Decisive le posizioni del Movimento 5 stelle, che ha scelto di non aderire al voto, e l'assenza di Lega e Forza Italia.
Il centrodestra si è dichiarato disponibile a dare il proprio contributo, affinché possano essere risolti i problemi del Paese, soltanto con un nuovo esecutivo, guidato ancora da Draghi ma escludendo il Movimento 5 stelle.
Il segretario del PD Letta, ha manifestato forte preoccupazione per la situazione attuale e ha definito la giornata di ieri triste e drammatica, dichiarando che “andremo alle elezioni rapidamente. Sarà una campagna elettorale estiva, che temo avvenga in una condizione molto difficile per il nostro Paese. Fuori da un governo forte e solido come era questo, temo che avremo una condizione molto complicata".
Salvini, nel suo intervento all'assemblea dei parlamentari della Lega alla Camera, si dice certo che stia per iniziare la campagna elettorale.
Invito al voto rinnovato anche da Giorgia Meloni, sostenendo che la legislatura si può ritenere conclusa e che "se tutto va bene, si potrebbe votare tra due mesi. Noi siamo pronti, il centrodestra è abbastanza pronto".
Disattese invece le aspettative di Conte, che sperava in una soluzione diversa circa le misure sociali attese dagli italiani, fra cui il superbonus per le imprese in crisi, il salario minimo legale, il taglio del cuneo fiscale indicate nell'agenda di Governo e tutti gli aiuti straordinari richiesti per le famiglie e le imprese.
Draghi ha ribadito che “sul salario minimo ho detto quello che dovevo dire: c'è una posizione della commissione europea, si è aperto un tavolo con i sindacati e Confindustria. Continueremo la discussione, qualunque sarà la vostra decisione di oggi e credo che si possa arrivare a una proposta di salario minimo che non veda diktat del governo sul contratto di lavoro. Sul superbonus voi sapete quello che ho sempre pensato ma il problema sono i meccanismi di cessione. Chi li ha disegnati senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Non ho molto altro da dire ma - ha concluso - chiedo che sia posta la fiducia sulla risoluzione del senatore Casini ".
Dopo l'incontro di oggi, Il Presidente della Repubblica Mattarella potrà decidere se aprire le consultazioni oppure se sentire il Presidente del Senato Elisabetta Casellati e il Presidente della Camera Roberto Fico per procedere successivamente allo scioglimento delle due Camere. Se fosse quest'ultima la decisione del Presidente, si potrebbe votare già l'ultima settimana di settembre ma il voto deve rispettare i termini previsti dalle normative.
L' articolo 61 della Costituzione che regola la materia, prevede infatti che "le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Finché non siano riunite le nuove Camere, sono prorogati i poteri delle precedenti". Secondo la norma elettorale, la data del voto deve essere stabilita da apposito decreto che deve essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale "non oltre il 45/mo giorno antecedente quello della votazione" e che deve indicare anche la data per la riunione del nuovo Parlamento. Va considerata anche la posizione degli italiani all'estero, che prevede la consegna da parte del Ministero dell'Interno a quello degli Esteri della lista degli aventi diritto al voto entro i 60 giorni antecedenti alla data delle elezioni.
In questo panorama di termini e scadenze, diventa quindi molto complesso programmare il voto con soli 45 giorni di tempo dalla data delle elezioni.
Benedetta Zibordi
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