Quando mi è stato chiesto di parlare del mio recente viaggio a Londra, devo ammettere che mi sono trovato in seria difficoltà. La capitale inglese è senza dubbio una delle città più affascinanti d’Europa: una specie di ombelico del mondo dove negli anni sono confluite culture di ogni tipo e che si è trasformata nel tempo nella culla delle più svariate forme di arte, motivo per cui mi sembra quasi un’offesa anche solo pensare di comprenderla in tre giorni, figuriamoci scrivere qualcosa a riguardo.
Per questo motivo, ho deciso di parlarne soltanto da un punto di vista prettamente personale, cercando di condividere con chi legge le sensazioni che ho provato nell’immergermi per la prima volta in una realtà radicalmente differente a quella italiana e per certi versi lontana dalla maggior parte delle città europee che ho avuto la fortuna di visitare in precedenza.
Atterrato a Gatwick, un aeroporto situato a sud della città, non ho potuto fare a meno di apprezzare subito la grande organizzazione e puntualità per cui sono noti gli inglesi. Il treno per raggiungere la città era fermo ad aspettare i passeggeri con più di dieci minuti di anticipo ed è partito spaccando il secondo, per poi arrivare in perfetto orario. Raggiunta la stazione della London Underground (o anche tube: la metropolitana), in pochi secondi ho ottenuto la mia Oyster Card da una delle decine di macchinette presenti ed ero pronto per raggiungere il mio albergo ed iniziare l’avventura londinese.
Raggiunto il centro utilizzando i mezzi, la sensazione è subito quella di trovarsi immersi in qualcosa più di una semplice città: il concetto di integrazione, che in Italia si sta cercando di mettere in pratica da tempi relativamente brevi e con risultati a dire poco alterni, qui è già una realtà ben radicata. Non sono “un italiano a Londra”, ma un cittadino del mondo, circondato da miei concittadini ed allo stesso tempo uno dei tanti, senza avere addosso gli occhi di nessuno ed a mia volta non badando al vestito o al colore della pelle degli altri.
Cosa visitare a Londra? La domanda è più difficile di quello che si pensi, soprattutto se non si vuole scadere nella banalità. Anche chi non è mai stato nella capitale inglese conosce le attrazioni turistiche più importanti, quindi mi limiterò a raccontare quanto ho visto personalmente nei tre giorni trascorsi in città.
Forse condizionato dal famoso ed omonimo film, non ho potuto non partire dal quartiere di Notting hill, con le sue case colorate, fino a raggiungere il mercatino di Portobello Road che è veramente il paradiso del vintage e dei collezionisti di qualunque genere, dai dischi, fino alle macchine fotografiche d'epoca o dei semplici soldatini.
Poi è stato il turno di quello che è considerato il vero e proprio simbolo della città: la torre dell'orologio del Westminster Palace, più comunemente chiamato Big Ben, dal quale è possibile anche vedere in tutta la sua maestosità la ruota panoramica più alta del vecchio continente: il London Eye, alto 135 metri e spettacolare soprattutto di notte, quando è completamente illuminato di rosso e sembra una gigantesca aureola.
E' stato poi il momento di visitare i tre più grandi parchi della città: St. James Park, Hyde Park e Green Park, dal quale si arriva alla residenza della regina, ammirabile soltanto dall'esterno: Buckingham Palace. Per gli amanti della natura basterebbero queste immense macchie verdi, per apprezzare Londra: spazi di natura (quasi) incontaminata, dove gli animali hanno imparato a fidarsi della presenza dell'uomo e conviverci pacificamente. E' vivamente consigliato portarsi qualcosa da mangiare per gli scoiattoli, che non hanno paura ad avvicinarsi e vi permetteranno di scattare delle bellissime foto mentre accettano cibo dalle vostre mani.
