Un “botta e risposta” tra il giocatore e il politico tifoso (nonché giornalista).
Questo è, in sintesi, ciò che è accaduto tra il calciatore milanista Suso (all'anagrafe Jesús Joaquín Fernández Sáenz de la Torre) e il leader leghista Matteo Salvini.
Pomo della “discordia” (se così si può affermare, magari esagerando), un commento su Instagram, nel quale “il Capitano” non si limitava ad augurare buon compleanno al numero 8 milanista, ma auspicava anche altro: «Auguri! Nella speranza che Babbo Natale ti porti un po' di velocità, di grinta e di voglia di giocare».
Non si è fatta attendere molto la risposta del calciatore, il quale ha postato: «Grazie. Nella speranza che Babbo Natale ti porti un po' di velocità, di grinta e di voglia di amministrare meglio, molto meglio, un paese che amo».
Premesso che entrambi i commenti sono stati civili, bisogna, però, fare un distinguo.
Il commento di Salvini consisteva in un augurio, con un implicito (ma mica troppo) invito a far meglio: viste le prestazioni non entusiasmanti (eufemismo) di Suso, tale pacato commento è più che condivisibile.
Se, poi, si aggiunge che Salvini è un giornalista, si può senza dubbio affermare che il leader leghista non solo stava commentando da libero cittadino, ma addirittura stava svolgendo un suo compito.
E Suso?
Premesso che (come ogni cittadino) il giocatore ha il sacrosanto diritto di replicare (in maniera civile, come effettivamente ha fatto), bisogna onestamente riconoscere che le sue prestazioni non sono effettivamente eccezionali, quindi avrebbe potuto (e potrà, quando scenderà in campo) replicare nel modo migliore in assoluto: giocando alla grande.
Il fatto che Suso ami l'Italia ci rende felici, ma qui “la domanda sorge spontanea” (come affermerebbe Antonio Lubrano): che competenze ha il calciatore rosso-nero in materia di amministrazione?
Conosce davvero così a fondo l'Italia?
Esprimendo un velato giudizio calcistico (peraltro condivisibile), il giornalista Salvini stava praticamente facendo il suo lavoro (“el so mesté”, direbbero a Milano), mentre il (legittimo, poiché si è in democrazia) commento di Suso circa l'amministrare sembra non consono, per due motivi.
Il primo riguarda il fatto che Salvini non è più (attualmente) ministro, mentre il secondo è relativo allo stesso Suso: non risulta che numero 8 rosso-nero abbia esperienza nell'amministrare uno Stato da oltre 60 milioni di abitanti.
Nessun dubbio sul fatto che il calciatore milanista possa esprimere un simpatico giudizio o fare un commento: in primis perché esprimeva l'augurio di amministrare meglio (e tutto, in qualsiasi campo, è migliorabile), in secondo luogo (in realtà il primo) poiché si è in democrazia e, quindi, è un suo sacrosanto diritto.
Democrazia, si diceva: fra mille problemi, la nostra Italia lo è dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, mentre la Spagna di Suso solamente dal novembre 1975, cioè dalla morte del “caudillo” Francisco Franco (con la conseguente fine del franchismo).
In sintesi, il botta e risposta va preso per quello che
è: una reciproca e simpatica frecciata tra Salvini e Suso.
Giuseppe Livraghi
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