José Mourinho, Un Ex Chelsea Al Tottenham

José Mourinho, Un Ex Chelsea Al Tottenham

Nessun tradimento: allenatori e giocatori sono prestatori d'opera, non figli o fratelli. Fondamentale è che s'impegnino sempre al massimo, dimostrando di meritare i (lauti) ingaggi.

stampa articolo Scarica pdf

Senza dubbio se lo aspettava.

Ci si riferisce, ovviamente, al clamore suscitato dal passaggio dello “Special One” José Mourinho al Tottenham Hotspur, al posto dell'esonerato Mauricio Pochettino.

Come era logico attendersi, i più hanno ricordato che, a suo tempo, il tecnico lusitano affermò che non sarebbe mai passato al Tottenham, appunto per via della sua militanza nel Chelsea: il tecnico del “triplete” interista ha, quindi, fatto notare che tale frase fu da lui proferita prima del suo “licenziamento” (in realtà, una risoluzione consensuale del contratto) da parte dei “Blues”.

Il passaggio di Mourinho agli “Spurs” riapre l'annoso quesito sui “tradimenti”: è un tradimento passare da una compagine a quella rivale?

Sì e no.

In un calcio romantico, lo sarebbe, ma tale calcio è (che piaccia o meno) scomparso da un pezzo: i giocatori e i tecnici sono sì dei beniamini, ma non sono figli, né fratelli, né affini, bensì prestatori d'opera.

Fondamentale, quindi, non è che non passino a compagini rivali, ma che durante la militanza in un sodalizio diano il massimo, meritando i (lauti) ingaggi.

Poi, è ovvio che ciascuno possa avere la sua idea e che il calcio “romantico” è (era) assai migliore, ma la realtà è questa.

Una realtà che vede l'esonero di Pochettino, cioè il tecnico in grado di portare il Tottenham per la prima volta in finale di Champions League?

Certo, ma non è una novità: un esonero ancor più clamoroso fu quello che vide suo malgrado protagonista Claudio Ranieri, esonerato dal Leicester City pochi mesi dopo averlo guidato al primo (storico e inatteso) titolo inglese.

D'altronde, bisogna onestamente riconoscere che i tecnici sono ben consapevoli che gli esoneri sono un'eventualità, neanche tanto tragica, giacché un esonero non consiste affatto in un licenziamento: molto più semplicemente, un allenatore esonerato è semplicemente sollevato dal suo incarico, continuando comunque a percepire la paga fino alla conclusione del contratto.

Giuseppe Livraghi

© Riproduzione riservata