UnfoldingRoma ha il piacere di dare uno sguardo all’album di Alessio Alessandra, Animale Sociale. Cantautore particolare, emigrante al contrario in quanto trasferitosi dal Piemonte alla Sicilia con la famiglia a pochi anni dalla sua nascita. Mix Nord Sud che si nota subito nelle sue canzoni, anche se sarebbe più giusto usare la parola racconti, perché ogni pezzo è una storia, a volte anche declamata in modo ironico, burlesco, ma sempre passando dalla musica che non è mai messa in secondo piano.
Già la scelta del primo approccio al disco, la prima traccia è un avviso di quello che si ascolterà, si intravede che non è un disco standard, del cantautorato classico italiano, ma di un percorso che ci porterà a capire cosa intende Alessio Alessandra nella definizione di Animale Sociale. Dicevamo il primo pezzo, Cappello, un testo letto dalla voce calda e sicura di Edoardo Siravo, dove l’autore dà le linee guida di come saranno le canzoni che seguiranno, da come l’amore sarà al centro, ma in un centro dove anche la ribellione, l’eleganza, la bellezza, la libertà si fanno spazio senza invadere i confini l’uno dell’altro.
L’albero non c’è è la seconda traccia di Animale Sociale, Alessio parte subito forte cercando di giocare con la ricerca di un albero che possa fargli ombra, una metafora che nasconde la nemmeno tanto celata ricerca della felicità. Un pezzo divertente, suonato in maniera intelligente e miscelato da giochi da musichetta e organino che fanno da contorno a un testo molto acuto. Ma la felicità alla fine cos’è? Forse un velluto di un mantello o la corsa su una tela di un pennello…
Terza traccia è Signor Caronte, dove abbiamo anche uno splendido video, è una canzone dove l’artista si immagina la sua dipartita, ai nostri tempi, dove è più importante cosa scriveranno su Facebook che sulla tomba. Alessandra si immagina di dover acquistare un biglietto per andare di là e prega Caronte di dargli un biglietto per il suo traghetto, di giorno in paradiso, di notte tra le fiamme dell’inferno dove però si sorseggiano buoni aperitivi. La riflessione finale come sempre fa pensare, senza una botta di sedere non si va da nessuna parte e una volta di là ci accorgiamo che la Terra con la sua moderna civiltà ci fa cadere le braccia. Musicalmente canzonetta, ma con uno spirito divino, di alto livello davvero.
Vivo di la (là) è la quarta traccia di Animale Sociale, c’è la partecipazione in voce della cantante Valeria Graziani ed è un gioco di parole che unisce la vita e la musica ed è il loro intreccio che permette di vivere alla ricerca dell’amore e della rima, quella giusta, cose sempre molto complicate da raggiungere. Sembra banale a un primo ascolto, anche musicalmente, ma ci si accorge, approfondendo, che la corsa all’amore è sempre legata alla rima giusta, cantata e scelta per noi dal cantautore di turno e che poi ci portiamo dentro per tutta la vita.
In Stammi a sentire c’è la riflessione dell’uomo Alessio Alessandra riguardo ai rapporti di comunicazione tra gli uomini che tendono sempre di più ad allontanarsi e a parlarsi sempre di meno. Come se fosse una richiesta di aiuto, ma non per se stesso ma per tutti noi. Ritorna il pensiero del posto fisso come curare la piantina del basilico, due esempi di come andiamo sempre di corsa a volte aspettando la soluzione come se dovesse piovere dal cielo senza mai mettersi in gioco veramente. Un bel pezzo anche musicalmente, sempre presente la sua voce particolare accompagnata da qualche arrangiamento elettronico che calza a pennello.
Sesto pezzo dell’album è Il mio amico pazzo, un pezzo difficile scritto da chi ha la consapevolezza e la sensibilità di poter affrontare certi argomenti. L’anima sociale è tutta racchiusa in questo pezzo, l’animale sociale che è in ognuno di noi quando si sente solo, quando soltanto nel gruppo, anche se di pazzi, si sente tranquillo. Che poi non è cosi facile capire bene questo pezzo, sembra facile, ma le parole scorrono limpide, dure restando scolpite nella mente dell’ascoltatore. Musicalmente perfetto, come un abito in un giorno speciale. Sicuramente il centro dell’album di Alessio Alessandra.
Con La marcia della mela marcia torna la vena ironica e pungente del cantautore, dove prende di mira i bravi giovanotti in tenera età che diventano mele marce con il passare degli anni. Ritmo incalzante, trombe in bella vista e un testo che porta una bella riflessione finale: non sorprenderti del buono che sta dietro me, è il retrogusto della mela marcia.
Il pavone è l’ottava traccia dell’album, musicalmente da cabaret, ironicamente, prende in giro quello che tutti noi dalla mattina alla sera il nostro mondo contemporaneo ci mette davanti: megalomani, ciarlatani e spocchiosi. Li paragona usando la metafora del pavone, animale che per eccellenza insieme al gallo cedrone, ha le virtù dell’accoppiamento poligamo e della vanità per eccellenza. Si diverte Alessio addirittura ad imitare il pavone, un pezzo molto riuscito. Tocca tutti gli aspetti della nostra società moderna basata sull’apparenza e da un passaggio in tv…
Io sono il giusto… giustizia, amicizia, modestia a parte è messaggio chiaro e diretto. Anche se poi in realtà è tutto il contrario. Anche se a volte qualche dittatore alla fine esiste davvero… rispolvera il kazoo, uno strumento difficile da trovare nella musica cosiddetta contemporanea.
Il decimo pezzo di Animale Sociale è Ben 10 euro, un pezzo contro. Sempre con la sua straordinaria ironia, Alessio si traveste da politicante e come tutti i politicanti rinunciare a dei diritti acquisiti è complicato, difficile e tormentato. E la metafora dei 10 è sintomatica di come sempre di più la classe politica è lontana anni luce della gente comune.
La canzone senza senso è una ballata triste, dove l’autore si prende (forse) in giro da solo.
In Tino Vitalino si parla di gloria, di successo e di visibilità. Tutto consumato in maniera molto rapida. In perfetto stile del cantautore, musicalmente perfetto e comunque molto triste. Oggi tutto scorre veloce, anche il successo…
La giustizia dei re chiude l’album Animale Sociale. Pianoforte in primo piano e una storia come sempre da raccontare, storia che a volte diventa realtà. Triste e profondamente vicino alla verità quando canta che è facile amare da re, quando si ha tutta la luce per sé. Ancora un pezzo impegnato nascosto dalla sua grande volontà di cercare e guardare dentro le persone.
Tredici pezzi tutti da ascoltare e riascoltare per comprendere bene dove l’autore vuole andare a parare perché con la sua ironia particolare riesce a nascondere quello che veramente vuole esprimere. Un album, Animale Sociale, molto ben curato e che sfruttando la formula teatro-canzone riesce a entrare nell’anima dell’ascoltatore.
© Riproduzione riservata