Lillo Minniti

Lillo Minniti

Le mie canzoni sono appunti di viaggio, di una lunga vita vissuta, esperienze diverse, a volte felici, a volte passionali, a volte tristi, ma sempre intense…diverse tra loro come diverse sono le sensazioni…

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Oggi abbiamo il piacere di incontrare per voi Lillo Minniti con cui cercheremo di approfondire alcuni temi della sua produzione artistica. A cominciare dal suo primo album di inediti: “Lost in Space”.

Sei una persona decisamente poliedrica che ama sperimentare diverse forme d’arte, coniugando questo con la tua professione di architetto: come sei riuscito ad unire due mondi e modi di pensare che, almeno apparentemente, non potrebbero essere più lontani tra di loro?

R: L’arte si esprime nei più svariati modi. Per me non è difficile spaziare dall’uno all’altro…ritengo che anche l’architettura sia una forma d’arte, e non mera tecnica…in fondo una casa, una costruzione sono forme di “ Sculture abitabili “ . E’ riduttivo pensare all’architettura come a semplice tecnica ingegneristica. C’è poesia – e musica – nelle forme spaziali di un manufatto architettonico, anzi, spesso quando progetto, nella mia mente si forma anche una struttura ritmica…una musica generata dalla forma…

Hai avuto occasione di sperimentare diverse forme d’arte in che modo riesci a convivere con le contaminazioni che inevitabilmente si creano quando un artista può contare su un bagaglio di esperienze così variegato?

R: Ho risposto prima, è dalla contaminazione che nasce l’opera, il suono, il ritmo sono legati indissolubilmente. In fondo tutto viene dalla matrice unica che è la matematica: da questa nascono gli spazi tra le forme, gli intervalli tra le note…

Tra le forme artistiche che hai sperimentato qual è stata quella che più di tutte ha contribuito alla tua formazione?

R: Sicuramente la Musica, che mi accompagna fin dalla nascita. A casa mia si è sempre respirato musica, mio padre era un cantante lirico, un baritono, e le sue ninnenanne erano romanze d’opera.

Veniamo ora al tuo nuovo album “Lost in Space”: il titolo suggerisce il tema di un viaggio in cui però non sempre è individuabile una meta precisa e definita dove, appunto a volte si rischia di “perdersi nello spazio”: che significato ha per te questo titolo?

R: Come hai intuito, è uno spazio metaforico, la ricerca dell’essere, la ricerca dell’affine, dell’anima gemella che spesso non troviamo, e ci perdiamo nello spazio, nel vuoto triste della solitudine…ma è anche un inno di speranza in questa ricongiunzione. L’aiuto di Beppe Aleo di Videoradio, che distribuisce il cd e di Lucilla Corioni, fantastica press agent gioca un ruolo fondamentale nel diffondere la mia ricerca…

All’interno di questo album si trovano tracce molto diverse tra di loro: cosa lega le varie canzoni? Quanto delle tue esperienze passate si può trovare in questo nuovo lavoro?

R: Le mie canzoni sono appunti di viaggio, di una lunga vita vissuta, esperienze diverse, a volte felici, a volte passionali, a volte tristi, ma sempre intense…diverse tra loro come diverse sono le sensazioni…a volte per esprimere un'emozione il modo migliore è una ballad, a volte un canto solenne, una colonna sonora, a volte una giga gioiosa, una tenera ninnananna, altre un feroce strappo nell’anima…come potrebbero essere espresse in maniera uniforme?

Per un artista il contatto col pubblico è senz’altro una fonte di energia che si rinnova continuamente ed influisce notevolmente sulla produzione artistica; quanto è importante per te questo aspetto?

R: Fondamentale: uno, dieci mille persone, per me è uguale, do sempre il massimo, perché è dal dialogo che nasce la comprensione, il sentimento che cerco di comunicare, e che sicuramente è più arduo trasmettere dalle tracce di un disco. Lo sguardo di chi ti ascolta, le razioni, i sorrisi, sono la linfa vitale di ogni artista, qualsiasi cosa dicano alcuni che si atteggiano ad indifferenti. Un artista che rinuncia al contatto col pubblico è, secondo me, una persona stanca, disillusa, che ha ormai ben poco da dire.

Ci sono artisti del panorama italiano o internazionale a cui ti ispiri per la tua produzione musicale o comunque segui con particolare affetto ed attenzione?

R: Primo tra tutti Peter Gabriel, che ritengo uno dei più grandi artisti viventi. Lo seguo fin dai tempi dei Genesis, siamo coetanei e…anche somiglianti fisicamente J. Fonte costante di ispirazione. Amo molto anche David Bowie, Riconosciuto genio musicale, poliedrico e sempre innovativo…purtroppo non potrà più darci nulla…

Considerando la tua vasta esperienza artistica, che consigli ti sentiresti di dare ai giovani che vorrebbero intraprendere un percorso di questo tipo?

R: Di credere in se stessi, di andare avanti nonostante gli innumerevoli ostacoli, di non omologarsi pur di piacere a tutti e a tutti i costi, di ascoltare musica di qualità, perché un bagaglio culturale è alla base della crescita artistica.

Hai già in cantiere qualche nuovo progetto per il prossimo futuro che vuoi condividere con i nostri lettori?

R: Sto lavorando ad un altro disco, che sarà, come Lost in space, incentrato sull’essere, ci saranno song che scavano nell’io intimo di ognuno di noi, ballad anche allegre, ninnenanne, ricordi….

Ringraziamo Lilllo Minniti per la disponibilità e per averci fatto conoscere più da vicino le sfaccettature del suo mondo ed auguriamo di poter continuare a regalare al pubblico emozioni sempre nuove con i prossimi progetti artistici in cantiere.

Federico Ceste 

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