Viva Vittoria Roma.
8 marzo 2020: il filo rosso che unisce le donne
“Dona anche tu il tuo 50x50”. Il claim di Viva Vittoria spiega in poche parole il senso solidale della “opera relazionale condivisa” che prenderà vita l’8 marzo 2020 su Via Ripetta e Largo San Rocco: sarà la tappa di un lungo percorso iniziato a Brescia nel 2015. L’idea è semplice: fare del lavoro a maglia, attività ancestralmente condivisa tra donne, l’occasione per ricostruire una rete dialettica che si sostituisca ai social e spezzi il silenzio, causa prima del sottostare delle donne alla violenza psico-fisica.
Viva Vittoria è un lavoro delle donne per le donne: ogni quadrato in maglia è firmato da una donna e quattro di essi compongono una coperta. Quattro donne per quattro quadrati, la quinta li assembla, la sesta li cuce con un filo rosso, la settima appone l’etichetta numerata di Viva Vittoria. Ogni coperta contiene quindi la storia di sette donne diverse, fili che si intrecciano fra loro come le voci.
Viva Vittoria è supporto concreto alle donne in difficoltà: attraverso le coperte, installate in ogni città in una piazza prestigiosa, si realizza una raccolta fondi il cui ricavato –dichiarato sul sito web di Viva Vittoria, marchio registrato – viene devoluto ad associazioni che si occupano di donne vittime di violenza nel territorio di riferimento. L’associazione Teste in Su, promotrice di Viva Vittoria Roma, ha individuato come beneficiarie Differenza Donna e Casa della Misericordia di Sant’Eustachio.
Bologna, Sassari e Roma sono le tappe per la Giornata Internazionale della Donna: lo spazio romano ospiterà mille e cinquecento coperte, composte da seimila quadrati a maglia inviati da donne di tutta Italia.
A Roma moltissime donne si stanno alternando al cucito negli spazi comuni: il principale si trova nel Municipio I, Circonvallazione Trionfale 19, ma se volete unirvi alla rete ne trovate nel sito www.testeinsu.it . Ma chiunque potrà contribuire con un’offerta l’intera giornata dell’8 marzo, scegliendo una coperta dall’installazione.
Link: http://www.testeinsu.it/
Articolo di Penelope Filacchione
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