Federica Zianni

Federica Zianni

La cultura dovrebbe essere riconosciuta definitivamente come un agente costitutivo fondamentale per ogni paese e sostenuta in momenti di crisi come questo perché è dall’umanità che si riparte in momenti così bui

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Abbiamo il piacere di Intervistare Federica  Zianni giovane artista milanese che in questi giorni si trova a Roma per presentare la sua personale Natura Nature a cura di Maria Laura Perilli e allestita presso la Galleria Triphè.

Come prima domanda una tua breve presentazione per i nostri lettori ?

Mi sono trasferita a Milano per frequentare il triennio di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove mi sono laureata nel 2018 al biennio di Scultura. Ho frequentato anche la Hochschule für Bildende Künste di Dresda portando avanti i miei studi con Wilhelm Mundt e Castern Nicolai.Durante il 2018 ho partecipato a Premi di rilievo nazionale come il Premio Combat, il Premio Vittorio Viviani e il Premio Comel durante il quale, mi è stata assegnata una menzione d'onore. Nel 2019 mi è stato assegnato il PRS Talent Prize e ho vinto il Premio Rospigliosi per la categoria under 30.Nel giugno 2019 ho preso parte al GIFA (Fiera Internazionale della Fonderia) a Düsseldorf, come eccellenza italiana, in agosto, ho partecipato allo Swiss Art Expo di Zurigo, e sono stata finalista ad Artrooms Award a Londra.Nel 2020 ho esposto per la prima volta alla Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale. Inoltre sono stata finalista al Malamegi LAB15 Art Prize, al Premio di Scultura Gabbioneta, al Premio di Scultura Fregellae durante il quale mi è stato assegnato il 2˚ premio e ho vinto l’edizione 2020 del Premio Arts in Rome.

L’arte, strumento per eccellenza di divulgazione e diffusione di messaggi e contenuti, ancora una volta supera sé stessa, supera il Coronavirus e cerca in tutti i modi di mantenere in vita una realtà mai spenta e depressa, ma carica di fiducia ?

L’arte è nata migliaia di anni fa frutto di un impulso che non è presente in nessun altro essere vivente se non nell’essere umano. Compare in condizioni di assoluta mancanza e instabilità, eppure emerge e si sviluppa ed oggi è manifesta la sua importanza nel nostro patrimonio culturale, ed è parte fondamentale dell’identità di ognuno di noi. L’arte è nata nelle grotte, nel freddo alla luce di una torcia ed ha superato i secoli, le glaciazioni, le carestie, le pandemie e credo che fino a che ci sarà un briciolo di umanità ci sarà qualcuno che la curerà e la preserverà. Penso, più che l’arte, questo periodo particolare che stiamo attraversando, cambierà il sistema dell’arte e come questa viene fruita e acquisita. Non so se è un bene o un male, staremo a vedere.

La Natura ci regala da sempre degli spettacoli più belli ed emozionanti di quanto avremo mai potuto immaginare. Basta pensare a un cielo stellato, a una distesa di mare, a un tramonto per capirlo. Ma anche al corpo umano e a tutti gli esseri viventi : nella tua personale a Roma quale emotività vuoi trasmettere alle persone che ammirano le tue opere ?

La natura a cui faccio riferimento è quella umana. L’essere umano è un animale culturale e di naturale ha ben poco, intendo che il suo costituirsi non è affidato al suo patrimonio genetico ma alla sua acquisizione di cultura, quindi al relazionarsi con una comunità. La luna splende su tutti gli esseri viventi eppure il pastore di Leopardi, quello che erra nelle praterie dell’Asia non si sa dar pace della sua irrequietezza, mentre il suo gregge beato pascola sotto lo stesso cielo. Quello che io voglio risvegliare nello spettatore che viene a visitare la mostra è una riflessione sulla propria natura di essere inquieto, impulsivo, violento, in cerca di risposte su se stesso.

La cultura in Italia dopo gli ultimi dpcm causa covid come sta ?

La cultura dovrebbe essere riconosciuta definitivamente come un agente costitutivo fondamentale per ogni paese e sostenuta in momenti di crisi come questo perché è dall’umanità che si riparte in momenti così bui; la catena di montaggio è uguale in tutte le nazioni e aliena chi è coinvolto nel meccanismo.Si sta ripartendo dopo la forzata immobilità con tanta energia e timore per il futuro. Molte attività hanno chiuso, altre ripartono a fatica e c’è chi sembra non abbia accusato il colpo del lungo lock down. Si sopravvivrà come sempre, vorrei molto, e mi auguro per il futuro che si dia più importanza ad aspetti che sembrano marginali come l’arte, il teatro e la cultura in generale che hanno sofferto senza sostegni in questi tempi duri, perché ci danno dignità quando tutto il resto viene meno.

