B-JESUS è un progetto artistico itinerante ideato e a cura di Guillermo Mariotto, con la collaborazione dell’associazione Caput New Mundi e di Eileen Tasca, che intende recuperare il senso di comunità e i valori umani, attraverso la creatività, un modo dinamico di creare un ponte di legami tra passato- presente e futuro.
Nei Giardini Nicola Calipari di Piazza Vittorio è stata inaugurata l’opera formata da 250 triangoli isosceli rivestiti con lastre in gres porcellanato, è progettata in 3d dall’artista e scultore Pellegrino Cucciniello e prodotta e strutturata dall’ingegnere artista e scultore Giuseppe Verri, con l’ausilio di M2 INGEGNERIA.
Un’installazione imponente questi i suoi numeri: 20 metri di lunghezza, 14 metri di larghezza, 80 artisti di ogni età, 300 opere, 4.200 ore di lavoro.
Abbiamo voluto fare qualche domanda al suo ideatore Guillermo Mariotto, e a Renato Urbani, Giuseppe Verri, Pellegrino Cucciniello per la parte più tecnica.
Come mai un presepe inaugurato al termine delle festività?
Essendo il Presepe del futuro farlo insieme a tutti gli altri non aveva assolutamente senso. L’idea l’avevo in testa da tanto tempo. Io facevo il presepe con mia nonna, che mi diceva sempre che Gesù deve tornare, perché così era scritto, e a lei chiedevo, ma come facciamo a fare un presepe se Gesù deve tornare? E lei mi rispondeva sarà il presepe del futuro. Questa è sempre stata una mia "fissazione" che solo ora sono riuscito a mettere in pratica. Un presepe fatto e pensato per il ritorno di Gesù, con una visione assolutamente futurista, dotato di superpoteri, che sono i doni che portano questi pastori, pecore e angeli del futuro. Vere e proprie doti morali, virtù, valori, non cose materiali è la rappresentazione di come siamo diventati “noi umani” dopo il suo ritorno. Questo è il Presepe del Futuro!
E’ una mostra itinerante?
Nasce assolutamente come mostra itinerante, che accomuna, deve viaggiare, con il suo messaggio universale. E a seconda di dove approda si aggiungeranno artisti. Dai più noti, ai giovani emergenti, agli studenti, ai bambini delle scuole.
Quanti artisti hai coinvolto? Ed è stato difficile, in questo momento storico trovarli?
Sono 75 artisti coinvolti, più le scuole, è iniziato con gli artisti che già conoscevo, poi è iniziato il passaparola, la notizia si è sparsa a macchia d’olio. Ho messo insieme più di 300 opere, non pensavo neanche io di avere un successo così grande.
Tu che figura sei rispetto al presepe, chi rappresenti?
(ride…) che domanda… io sono “B-Jesus”.
Come hai vissuto il lockdown, e che cosa ti ha portato di positivo questo 2020?
Questo 2020 mi ha fatto conoscere tante persone, ma soprattutto mi ha dato una nuova consapevolezza, che bisogna amare di più, perché se non ami, sei e rimani da solo.
E’ la chiave di lettura per un futuro migliore, una visione di speranza.
Per questo progetto alla fine hanno collaborato 300 persone, e non ci si conosceva con la maggior parte. Si è creata una grande sinergia e sintonia, tra tutti, ci si aiutava, ci si sentiva sempre, in amicizia. L’umanità ha bisogno di questo, basta innescare “una miccia creativa”.
B-Jesus è un vero e proprio messaggio universale, siate Gesù tutti quanti. Dimostrate veramente quello che siete!
Molti artisti mi hanno ringraziato perché con questo progetto li ho “tirati fuori dal tunnel, nel quale erano piombati”, ho riacceso la loro vena creativa, che in molti casi, causa lockdown, si era bloccata.
Grazie a Tiziano Todi, della Galleria Vittoria di Via Margutta, che ha alcuni suoi artisti tra i partecipanti a B-Jesus, intercettiamo Renato Urbani, Giuseppe Verri e Pellegrino Cucciniello.
Renato Urbani è il fornitore dei materiali della sottostruttura su cui poggia la grande Italia, che dichiara: "Una gran fatica che si è coronata in un gran successo, che speriamo possa essere itinerante e toccare non solo le grandi città italiane, coinvolte nel progetto, ma anche i piccoli centri".
Un'installazione coraggiosa in questo momento storico, secondo lei è giusto il blocco imposto alla cultura e alle attività connesse?
Assolutamente no, siamo italiani, il Paese culla della cultura per eccellenza, come la storia ci insegna e racconta, dove i simboli della nostra genialità sono famosi in tutto il mondo, uno tra tutti Leonardo.
Abbiamo poi chiesto la sua impressione “a caldo” a Giuseppe Verri, ingegnere, artista e scultore, che da oltre 35 anni crea opere monumentali, che si è occupato della parte strutturale del Presepe, su disegno di Pellegrino Cucciniello.
Che ci ha dichiarato “E’ stata un’impresa ardua, realizzata in 12 giorni, 4 chilometri di tubi innocenti tagliati e sagomati, oltre 3.000 giunti per collegare tutti quanti i ponteggi, oltre 230 triangoli di gres porcellanato (interviene Pellegrino Cucciniello), e sagomare di conseguenza tutto il legno che supporta il gres, per creare questa grande mappa a terra dell’Italia, realizzata da Cucciniello.
Una struttura completamente nuova ed innovativa, alla quale ha lavorato una equipe sensazionale, a cui va un grande ringraziamento.
Che cosa provate nel vederla finalmente realizzata e fruibile dal pubblico?
Pellegrino Cucciniello: Grande soddisfazione e grande liberazione, ci sono state grandi difficoltà dovute all'emergenza Covid e alle avversità atmosferiche (l’installazione doveva essere inaugurata lo scorso 8 gennaio)
Giuseppe Verri: stanco ma felice, mi vedo già proiettato nel futuro, penso a domani, magari con un'opera che rappresenti l’Europa o, addirittura, il Mondo!
B-Jesus rimarrà visitabile fino al 6 febbraio nei Giardini Nicola Calipari di Piazza Vittorio.
Articolo di Stefania Vaghi
© Riproduzione riservata