Oggi incontriamo per la nostra rubrica dedicata ai personaggi, uno stimato giornalista del settore sportivo: Alessandro Staiti.
La domanda che ti pongo riguarda la prima squadra della capitale: ti saresti mai aspettato in questa calda primavera uno scontro così importante tra la Lazio e la Juventus? Vista comunque la classifica si prevede una gran bella partita?
No, non me la sarei aspettata. Dopo la deludente chiusura di stagione della Lazio nello scorso campionato pensavo che ci sarebbe voluto più tempo per avere una squadra molto competitiva. E invece il direttore sportivo Tare lo scorso anno, prima di Atalanta-Lazio, lo aveva detto: aveva parlato di “un anno di transizione”, ed effettivamente così è stato. La Lazio incontrerà la Juve non solo sabato prossimo, ma ancora nel match di Coppa Italia e infine ad agosto per la Supercoppa italiana a Shanghai. Per sabato prevedo una bellissima gara, soprattutto perché si confrontano le due squadre che in questo momento giocano meglio a calcio. Ti dirò di più: secondo me in questo particolare momento, gioca anche meglio la Lazio in certi frangenti.
Parlando dei meriti si parla sempre del gruppo: secondo te è una giusta teoria?
Sì, il gruppo è fondamentale. Un calciatore da solo non può fare ciò che invece è permesso a un gruppo unito e ben guidato tecnicamente. Pioli – e ti dico la verità, mi ha sorpreso – è stato capace di creare un gruppo speciale. Te lo dimostra Marchetti in tribuna con la maglia di Lulic durante Lazio-Empoli: questo significa che i calciatori sono diventati tifosi della squadra in cui giocano: si raggiunge un livello superiore di professionismo quando alle doti tecniche si aggiungono testa e cuore. La grande abilità di Pioli, inoltre, è quella di far parte di questo stesso gruppo, non di esserne una guida esterna. Te ne accorgi quando anche durante gli allenamenti canta l’inno assieme ai calciatori. In questo bisogna riconoscere un ruolo anche alla Società, che ha creduto nei propri calciatori e nell’allenatore.
Hai delle tue fobie, dei tuoi riti scaramantici prima di recarti allo stadio per raccontare le partite?
No, non sono affatto scaramantico. Non credo nella superstizione.
E' passato un anno dalle contestazioni e lo scontro tra le curva Nord e la presidenza della Lazio, ti chiedo una tua opinione al riguardo: il raggiungimento di ambiziosi traguardi sportivi può far nascere una pace?
Nello scorso campionato Lazio-Sassuolo segnò l’apice di una contestazione che è sempre esistita nei confronti della presidenza, anche se ovviamente non con quei numeri. Una parte della tifoseria non si riconcilierà forse mai, perché si basa su motivi che vanno oltre i traguardi sportivi. Ma c’è anche una grande parte dei tifosi che contesta solo quando i risultati della squadra e la qualità del gioco sono deludenti. È evidente che per questi ultimi il raggiungimento di traguardi importanti sia un ottimo motivo per smettere di contestare e tornare a sostenere pienamente la squadra: è stato chiaro, lampante, nel momento in cui oltre duemila tifosi hanno accompagnato la Lazio alla stazione Termini prima di Napoli-Lazio di Tim Cup e circa tremila sono andati poi a Formello alle due del mattino per festeggiare la squadra. Per non parlare degli oltre cinquantamila di Lazio-Empoli.Ritengo, comunque, che la contestazione abbia giocato un ruolo importante nel miglioramento della squadra e nella definizione degli obiettivi societari.
Diventare giornalista è stato il tuo sogno sin da bambino? Ti ricordi il tuo primo articolo?
Sì, fin da bambino. Ho sempre avuto la passione per la scrittura. Ho imparato a leggere e scrivere prima ancora di frequentare la scuola e ho sempre letto tanto. A otto anni mio padre mi regalò una macchina da scrivere Antares e mi divertivo a scrivere incolonnando il testo come nei quotidiani… Il mio primo articolo in assoluto? Credo un pezzo su Renato Zero per il mensile della FUCI “Ricerca” nel 1978, frequentavo ancora il liceo classico.
Quali sono le caratteristiche di un buon giornalista sportivo? Chi fa questo lavoro deve saper pubblicare tutto?
