Fino al prossimo 6 febbraio al Teatro de’ Servi di Roma va in scena “CTRL+Z Indietro di una mossa” una esilarante e movimentata commedia scritta e diretta da Annabella Calabrese e Daniele Esposito, con Annabella Calabrese, Andrea Standardi, Giovanna Cappuccio e Anna Lisa Amodio.
Cosa faresti se potessi tornare indietro di una mossa? Se potessi cambiare il tuo presente e le tue decisioni soltanto schiacciando i tasti di un pc portatile, magari un po' obsoleto, che tu chiami amorevolmente “Pinuccio”? Quanti di noi vorrebbero avere questa possibilità?
Lo spettacolo in due tempi, di quasi due ore, è ambientato nell’appartamento di Clara (Annabella Calabrese) e Jacopo (Andrea Standardi), coppia fin troppo tranquilla che ha rilegato nel cassetto i sogni di gloria di diventare lei fotoreporter di guerra e lui produttore di un documentario sui sogni degli anziani. Lei si barcamena fotografando matrimoni, che odia profondamente, e lui lavorado in parrocchia.
La vicina di casa stravagante e sopra le righe Maria (Giovanna Cappuccio), migliore amica di Clara è un attimo invadente e vomita i suoi problemi a casa degli amici. Poi c’è la Signora Swanstagger, una esilarante Anna Lisa Amodio, che ha commissionato a Clara il servizio fotografico del suo matrimonio e lo vuole immediatamente, ex estetista di Centocelle nei panni di una arricchita nobildonna, che mescola una finta uppper class con la più verace romanità.
Insomma quattro interpreti che si intrecciano sul palco e le cui storie e vite sono legate a doppio filo tra pochi “alti” e molti “bassi”. Tutto cambia quando Jacopo chiede a Clara di sposarlo, lei prima accetta, poi si pente, da qui la commedia diventa frenetica e di una comicità devastante, un vero e proprio rewind e reset delle situazioni.
Basta premere CTRL Z e tutto cambia ma in meglio o in peggio?!? Andate a vedere lo spettacolo e lo scoprirete.
Ho voluto fare qualche domanda ad Andrea Standardi, l’unico interprete maschile della commedia.
Primo spettacolo del 2022, sul palco una commedia brillante e molto movimentata, ci puoi dire qualcosa di più?
Siamo andati in scena con questa commedia proprio qui due anni fa, nel 2019 e abbiamo vinto il premio del Teatro de’ Servi Comic Off. Poi lo abbiamo tagliato, sistemato, accorciato alcuni reset, ed eccoci nuovamente sul palco.
Quanto è faticoso fare i favolosi rewind e reset che abbiamo visto sul palco?
Lo studio del “tornare indietro” e delle scene relative è stato assolutamente faticoso. Studiare tutti i movimenti e cercare di rifarli al contrario, spezzettandoli come se fosse un rewind televisivo è stato veramente tosto! Però è quello che alla fine da più soddisfazione, non so al pubblico, ma a noi sicuramente.
Nella vita se tu potessi fare un CTRL Z che cosa faresti o qual’è un reset che avresti voluto fare?
Non lo so’ sinceramente… Guarda io sono diventato papà dieci mesi fa, in questo momento ti direi assolutamente nulla, va bene tutto così. Il teatro funziona, il lavoro, visto anche il periodo, c’è (abbiamo visto Andrea Standardi nella serie Tv su Francesco Totti “Speravo de morì prima” e a breve lo vedremo in “Noi”, la fiction italiana remake della celebre “This is us” americana).
Possiamo dire che i nostri nuovi talenti hanno tra i 30 e i 40 anni?
(Ride) Si si io ho 34 anni e mi sento un attore giovanissimo, anche se dopo due anni, quando sono risalito sul palco per la prima volta e ho rifatto il reset, mi sono sentito distrutto, prima lo facevo a bomba. Dopo quattro giorni sono massacrato, mi fa male tutto (ride di cuore).
Sei l’unico uomo con tre splendide e brave interpreti sul palco, con delle forti personalità, come ti sei trovato?
Con le donne ci si lavora benissimo. E’ uno spettacolo che Annabella Calabrese e Daniele Esposito hanno voluto scrivere proprio per la figura della donna, quella indipendente, emancipata, il teatro è stato sempre un po' scritto per gli uomini. La protagonista vuole fare la fotoreporter di guerra, andare in Afghanistan e fotografare i bambini, c’è un messaggio attuale e sociale nello spettacolo.
Progetti futuri?
Non voglio dire nulla, noi attori siamo sempre un po' sul chi vive, visto il periodo. Il nostro lavoro non si può fare in “remoto”, anche se secondo me abbiamo capito anche la sua importanza, lo smart working si potrebbe utilizzare anche non in tempi di pandemia. Per molte cose velocizza il lavoro per altre lo penalizza. Ma il teatro senza pubblico non ha ragione di essere… “
Una commedia che va vista e che regala due ore di spettacolo assolutamente ben fatto, magistralmente interpretato, che regala allegria e spensieratezza.
Articolo di Stefania Vaghi
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