Da Losanna parte... l'osanna.
La candidatura italiana per i Giochi Olimpici invernali ha, infatti, vinto la propria sfida: il binomio Milano-Cortina ha avuto la meglio su Stoccolma-Aare, riportando in Italia la kermesse a cinque cerchi, a vent'anni dall'esperienza di Torino 2006.
La votazione dei membri del CIO è stata netta: 47 preferenze per la candidatura italiana, contro le 34 di quella svedese.
Il successo italiano è anche frutto della sinergia tra i due centri che ospiteranno la manifestazione, nonché delle due regioni (Lombardia e Veneto) e, guardando a Milano, delle due “anime politiche”: centrosinistra (che governa la città) e centrodestra (alla guida della Regione), a dimostrazione che certi traguardi non hanno colore politico.
Quella del 2026 sarà la terza volta che l'Italia ospiterà i Giochi Olimpici invernali, dopo le edizioni di Cortina d'Ampezzo 1956 e Torino 2006: ad esse va aggiunta l'edizione 1960 di quelli estivi, organizzata a Roma e consistente nel preambolo di “quei favolosi Anni Sessanta”.
Bisogna, inoltre, menzionare le edizioni del 1944 e del 1992.
La prima, assegnata a Cortina d'Ampezzo (destinata a ospitare effettivamente i Giochi dodici anni più tardi), venne cancellata a causa dell'entrata dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale, mentre quella di inizio Anni Novanta va ricordata per fatti storici.
I Giochi Olimpici invernali 1992 (ultimi disputati nel medesimo anno dei Giochi estivi, giacché l'edizione successiva venne anticipata al 1994, per poi mantenere la cadenza quadriennale) vennero organizzati da Albertville, cioè in Francia, ma per la precisione in Savoia, regione a suo tempo facente parte di quel Regno sabaudo dal quale prese il via il Risorgimento: appunto grazie alla cessione (nel 1860) della Savoia e della Contea di Nizza ai francesi si ebbe il “benestare” dell'imperatore transalpino Carlo Luigi Napoleone Bonaparte (alias Napoleone III) alla nascita di un'Italia così come la conosciamo.
Albertville si chiama in tal modo in onore di Carlo Alberto I di Savoia, che la fondò e la battezzò col suo nome.
Non è esagerato, quindi, affermare che l'edizione 1992, pur francese a tutti gli effetti, vide la comitiva azzurra giocare quasi come in casa.
I Giochi Olimpici invernali tornano, quindi, in Italia, ma la domanda sorge spontanea: quando saranno maturi i tempi per rivedere il Belpaese ospitare quelli estivi?
Giuseppe Livraghi
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