Lazio più forte di tutto. Giustizia è stata fatta. Una Lazio praticamente perfetta piega la Roma 3-1. Solo applausi per questa squadra, per il suo condottiero, quel Simone Inzaghi capace ancora una volta di azzeccare la partita nonostante i tanti problemi di formazione.
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Una partita che sarebbe potuta essere compromessa per l'ennesimo episodio vergognoso. ma almeno una volta, la giustizia ha fatto il suo corso. Quello che oggi tutti hanno visto all'Olimpico (tranne chi avrebbe dovuto), durante il rigore concesso ai giallorossi, è stato semplicemente vergognoso. Una Lazio bellissima che regala ancora una volta ai suoi tifosi una gioia incredibile, difficili da descrivere. Una stagione esemplare, con la ormai quasi certa qualificazione in Europa League e una finale di Coppa Italia da giocare.
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L'assenza dell'ultimo minuto di Immobile, sembrava essere una mazzata per Inzaghi, invece il tecnico è riuscito a fare di necessità virtù. Così Lukaku sulla sinistra ha creato ancora una volta il mal di testa alla retroguardia giallorossa, seppur poi, anche il belga sia costretto a dare forfait in chiusura di primo tempo.
La Lazio è scesa in campo come nelle partite di Coppa Italia, aspettando la Roma concedendole campo senza però farsi trovare impreparata. Dzeko e Salah vanno vicino al gol, ma oggi Strakosha, in forma straordinaria, nega loro la gioia del gol. Gioia che invece arriva dal sinistro chirurgico di Keita con tanto di tunnel ad Emerson. Il mancato rigore concesso su Lukaku e il seguente invece su Strootman accendono il derby. La Lazio giustamente si sente derubata, un episodio che lascia l'amaro in bocca, perchè l'impressione è quella che solo in questo modo la squadra di Spalletti potesse segnare. Sembra un film già visto, ancora una volta i biancocelesti penalizzati dall'arbitraggio.
E allora ecco Basta. Il suo sinistro deviato, che ha le sembianze della giustizia e che "rimborsa" la Lazio del torto subìto. Un'immagine che per molti dà l'impressione di un regalo arrivato dal Cielo: un tiro deviato, toccato dal portiere, che sbatte sul palo per poi insaccarsi in rete. Roba da non crederci, soprattuto se pensiamo che il gol a Basta mancava addirittura da quattro stagioni, l'ultima, ironia della sorte, proprio con i giallorossi. Da qui in avanti è un mix di ansia, sofferenza che contraddistingue ogni derby. La Lazio alza il muro, i tre centrali compiono ancora una volta un lavoro pressoché perfetto: de Vrij è poi costretto al cambio, come nel ritorno di coppa per lasciare il posto a Hoedt. L'ingresso in campo di Totti risulta inutile, probabilmente al suo ultimo derby, saluta nel modo peggiore. I suoi scarpini dorati, omaggio della Nike, gli servono giusto per calciare una punizione, e un paio di cross. Non lascia il segno, questa Lazio è tanta roba. Già perché le aquile lottano e sudano su ogni palla: Milinkovic vince ogni contrasto, Keita ha l'argento vivo addosso, e Lulic fa su e giù come se fosse un treno. Il 3-1 di Keita chiude definitivamente i conti, mandando in paradiso la Lazio e all'inferno la Roma. E' l'apoteosi. E' la vittoria dell'umiltà, dell'intelligenza, a discapito dell'arroganza e della presunzione dell'altra sponda. Oggi festeggia un popolo che si è finalmente ritrovato compatto e unito anche in curva, e che sembra ora remare nella stessa direzione. Ma la vittoria è soprattutto del condottiero Inzaghi, capace finalmente di ridare lustro e brillantezza a tutto il mondo Lazio. Un plauso al cuore e all'orgoglio dei ragazzi scesi in campo, anche oggi più forti di tutto, più forti anche delle ingiustizie.
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Il tabellino
Roma-Lazio 1-3
Fabio Pochesci
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