Minacce E Violenza Verbale Sui Social Alla Prima Vaccinata D'Italia

Minacce E Violenza Verbale Sui Social Alla Prima Vaccinata D'Italia

L'Infermiera, alfiere del primo giorno di vaccinazione in Italia, aggredita verbalmente dai no-vax, è costretta a cancellarsi da tutti i social

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Chi avrebbe mai detto che un giorno di speranza si sarebbe tramutato in una campagna di odio e di minacce di morte. Il 27 Dicembre l'Europa ha dato il via alla prima campagna di vaccinazione grazie al farmaco prodotto dalla Pfizer in collaborazione con la BioNTech. Grazie ad una nuova tecnologia basata sull'RNA, il vaccino allena le cellule del corpo umano a riconoscere la proteina spike che è la chiave di accesso del Sars-Cov2 nel nostro organismo. Questo fa sì che il nostro sistema immunitario sia stimolato a produrre anticorpi e a bloccare immediatamente il virus non appena esso viene in contatto con noi.
Cristina Alivernini è un'infermiera, la prima persona che si è vaccinata contro il Covid-19 assieme ad altri quattro colleghi dell'ospedale Spallanzani. La giovane donna e operatrice sanitaria si è esposta ed ha dichiarato alla stampa: "Con profondo orgoglio e grande senso di responsabilità che oggi ho fatto il vaccino: un piccolo gesto ma fondamentale per tutti noi. Sono qui come cittadina ma soprattutto come infermiera, a rappresentare tutti gli operatori sanitari che hanno scelto di credere nella scienza. Ho toccato con mano e visto con i miei occhi quanto sia difficile combattere questo virus, essendo stata in prima linea dall'inizio dell'emergenza. È stato doloroso assistere alle sconfitte che questo virus ha causato ma oggi c'è la consapevolezza che è un giorno importante e decisivo, la scienza e la medicina sono l'unico mezzo, insieme al senso civico di ognuno di noi, per vincere questa battaglia così dura".
La giovane infermiera ha dunque acceso una luce in questo inverno buio e freddo, una luce in fondo al tunnel fatto di cadaveri e gente straziata e compromessa fisicamente, forse per sempre, da un orribile e contagiosissima malattia che attacca il nostro sistema respiratorio, un morbo che ci toglie aria e vita, che ci separa dai nostri affetti, che ci rende schivi e timorosi verso il prossimo, che uccide le nostre relazioni e ci priva di una cosa importantissima come la socialità, la convivialità, senza contare tutte le conseguenze disastrose sul piano economico, culturale ed educativo. L'amore per la scienza, fatto di metodo e ricerca, di raccolta dati e analisi di essi, l'amore per la medicina che salva vite umane quando può e migliora e si sforza per salvarne ancora di più, viene ripagato dal buio del rancore, dell'odio, dell'ignoranza che come la pece si appiccica addosso a chi ha smesso di credere proprio nella scienza. Ed è cosi che la povera infermiera ha visto la sua vita passare nel tritacarne dell'ignoranza, acceso da beceri utenti dei social senza nome e senza volto che l'hanno derisa, offesa e minacciata di morte: "Adesso vediamo quando muori" e via, una serie di indicibili offese, minacce, scritte con violenza, arroganza, odio e superbia. Cristina ha paura, ha cancellato tutti i suoi social e come darle torto, chi avrebbe mai pensato che mettere la sua faccia, il suo nome e cognome in un giorno così radioso, le avrebbe attirato addosso tanto odio e irragionevole violenza.
Possiamo non essere d'accordo con la propagandistica e mediatica campagna di  informazione fatta da tutti i paesi che hanno iniziato una lotta, che speriamo, porti ad una vittoria o almeno contrasti in maniera più efficace la diffusione del Covid19, non possiamo essere d'accordo con chi attacca con frasi d'odio e minacce di morte chi per primo scende in campo e si espone, con senso civico e amore per la scienza, al fine di dare una speranza all'intero mondo fiaccato da quasi un anno di lotta con un essere microscopico ed altamente pericoloso contro il quale, fino a qualche mese fa, non vi era un'arma valida ed efficace.
Come ridevamo quando scoprivamo che si facevano convegni  di terrapiattisti a negazione di tutte le scoperte scientifiche fatte negli ultimi secoli, come ridevamo quando ascoltavamo le teorie creazioniste che cancellavano il lavoro di Darwin e tutte le evidenze scientifiche legate alla sua teoria. Ebbene, esattamente come il virus, l'ignoranza e l'arroganza hanno trovato terreno fertile di diffusione nella globalizzazione, nei Social network e nel degrado del sistema di istruzione di questo paese che si è impoverito culturalmente e di conseguenza economicamente.
Così quel tunnel di dolore si allunga, la luce è più lontana, oltre ai cadaveri tocca lottare con chi non crede più nella scienza ma preferisce credere alle immagine e alle parole pronunciate su un video anonimo su Youtube, piuttosto che credere ai fatti che la scienza riporta. Quale società avanzata non si poggia sulla tecnologia e il suo sviluppo continuo, quale società avanzata irride il prossimo ed arriva a minacciarlo solo per aver mostrato la strada in cui crede. Non stiamo parlando di vaccinazione obbligatoria, non stiamo parlando di coercizioni ad inocularsi farmaci in cui non si crede, stiamo aggredendo chi percorre una strada che pensa sia quella giusta e non certo per sua opinione ma perché basata su dati scientifici e rilevabili. Se perdiamo la fiducia nella scienza e nella tecnologia da essa sviluppata, in cosa crederemo negli anni a venire?
Il problema dei social non è dare voce a tutti, anche agli incompetenti, il problema è che gli incompetenti non hanno gli strumenti per dare vita ad una propria opinione basata su un ragionamento strutturato, è più facile credere a qualcosa in controtendenza ed assurdo che a qualcosa di scientificamente provato ma condiviso da tutti proprio perché provato.
Domani saremo liberi di vaccinarci o non vaccinarci, sta alle istituzioni costruire la fiducia nella scienza e sfidare l'abbrutimento con la forza dei fatti, è questa la sfida decisiva che ci aspetta nell'anno a venire perché se non raggiungeremo una immunità di gregge grazie ai vaccini il Virus continuerà a mietere vittime e a fare feriti cronici bisognosi di cure ed assistenza che roderanno l'economia di un paese che tanto bene non sta.
Alessio Capponi

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