Non mancano ovviamente i posti anche per gli amanti dell'arte e della cultura, a partire dalla National Gallery, dove si può ammirare tra le altre opere anche la "Vergine delle rocce" di Leonardo da Vinci e i "Girasoli" di Van Gogh. Altri due musei importanti e dall'ingresso totalmente gratuito sono il British Museum, improntato sulla storia e la cultura dell'umanità dall'origine fino ai giorni nostri e la Tate Gallery (o Tate Modern) dedicata all'arte moderna.
Da buon amante dello sport, in particolare il calcio, ho personalmente deciso di dedicare qualche ora di tempo anche per andare allo stadio a godermi l'atmosfera di una partita inglese. Se qualcuno si chiedesse come mai il calcio britannico viene preso sempre come esempio positivo, basta poco per convincersi che sia così: il match è vissuto con intensità, ma allo stesso tempo con la serenità di chi può portarsi dietro la famiglia senza paura che accada nulla. Anche in campo, nonostante il gioco sia molto più duro rispetto a quanto si veda qui, c'è una sensazione di rispetto verso l'avversario e verso le decisioni prese dalla terna arbitrale che sembrano distanti anni luce dalla cultura italiana.
C'è ovviamente spazio anche per chi ama il divertimento, il cui vero e proprio cuore pulsante è situato a Piccadilly Circus, piazza nella quale fino a poco tempo fa era possibile ammirare dei giganteschi monitor a LED posizionate su un edificio curvo che ne hanno rappresentato per anni il simbolo, ma che purtroppo attualmente sono coperti da semplici impalcature coperte da cartelloni pubblicitari.
Se invece volete visitare la parte un po' più "rock" e "fricchettona" di Londra, la scelta giusta è andare nella zona nord della città e visitare il quartiere di Camden, in particolare il mercato di Camden Town, vera e propria attrazione per i giovani alla ricerca di qualcosa di alternativo, ma anche per i turisti che vorranno acquistare dei souvenir nelle decine di negozietti presenti. Consigliatissimo anche fermarsi a mangiare qualcosa nelle bancarelle di street food della zona, dove con poche sterline ci si può godere qualche prelibatezza locale.
A proposito di cucina, qual è il posto migliore per provare qualcosa di tipicamente inglese, se non i pub? Forse non si tratterà di alta cucina, ma sicuramente è quella del popolo, della vita di tutti i giorni, delle persone che si ritrovano a passare insieme le serate e devo dire che ho trovato il modo di apprezzarla.
Non sarei mai riuscito a mangiare in quel modo tutti i giorni, ma quando mi sono trovato a mangiare la tipica pie salata (precisamente al salmone) accompagnata da una buona birra locale o il semplice, ma classicissimo fish & chips, non sono rimasto affatto deluso e penso che siano qualcosa che valga la pena di assaggiare una volta nella vita. Stesso discorso vale per i dolci: mangiare una lemon cake fatta bene è di sicuro un'esperienza soddisfacente per qualunque palato goloso.
Voglio concludere parlando del mio stato d'animo quand'è arrivato il momento di tornare in Italia. Devo ammettere che quando mi è stato proposto di affrontare questo viaggio non sapevo cosa aspettarmi: certo, mi avevano parlato tutti bene di Londra e sapevo che stavo per andare in un luogo splendido, ma la scelta di accettare era stata inizialmente più per la compagnia, che per il viaggio stesso.
Sono però bastati solo tre giorni oltremanica per capire che quanto mi era stato raccontato era vero e avevo la sensazione di avere visto solo un'infinitesima parte di quanto avrebbe potuto offrire la città. Non parlo soltanto di monumenti o musei, ma di tante piccole sfaccettature che avrei voluto approfondire di tutti i luoghi che ho visitato e non ho potuto, per la necessità di vedere almeno quelli più importanti nel poco tempo a disposizione.
Ciò che intendo dire è semplice: se non siete mai stati a Londra e avete la possibilità di farlo, non esitate. Ne vale la pena.
Matteo Tencaioli
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