Il 25 Novembre Si Celebra La Giornata Mondiale Contro La Violenza Sulle Donne

Il 25 Novembre Si Celebra La Giornata Mondiale Contro La Violenza Sulle Donne

Il giorno è ricordato come “Orange Day” indicando come colore della giornata l’arancione a cui è però spesso preferito il rosso

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Il 25 Novembre si celebra la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle donne, voluta ed istituita dall’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 Dicembre 1999.

Il giorno è ricordato come “Orange Day” indicando come colore della giornata l’arancione a cui è però spesso preferito il rosso.

Non è infrequente che si trovino scarpe rosse femminili nelle piazze di tutto il mondo come simbolo della violenza di genere.

La giornata ricorda l’uccisione delle sorelle Mirabal, attiviste contro la Dittatura del regime di RAFAEL Leonidas Murijillo avvenuta nel 1960 a Santo Domingo ad opera dei Servizi Segreti;Le donne stavano recandosi a visitare i propri mariti in carcere e furono seviziate, picchiate, strangolate e poi gettate in un burrone a simulare un incidente dalla Polizia.

Da allora, l’Artista Messicana Elina Channet ha voluto creare un’ installazione con delle scarpe rosse in memoria delle donne vittime di Violenza, “Zapatos Rojas”, dando luogo al noto fenomeno.

La dichiarazione dei Diritti delle Donne risale al 1791, seguita dalla Dichiarazione Universale dei Diritti umani del 1948 che sancisce l’universalità, l’inviolabilità, l’inalienabilità, l’irrevocabilità dei diritti umani.

Durante la seconda ondata di Pandemia che ha causato il secondo Lockdown in tutto il mondo c’è stato un incremento del 119 % delle violenze domestiche, dove la donna ha dovuto più che mai farsi carico dell’andamento della vita familiare unita ai suoi impegni lavorativi mentre gli impegni maschili sono rimasti più o meno gli stessi.

Associazioni contro la violenza sulle donne si sono preoccupate di intervenire nelle scuole per sensibilizzare durante il Lockdown genitori, alunni ed insegnanti sulla situazione odierna e sono riuscite a mettere in luce tramite seminari, colloqui e conferenze alcuni aspetti degli abusi domestici rivelati dai bambini più aggressivi ed isolati.

L’attività di queste associazioni verte sullo scardinare gli schemi predefiniti di identità sessuale, vale a dire l’educazione al ruolo maschile e femminile che, secondo Rosemberg, crea privazioni e mancanze nella libera espressione dei propri bisogni e sentimenti, attraverso il dialogo e una abolizione di ogni tipo di violenza verbale che può scaturire da uno schema predefinito di presunta superiorità, come il bullismo, l’omofobia, ed ogni forma di sopruso.

Rosemberg ha messo a punto il metodo della comunicazione non violenta proprio basandosi sull’educazione di ragazzi e ragazze che allontana maschi e femmine da se stessi incoraggiando pregiudizi e schemi che inducono squilibrio nella distribuzione del potere e dell’autonomia producendo frustrazione ed aggressivita’,Paura, rabbia ed impotenza si concretizzano in atteggiamenti aggressivi e polemici.

È buona norma quindi osservare senza giudicare, esprimere i sentimenti da pari a pari, individuare bisogni insoddisfatti e poi formulare richieste chiare ed accettabili. Nella scia di questo insegnamento, volto più a cosa fa che a quello che è una persona, si può arrivare ad una comunicazione verbale e fisica non violenta, nel rispetto delle proprie individualità e all’assunzione delle proprie responsabilità rispetto ai propri sentimenti.

Monica Pecchinotti

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