Proseguono le indagini sulla morte del tredicenne caduto dalla finestra della sua abitazione a Gragnano in provincia di Napoli. Quello che sulle prime sembrava essere un'incidente, ora assume i connotati di una tragedia che nasconde l'ombra del suicidio. Secondo le ipotesi degli inquirenti, la morte del ragazzo potrebbe non essere il frutto di un incidente. Il tredicenne subiva da tempo diversi episodi di cyberbullismo e, probabilmente stanco di queste vessazioni continue, avrebbe deciso di togliersi la vita. Nel corso delle indagini, è emerso che alcuni ragazzi più grandi lo bersagliavano di continuo di insulti e minacce fino a ripetergli di uccidersi. Da quanto si apprende, sono oggetto di indagine sei ragazzi, cinque minori e un maggiorenne, individuati come autori dei messaggi che avrebbero portato il tredicenne a togliersi la vita. A loro carico, la Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo per l'ipotesi di istigazione al suicidio. Attualmente, gli accertamenti sono ancora in corso. Un fenomeno non nuovo alle cronache, purtroppo; complice soprattutto il labile confine fra mondo reale e mondo virtuale. Passiamo sempre più tempo connessi, gran parte delle nostre relazioni viaggia sul web. Se a volte gli adulti cadono nelle cosiddette "danger zone" della rete, per i ragazzi diventa un mondo ancora più pericoloso e potenzialmente dannoso. Uno dei pericoli più frequenti è proprio il cyberbullismo. L'anno scorso, il Ministero dell' Istruzione ha analizzato i dati raccolti circa il monitoraggio del problema ed è emerso che circa il ventidue per cento degli studenti ha subito bullismo da parte di coetanei mentre l' otto per cento ha subito cyberbullismo. Considerando che il campione analizzato conta più di trecentomila studenti, ci rendiamo conto di quanto il fenomeno sia particolarmente diffuso. La facilità con cui il cyber bullo riesce a bypassare il controllo degli adulti è molto preoccupante. Il bullo in generale, infatti, agisce in modo subdolo e sottile, e diventa molto difficile per l' autorità notare questo tipo di atteggiamenti. Così come nei casi di bullismo classico, dove il ragazzo più forte viene aiutato da un gruppetto di amici che formano il suo "branco", anche nel cyberbullismo il cosiddetto "capobranco" ha una serie di sostenitori che lo aiutano a condividere contenuti che sono il più delle volte umilianti per la vittima. Prevenire queste situazioni è sicuramente possibile; il bullo vive in un contesto sociale per lui fondamentale; quindi è necessario contestualizzare ogni misura preventiva nell'ambiente e nella comunità che condividono vittime e persecutori. Diventa fondamentale, quando si viene a conoscenza di queste situazioni, non girare la testa altrove perché questo atteggiamento non fa altro che confermare al bullo che ciò che fa è giusto. Ma quali sono gli elementi indicatori di una vittima di bullismo? Vediamoli insieme.
Una vittima è soggetta a sbalzi d'umore, e, generalmente, appare triste. il rendimento scolastico cala e ha la tendenza a non uscire di casa, preferendo la compagnia dei punti di riferimento riconosciuti nei familiari piuttosto che quella dei coetanei. Fisicamente è soggetto a malesseri come dolori addominali ed emicranie; presenta anche diversi disturbi legati al cibo e segni sul corpo che attribuisce al suo essere maldestro o a piccoli incidenti. Se in questi elementi caratterizzanti se ne notano anche solo alcuni nei proprio figli, è bene non affrontare il problema direttamente ma prenderlo alla larga, affrontandolo magari attraverso situazioni di condivisione. Resta sempre ferma la priorità di rivolgersi agli insegnanti e soprattutto a un professionista in grado di valutare la situazione.
Benedetta Zibordi
© Riproduzione riservata