AC Milan Campione D'Italia 2021-2022

La squadra di Pioli vince a Reggio Emilia e guadagna lo scudetto numero diciannove

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Un campionato da incorniciare, quello dei rossoneri, che in tutto il suo svolgimento hanno abbandonato la testa della classifica soltanto per quattro giornate, sebbene qualcuna fosse in coabitazione con altre squadre.

La squadra guidata da Pioli non partiva certo coi favori del pronostico, considerata dai bookmakers e dalla stampa specializzata dietro almeno a Juventus, Inter e Napoli, nonostante il secondo posto maturato alla fine della scorsa stagione. Le principali critiche alla rosa erano rivolte soprattutto alla mancanza di ricambi in alcuni ruoli fondamentali, all’assenza di un esterno destro di qualità, di una punta capace di fare la differenza e soprattutto un portiere all’altezza di Donnarumma.

Tutto questo è stato sfatato da una dirigenza capace di andare a fare gli acquisti giusti nei ruoli giusti, senza strafare, ma soprattutto dalla crescita di un gruppo che la scorsa estate lavorava già da un anno e mezzo agli ordini dello stesso allenatore.

Abbiamo quindi assistito alla grandissima stagione di Mike Maignan, arrivato dalla Francia come fresco vincitore della Ligue 1 e presto riuscito a imporsi come "numero uno" migliore del nostro campionato, mostrando delle doti probabilmente superiori anche a quelle del suo illustre predecessore in rossonero, non solo in porta, ma anche e soprattutto nell’utilizzo dei piedi, coi quali è riuscito addirittura a cogliere degli assist.

Quella appena conclusasi è stata anche la stagione della grande crescita del cosiddetto “Theao”, ovvero la catena di sinistra composta da Theo Hernandez e Leao. Il primo, oltre ad essere cresciuto in fase difensiva, ha capito l’importanza della continuità nel corso della stessa partita, nonostante resti un pochino innamorato del pallone. Il secondo, dopo un girone d’andata dal rendimento altalenante, pare finalmente essersi calato nella parte (per sua stessa ammissione), comprendendo l’importanza del sacrificio e del gioco di squadra, trasformando quelle che spesso erano inutili incursioni in superiorità numeriche decisive per portare goal alla propria squadra.

Oltre a loro, non c’è da dimenticare Tonali che, dopo essersi abbassato lo stipendio alla fine della scorsa stagione per “punire” un rendimento che lui stesso non riteneva all’altezza, si è trasformato nel tempo in uno dei migliori centrocampisti “box-to-box” della Serie A, mostrando grandi capacità difensive e allo stesso tempo d’inserimento, con un finale di stagione in crescendo che gli ha portato in dote anche qualche rete.

Se in difesa c’è da registrare l’altissimo rendimento della “strana” coppia formata da Tomori e Kalulu, due veri colpi di genio della dirigenza, chi ha zittito le critiche a suon di goal pesanti, là davanti, è stato Giroud: un attaccante di grande esperienza, molto apprezzato in Europa e accolto in Italia fin troppo freddamente, persino dai suoi stessi tifosi, che temevano fosse una punta che garantiva poche reti. È vero: il francese non è uno di quelli che compete per la classifica dei cannonieri, ma quando in area passa un pallone utile c’è da stare certi che viene messo in porta e la doppietta decisiva nel derby che ha svoltato la stagione sono lì a provarlo, insieme ai goal scudetto di Reggio Emilia.

Tra gli artefici di questo piccolo “miracolo” rossonero, ultimi soltanto per comodità di scrittura, vanno per forza nominati Zlatan Ibrahimovic e Stefano Pioli. Il primo è arrivato quando il Milan era soltanto un insieme di calciatori allo sbando ed è stato in grado di ridare allo spogliatoio la mentalità vincente che aveva conosciuto dieci anni prima, permettendo al tecnico di lavorare con maggiore serenità. Quest’ultimo è stato bravo a non esaltarsi nei momenti migliori, ma nemmeno deprimersi nei peggiori, continuando a lavorare a testa bassa per raggiungere un sogno chiamato Scudetto.

La stagione appena finita, però, non dev’essere un punto di arrivo per i rossoneri, ma di partenza: confermarsi sarà infatti tutt’altro che semplice e il prossimo anno non si potranno permettere di uscire nuovamente ai gironi di Champions League. La sfida è lanciata: ora la palla torna al centro.

Matteo Tencaioli

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