La Lazio c'è, se qualcuno avesse qualche dubbio. Batte il Genoa, sale così a 20 risultati utili consecutivi. Va subito in vantaggio, mettendo il match in discesa, ma soffre fino all'ultimo secondo contro un Genoa in ottima forma che rischia la retrocessione, ma si batte ad armi pari. Simone Inzaghi si coccola i suoi e anche in Liguria non sbaglia un colpo: Marusic apre le marcature, chiude Cataldi e senza Acerbi, out per la prima volta, schiera Vavro dal primo minuto in Serie A. I soliti protagonisti, da Immobile a Luis Alberto, senza dimenticare ovviamente Milinkovic oggi in grande spolvero anche Radu e Marusic. Applausi per tutti, per la squadra specialmente che continua la sua corsa verso un sogno chiamato scudetto.
Ciro Immobile - Abbatte uno dopo l'altro i record che lui stesso scrive. Oggi contro il Genoa segna il gol del 2 a 0, il suo 27^ in 25 giornate di Serie A raggiungendo un record che persisteva dalla stagione 1958-59 e apparteneva ad Angelillo. D'altra parte, ai colori rossoblù sono legati i ricordi meno brillanti della sua carriera, nonostante il Genoa sia una delle sue vittime preferite: con quello di oggi, sale a 10 reti in 12 sfide contro il Genoa. Questi sono solo alcuni dei numeri di Ciro Immobile che ancora una volta è uno dei protagonisti biancocelesti. Non solo per il gol, ma per la generosità dei 90 minuti in cui Immobile è un vero e proprio trascinatore della banda Inzaghi. Al 93^ sul 2 a 3, nel momento più diffcile del match ne ha ancora per ripartire, gettarsi in area avversaria e prendere tempo.
Marusic - Il secondo gol in stagione, uno dei più veloci. Dopo 1 minuto e 40 gran gol che porta la Lazio in vantaggio. Gran corsa, resiste, fa a sportellate tra le maglie rossoblù e in scivolata batte Perin: un'azione da applausi, dettata dal solito Milinkovic, in cui il terzino biancoceleste ricordava Ciro Immobile. Partita di grande intensità e abbondantemente sopra la sufficienza: pensavamo che con un Lazzari così in rosa, non lo avremmo più visto in campo. Invece si prende il posto e nella ripresa, sull'altra fascia entra anche Manuel Lazzari dimostrando che possono convivere benissimo. Anzi, a volte Marusic può fare anche meglio di Lazzari che all'88^ con un tocco di mano causa il rigore del 2 a 3.
Cataldi - Luci ed ombre in meno di 45 minuti. Con la maglia del Genoa, un paio d'anni fa, festeggiò da ligure puro un gol dei rossoblù contro la Lazio. Per i genoani voleva dire salvezza, per i laziali tradimento: lui, cresciuto nella Lazio e tifoso biancoceleste, sembrava aver dimenticato tutto. Oggi, come allora, nei minuti a sua disposizione, mette in scena tutto il repertorio: entra al posto di Leiva e la differenza tra i due è lampante. Nonostante il 2 a 0 la Lazio rischia di più, tanto che la partita si riapre con il gol di Cassata dimenticato, tra gli altri, proprio da Cataldi. Passano i minuti, il Genoa cresce ed attacca, al 69^ cross in Masiello, Cataldi è vicino, ha le braccia attaccate al corpo, ma il pallone sfiora il braccio del centrocampista biancoceleste. Proteste, ma l'arbitro Maresca è lì e fa proseguire. Patric, si proprio lui, se la prende con il compagno perchè è troppo alto e così si rischia. Mentre i due discutono, dall'altra parte fallo su Luis Alberto e punizione. A tirarla è Danilo Cataldi che la 71^ mette a segno il gol del 3 a 1, come in Supercoppa contro la Juventus. Un minuto prima stava per essere stroncato, un minuto dopo solo applausi per lui, da Patric e Leiva.
Ce ne sarebbe anche per Radu, condottiero e leader, alza la voce quando sul 2 a 1 i compagni rischiano, ci mette l'esperienza e la lazialità. Applausi anche per Luis Alberto: la sua qualità e intelligenza sono sopra le righe. Negli ultimi secondi, se i compagni sono attenti a coprire, lui spinge per pressare, attaccare e chiudere il match. Sofferto, ma vincente: giocatori stremati, i 4000 tifosi giunti a Genova senza voce e Lazio sempre seconda ad un punto dalla Juventus capolista.
Enrica Di Carlo
Foto Emanuele Gambino
© Riproduzione riservata