Le caratteristiche del bravo giornalista sportivo sono le stesse di ogni bravo giornalista: deve essere attento a tutto quello che lo circonda, amare il proprio lavoro, saper scrivere in un buon italiano (diventa sempre più raro) e imparare a “stare sempre sul pezzo”. Sì, chi fa questo lavoro deve essere capace di spaziare su vari argomenti. Ma questo vale per la maggior parte dei giornalisti, come ti dicevo…
Cambiamo argomento e parliamo del giornalismo televisivo; la settimana scorsa è accaduta la tragedia al tribunale di Milano; il tg1 ha commesso un gravissimo errore mandando in onda le immagini del profilo Facebook di una persona che si credeva fosse il colpevole con annessi particolari sulle sue abitudini e sulle sue passioni per i polizieschi; ti chiedo se fossi stato il direttore oppure un capo redattore come avresti "punito" il responsabile del servizio e questa superficialità la vedi come una mancanza delle basi più elementari del giornalismo moderno?
In passato sono stato caposervizio delle pagine di Cultura e di Salute del quotidiano Quigiovani e quando mi è capitato che un mio collaboratore prendesse delle cantonate epocali per un po’ di tempo non solo ho raddoppiato la mia attenzione nei confronti dei suoi articoli, ma soprattutto ho invitato il collaboratore a schiarirsi le idee rimanendo per qualche settimana a riposo. Per fortuna non mi sono mai capitate situazioni così gravi: un servizio TV condotto con una tale superficialità deve essere esaminato non solo dai dirigenti Rai, ma soprattutto dall’Ordine dei Giornalisti, perché a una prima analisi mi sembra che si sia violato il codice deontologico del giornalista, soprattutto per quanto riguarda il mancato rispetto della privacy. In casi molto gravi è prevista perfino la radiazione dall’albo.
Una tua opinione sulla tragedia? Sono nati profili a sostegno del criminale sui vari social? La gente sta impazzendo davvero?
No, non credo che la gente stia impazzendo. Credo solo che grazie alla moltitudine di mezzi di informazione e soprattutto grazie ai social molte cose abbiano acquisito una visibilità che prima era infinitamente inferiore. La tragedia del Tribunale di Milano? Il pilota che per suicidarsi uccide tutti i passeggeri sull’aereo? Purtroppo quando la gente perde l’uso della ragione le tragedie possono accadere.
Io non riesco a far passare un tubetto di dentifricio in aeroporto. La gente riesce ad entrare con una pistola a Palazzo di Giustizia. Alla vigilia dell'Expo e del Giubileo secondo te siamo protetti adeguatamente?
È difficile rispondere alla domanda se siamo protetti adeguatamente. Normalmente in tribunale, soprattutto quando si discutono cause civili, non si immagina che qualcuno possa entrare con una pistola… Vedi, è un po’ come quando entro allo stadio: a volte vengo perquisito anche tre volte nonostante abbia il tesserino di giornalista e poi vedo che passano bombe carta e altre cose del genere. La protezione è soprattutto prevenzione, ma deve essere fatta per bene. Chiaro che oggi, con il fenomeno del terrorismo islamico, eventi che prevedono una grande affluenza di gente devono essere sorvegliati con la massima attenzione.
In questi giorni si sta riproponendo la storia del benzinaio Stacchio, a mio giudizio un eroe che ha sventato una rapina ammazzando uno dei criminali (gli altri sono ancora in fuga), e che per questo è stato indagato per eccesso di legittima difesa “Io volevo solo difendere Genny, la commessa, mai avrei ucciso un uomo" questo è stato il suo commento. Ora vorrei sapere una tua opinione sui paradossi legislativi di questo paese?
Caro Emanuele, non è la prima volta che si vede condannata una persona per eccesso di legittima difesa, anche quando questo va completamente contro ogni buon senso. Qualcosa va rivista, ma come sai quando di mezzo c’è l’uso di armi o comunque di violenza bisogna andarci con i piedi di piombo.
Qual è la tua peggiore abitudine?
