Makai Presenta The Comfort Zone

Makai Presenta The Comfort Zone

La recensione dell'album in uscita ad aprile. Articolo di Sabrina Redi

stampa articolo Scarica pdf

Ad aprile esce il primo album di Makai “The Comfort Zone” per in Inri/Metatron, nato da un processo intrapreso nel 2010 e in evoluzione. L’artista propone questo progetto musicale dopo l’Ep “Hands”, un tour in l’Italia e l’esperienza al Sziget Festival di Budapest. Il producer, sound designer e polistrumentista, Dario Tatoli, in arte Makai ha realizzato un disco dalle sonorità contaminate e contrastanti, insieme a una nota intimista. Il musicista ha legato diverse sensazioni, tramite un viaggio onirico che genera una ricerca interiore unita e in contrasto con momenti di spensieratezza. Tutto questo è possibile grazie alla mutevolezza dei suoni a volte intimi e a volte allegri.

Le 9 tracce, per un totale di circa 28 minuti, sembrano dei quadri creati con suoni decisi. L’elettronica di stampo nordico si lega alla voce del cantante che dà un senso d’intimità. E la musica permette l’uso della propria immaginazione.

The Comfort Zone, una zona di sicurezza, è il centro di tutto perché attraverso i suoni Makai vuole portare alla ricerca di un luogo in cui ci si può proteggere dalle proprie paure in modo da esplorare dei paesaggi con la mente. Allo stesso tempo però l’artista ha scelto di sperimentare e abbandonare la propria zona di sicurezza per aprirsi, pur rischiando, a una commistione di suoni. Come spiega lui stesso: “Detesto il concetto di comfort zone e detesto l’idea di non rischiare, di non spingersi oltre, di non provare. Volevo scappare, giocare con i suoni e sentirmi profondamente libero di interpretare dei brani in maniera differente”. Ed è questo il contrasto tra la calma della musica e la scelta dell’artista di fuggire da un ambiente sicuro. Nel corso dell’ascolto l’album comincia in maniera coinvolgente e tra i brani spicca il primo, Lazy days, il cui video diretto da Marco Santi ha anticipato l’uscita di questo disco, dopo la clip di Clara, presentata prima in anteprima su Rolling Stones. Lazy days mostra l’intento che ha Makai di lasciarsi coinvolgere dalla gioia, rischiando e scoprendo: “Volevo descrivere una festa, fare un inno alla pigrizia e alla trasformazione”.

Tra i brani è interessante l’originale musicalità di Fire fall con una costruzione pittorica dei suoni. A metà album questa potenza musicale, però, scema per un paio di tracce, che risultano ripetitive e poco pregnanti, per risollevarsi con Night Shift. Infine l’ultimo brano, che dà il nome all’album, The Comfort Zone, è quello giusto per chiudere il cerchio. La traccia è stata ripreso da un demo registrato nella propria mansarda con una chitarra classica. È molto personale e porta l’artista a raggiungere la zona di sicurezza che ha cercato di allontanare in tutto l’album. Finire con questo brano mostra la dicotomia tra l’intenzione di fuggire da uno spazio ovattato e volerlo raggiungere allo stesso tempo. L’album è fatto bene: si percepisce l’obiettivo di sperimentare, ma anche di creare un viaggio intimo. Toccando stati d’animo e spazi inesplorati per scappare dalle proprie paure e avere il coraggio di sognare, di rischiare esattamente come ha voluto fare l’artista, riuscendoci quasi completamente.

di Sabrina Redi 

I brani:

Lazy days

Hands

Fire fall

You

Clara

Night shift

Missed

Later

The Comfort zone

Credits “The Comfort Zone”:

Written recorded produced : Dario Tatoli

Mix : DARIO TATOLI

(You, The comfort zone, Night shift)

ANDREA SURIANI

(Firefall, Lazy days, Later, Clara)

MATILDE DAVOLI

(Missed, Hands)

Stems mastering: Andrea Suriani

Giovanni Todisco: Acoustic Drum on Firefall, Hands.

Danilo De Candia: Bass on Lazy days, Night shift.

Andrea De Marco: Electric guitar on Missed, Bass on Firefall

Fabio Gesmundo: Electric guitar on Clara, Firefall, Classic guitar on Later.

Lyrics: Dario Tatoli / Cataldo Bevilacqua (Orson)

Foto di Francesca De Chirico

© Riproduzione riservata