Oggi incontriamo il musicista Fabio Serafini, un artista introspettivo e poliedrico che ci racconta il suo percorso.
Buongiorno Fabio, grazie per il tempo che ci stai dedicando. Iniziamo con il tuo esordio: cosa ti ha avvicinato alla musica? Cosa ti ha spinto a renderla parte fondamentale della tua esistenza?
Ho cominciato a cantare con mia madre all'età di 8 anni canzoni tipo Simon and Garfunkel, Nat King Cole. Non so cosa mi abbia avvicinato alla musica, mi ha sempre attratto cantare e sapevo farlo a modo mio. Ho incominciato a suonare la chitarra a 13 anni, il padre del mio migliore amico suggerì a mio padre di comprarmene una. Presi lezioni private per un anno. A parte suonare canzoni di altri, sentii subito la necessità di esprimermi a modo mio. Notai subito che avevo un mio modo di suonare molto personale. Seguivo molto il suono ed ero affascinato dal mondo creato dall'unione di più suoni tra loro.
Hai un genere musicale in cui ti riconosci?All'attivo un progetto da solista, Prosopea, come nasce e di cosa si tratta?
Il mio progetto da solista nasce timidamente cercando di mettere insieme alcune idee scarne col l'aiuto del computer. Semplicemente un modo di confrontarmi con lo strumento computer a livello musicale. Tre anni dopo sotto lo stesso nome ho unito altri brani nati su improvvisazione con chitarra ed effetti. Quando compongo non penso, cerco di mantenere viva la genuinità di uno scatto fotografico. Ormai questo processo per me è molto naturale. Non mi interessa essere un musicista versatile. Ho qualcosa da dire e trovo delle strade.
Suoni spesso live, se si raccontami le tue recenti esperienze in tal senso. Luoghi, persone incontrate.
E' da un po' che non suono live. Ultimamente mi è capitato di sperimentare un modo nuovo di suonare, una forma di live, ma con regole molto particolari. Lavoro da un anno e mezzo con un gruppo di attori. Viaggiamo con una certa continuità in Italia e anche in Europa. Io sono l'unico musicista e accompagno le loro performance, attraverso un lavoro di improvvisazione devo essere in grado di supportare le loro azioni, le loro presenze, le loro parole, o talvolta mi capita di dover essere io a guidare loro. E' un lavoro che mi sta dando molto a livello creativo.
Mi dicevi che porti avanti anche altri progetti. Raccontaci...
Nelle stesso tempo porto avanti un altro progetto con un batterista, ci chiamiamo R'lyeh, in questo caso, sempre improvvisando ci rapportiamo alle immagini, sonorizzando film o spezzoni di film. Quando si improvvisa, è importante avere qualcosa che diriga la tua immaginazione, altrimenti rischi di perderti, di fare cose generiche. Ho un altro progetto in construzione dal nome Dunia, si tratta di un ampliamento del progetto di cui ho descritto poco sopra, sempre sonorizzazioni, ma con l'ambizione di sperimentare maggiormente sia a livello di immagini che di suono.
Sei un creativo molto poliedrico, cerchi di soddisfare diverse anime della tua personalità?
Con questi progetti non cerco di soddisfare diverse anime, ma delle necessità che sono le necessità di ognuno. Col progetto da solista cerco chi sono io, nei progetti con gli altri cerco il me stesso che si relaziona agli altri.
Stai incontrando difficoltà nel portare avanti i tuoi progetti?
Non ho difficoltà nella musica, perchè non ho ambizioni. Non mi interessa sfondare.
Quali sono gli artisti contemporanei che preferisci, nel vasto panorama musicale?
Nick Drake. Chet Baker. My Bloody Valentine. Radiohead, tra i tanti.
Come ti vedi tra dieci anni?
Non ho un'immagine di me tra dieci anni.
Grazie Fabio per averci svelato una parte di te. Ti auguriamo di realizzare tutti i tuoi progetti e di mantenne viva la tua genuinità artistica. In bocca al lupo e a presto!
Sharon Belli
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