Ridurmi all’ultimo momento per mancanza di tempo. Difficilmente riesco a calcolare il tempo necessario in maniera corretta. Sono sempre ottimista e vorrei sempre impiegarne di meno…
Parliamo del giornalismo e dei giovani che si avvicinano a questo mestiere che ritengo il più bello del mondo ma quando si leggono determinati "prezzi" per gli articoli svolti, ad esempio "schiavitù: otto euro per un'esclusiva; otto euro "comprensivi di contributi digitali (immagini e video corredo) forniti in esclusiva al Mattino.it. Ovviamente non si affronta minimamente il problema delle spese. E, sia chiaro, si tratta di otto euro lordi. Aggiungere che il collaboratore deve autorizzare "la cessione della sua opera anche ad altre testate online della Caltagirone Editore S.p.a. senza che ciò comporti incrementi del compenso". Come dire: paghi uno e prendi ... tre, quattro, cinque. Ora ti chiedo una tua opinione.
Purtroppo anche io negli anni della gavetta sono stato mal pagato o non pagato affatto… però oggi si è scesi davvero al di sotto di un corrispettivo dignitoso! Otto euro lordi per un’esclusiva è un compenso ridicolo! Purtroppo gli editori difficilmente sono corretti con i propri dipendenti… e ti parlo per esperienza personale.
Quale consiglio daresti a chi si vuole avvicinare al mestiere del giornalista?oramai sulle varie piattaforme social tutti scrivono, tutti commentano ...
Il consiglio è di fare il giornalista se si ama così tanto questo lavoro da non poter immaginare di poter fare qualsiasi altro mestiere. Solo un trasporto così forte può davvero essere d’aiuto in un momento in cui, anche per l’esplosione dei social, chiunque si sente autorizzato a esprimere un’opinione, anche quando è sbagliata, oppure offensiva e lesiva della dignità altrui o è di una banalità sconcertante. Fare il giornalista prevede il rispetto del codice deontologico, che non è un insieme di prescrizioni messe lì solo perché lo prevede la legge. Il giornalista ha una forte responsabilità sociale. Per questo deve sapersi distinguere da chi pensa di poter mettere le dita sulla tastiera e scrivere qualsiasi cosa gli passi per la testa. La cosa più grave è che purtroppo proliferano non solo sui social ma anche sulla rete e nell’etere commentatori improvvisati, gente che ragiona in modo bislacco, tipo: “non è detto che siccome tu sei giornalista il tuo parere sia più autorevole del mio”, dimostrando già con queste parole di non aver capito cosa significa esprimere un’opinione. Mi è capitato ultimamente di imbattermi in siti internet che si occupano di calcio e che scimmiottano una vera testata giornalistica con articoli scritti senza punteggiatura, senza alcun rispetto della lingua italiana e delle sue regole più elementari di grammatica e di sintassi. Ovviamente si tratta di siti pirata, dove addirittura si scrivono nomi di direttori e vice direttori, di redattori e collaboratori esterni, ma che non sono regolari testate giornalistiche. Ho letto un paio di articoli e non sapevo se piangere o ridere per gli strafalcioni… Per fare il giornalista ci vuole una grande preparazione, quindi il mio consiglio è di non addentrarsi in questo mestiere se non si ha voglia di studiare, di informarsi e di applicarsi. E soprattutto se non si ha la passione di comunicare.
Parliamo della nostra città;Cosa ti piace di Roma ? Cosa non sopporti di vedere e quali consigli daresti per migliorarla?
Roma mi piace perché è Roma: ho viaggiato parecchio in diverse parti del mondo e, nonostante abbia trovato città che funzionano meglio della nostra, molto meglio, per me Roma rimane la mia città, e non posso immaginare di poter vivere in un’altra. Vivo a poche centinaia di metri dal luogo in cui sono nato e mi viene anche difficile immaginare di poter cambiare quartiere… Quel che non sopporto di Roma è il caos, la sporcizia che aumenta giorno dopo giorno e i servizi pubblici che non funzionano a dovere. Cosa farei per migliorarla? Tante cose, tante. A partire da una classe di amministratori onesti ed efficienti.
Progetti per il futuro?
Nei prossimi mesi verrà pubblicato un mio libro sui King Crimson, un gruppo musicale degli anni Settanta tuttora esistente. Non amo molto programmare il futuro, a volte preferisco alzare la vela nella direzione in cui soffia il vento…
Grazie Alessandro,sei veramente gentile a presto.
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