronto il disco e mi serviva un nome per uscire. Appuntavo ogni cosa mi venisse in testa, finché l’ho proposto al mio produttore e mi ha dato l’ok.
L’album “Retrofuturo” quali temi tratta?
Il trait d’union di tutto il disco è il rapporto con il passato che ritorna continuamente nel presente appunto retro-futuro. Sostanzialmente nei testi volevo parlare di questa sensazione malinconica di quando tutti degli episodi del passato ritornano nella vita di tutti i giorni. Sono emozioni che sentivo molto nel periodo in cui avevo sciolto la mia band, lasciato la ragazza. Uno di quei momenti di svolta e di cambiamento che si portano dietro un po’ di malinconia e di tristezza.
Quindi da un punto di vista di testi si parlava di queste cose e anche da un punto di vista di suoni c’era un po’ questa commistione tra passato e futuro. Il suono un po’ retrò ma allo stesso tempo moderno, psichedelico e un po’ di ricerca.
I ragazzi che ti accompagnano musicalmente che strumenti suonano?
Uno suona il basso e uno la batteria, io invece suono la chitarra e canto ovviamente.
Andiamo ad analizzare i brani uno per uno
1. “Guidare da te” è il brano che apre il disco ed è un’introduzione a quelli che saranno i temi principali del disco. Ricorre il tema del ricordo, la psichedelica, il groove, disco music. E’ un po’ come fosse un assaggio di quello che si troverà nel disco intero.
2. “Una stupida follia” è il primo singolo ed è un gioco con tutti i termini molto retrò, anche lo stesso titolo ’una stupida follia’ è un modo di dire che non usiamo più nel linguaggio comune, ma che fa parte un po’ degli anni ’70, un po’ vintage.
3. “Atlantico” è un ‘viaggione’ mentale mio, partito dal portiere del mio palazzo che è un tipo portoghese, con una faccia vissuta e da marinaio. Tutte le volte che lo vedo mi faccio dei film mentali su quella che può essere stata la sua vita e le sue avventure. Poi mi vengono in mente anche le mie esperienze fatte in Portogallo che è un posto che amo, dove sono stato tantissime volte e dove sono stato anche concepito. C’è quindi un legame forte. “Atlantico” è un testo che fa planare su quest’immagini e ricordi che si collegano a partire appunto dal portiere del mio palazzo.
4. “Non è successo niente” invece è l’unica ballata del disco e racconta di una sera in cui c’è stata una prima avvisaglia di scioglimento della band in cui suonavo, quindi la notte in cui ti ritrovi di fronte al dolore e al trauma da dover affrontare.
5. “Piccola velocità” invece è un brano uno dei più recenti che parla di quelle storie molto fugaci, di quando conosci una persona, una ragazza e in pochissimo tempo vorresti darle tutto quello che hai e farla entrare nel tuo mondo. Poi chiaramente per varie motivazioni sai che non la vedrai più, sai che non ci saranno altre occasioni e non ci potrà essere una continuazione e ti fai viaggi mentali sul fatto di rivederla e ritrovarla.
6. “Qualcosa di speciale” è un po’ una retrospettiva su una storia appena finita e su tutte quelle piccole cose che costituivano il cuore di quella storia
7. “Una storia per noi” è invece un po’ l’episodio 2 di “Qualcosa di speciale” perché, invece, parla dell’inizio di una nuova storia e quindi di tutte le pazzie che si fanno all’inizio.
8. “Quando guidavi tu” è un pezzo a cui sono particolarmente legato. E’ il pezzo più intimo che parla del rapporto che avevo con mio padre. Non amo parlare e spiegare questo pezzo perché ascoltandolo si comprende bene da sé.
È stato festeggiato in Argentina l’8 Maggio scorso, il centenario della nascita di Evita Peron. Che idea hai di questa donna che è morta a soli 33 anni, ma che ancora adesso è tanto amata dal popolo sudamericano?
E’ uno di quei personaggi di cui ho sentito tanto parlare tantissimo, su cui bisognerebbe approfondire e studiare, sia dal punto di vista narrativo e romantico, attraverso i film e le canzoni, sia dal punto di vista prettamente politico. Non mi sento di dire cose che non conosco molto bene, potrei rischiare di esprimere giudizi non corretti.
E’ stata lanciata un’iniziativa per cui ogni volta che si va in spiaggia si dovrebbero raccogliere 3 oggetti.
Sei d’accordo?
Sì mi sembra una buona iniziativa per mantenere le spiagge pulite.
E riguardo la notizia della morte di migliaia di api, per la quale molte persone rispondono che è un problema che non le riguarda. Tu cosa ne pensi, considerando che alcuni studi sostengono la tesi per cui morte le api, noi uomini avremmo ancora 4 anni di vita?
Io alle api voglio bene. E’ una questione di catena alimentare e mi affascina molto l’idea che un insetto così piccolo possa avere una responsabilità e un potere così forte per la nostra vita e sopravvivenza, all’interno del nostro ecosistema.
https://open.spotify.com/album/6yTUCCA83OYENuJn9oW9Om
Artista:
Mille Punti
Album: Retrofuturo
Etichetta: Vetro dischi
Promozione: RC Waves
Info: edo@rcwaves.it
Web: https://www.facebook.com/millepuntimusica/
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