A Milano, il flash mob degli artisti: in silenzio davanti ai teatri chiusi. La manifestazione per il "diritto ad aprire": «Il teatro è la nostra casa, la nostra vita, il nostro mestiere. Un mestiere che, di fatto, non possiamo esercitare» Usciremo migliori da questa pandemia ? Raccontare il dolore, la solitudine , i sogni di queste figure potrebbe essere fonte di ispirazione per una tua opera in futuro ?

Il teatro è diritto all’espressione attraverso una messa in scena, una situazione fittizia ma non falsa, vera più che mai. La drammaturgia greca come quella contemporanea, oppure il narrare una favola attorno al fuoco hanno come scopo il piacere di essere al sicuro mentre si assiste ad una scena di grande pathos e assistendo si viene coinvolti emotivamente rendendo possibile la catarsi. L’arte allo stesso modo crea oggetti fittizi che non esistono in natura per rappresentare qualcosa di più vero della realtà data. Artista e attore esprimono sublimano ciò che è evidente a tutti ad un livello inventato, inconscio, eppure schietto ed autentico.

L’espressione dell’umanità è lo scopo della mia ricerca artistica, come lo è per ogni artista che voglia definirsi tale. Mi addolora che il teatro si sia fermato in modo così brusco mentre stadi e discoteche non sembra abbiano avuto problemi a riaprire, e infatti abbiamo visto gli effetti disastrosi di qualche notte di divertimento blando, ora, sulla nostra quotidianità. È con l’incontro con l’altro che ci riconosciamo, ed esistiamo nell’essere riconosciuti dall’altro. Sarà dura ma il teatro non può morire, anche in questo campo ci saranno delle modifiche nella fruizione, e anche qui staremo a vedere.

La National Gallery di Londra sfida il covid con una mostra su Artemisia Gentileschi, figura simbolo della lotta per l'emancipazione femminile – con le tue opere cerchi di raccontare le difficolta che le donne subiscono tutti i giorni ?

Sono convinta che sia fondamentale incarnare la propria convinzione perché essa possa essere visibile a chiunque. Cerco di essere io stessa portavoce della forza che bisogna avere per poter continuare in un campo che fino a pochi decenni fa era di appartenenza prettamente maschile. Una donna vista come oggetto, destinata al matrimonio e alla procreazione, costretta a declinare ogni naturale inclinazione, a cui era negata qualsiasi espressione personale in virtù del suo dovere di donna, fortunatamente non è una figura che mi appartiene. Mia madre, che invece è nata in un’epoca che sicuramente non rispecchiava la sua indole creativa, mi ha cresciuta insegnandomi l’importanza dell’indipendenza economica e affettiva. Mi ha sempre spinta a fare affidamento su me stessa per essere più libera possibile e non subire pressioni rispetto al mio sesso. Le sono infinitamente grata.

Parliamo di Bansky e di Luca Bravo che è un giovane gallerista di Fiorenzuola, che ha fatto la gavetta, tante fiere, prima piccole e italiane e oggi internazionali (lavora alla Deodato Arte di Milano). Un anno fa, avendo qualche soldo da parte e ha deciso di spenderli tutti «solo se mi fossi imbattuto nel tratto candido e rivoluzionario dell'artista senza volto». E ci è riuscito. Mettendo insieme opere come No Ball Games del 2009, uno dei topini della pandemia che brandisce il cartello Get out while you Can del 2020, e l'iconico Napalm (2004) con un pagliaccio e Topolino che tengono per mano la bimba fuggita durante i bombardamenti in Vietnam : anche tu sogni di possedere una di queste opere ? Cosa ammiri dell‘artista britannico ?

Banksy ha iniziato ad operare senza la prospettiva di un guadagno, regalando le sue opere alla città e accettando anche che esse venissero vandalizzate. Apprezzo il suo cuore, nel donare e lasciare andare le sue opere anche a chi non le apprezza e le distrugge perché è troppo piccolo per capire il dono totalmente gratuito che ha ricevuto. Si merita il successo che sta ottenendo perché è giusto che dopo tanta mole di lavoro si venga riconosciuti, come lo deve essere il crimine di vandalismo che ha dovuto subire, purtroppo troppo spesso nell’arco della sua carriera.Come artista spero di poter essere in futuro una collezionista degli artisti che ho sempre ammirato perché vorrebbe dire che la mia arte mi permette la capacità economica di muovere il mercato come artista compratrice e come artista quotata.

Che cosa ti colpisce del suo messaggio?

Apprezzo la schiettezza deflagrante dei suoi soggetti.

Non ti pare anche un artista che gioca con furbizia sul proprio mistero? Pensi di aver avuto un successo maggiore celando il tuo di viso ?

Ha lasciato che la sua arte parlasse per lui. L’aura di mistero che si è creato è stata una scelta oculata che sicuramente si è rivelata vincente.

Il 2020 è il trecentesimo anniversario dalla nascita di Giovan Battista Piranesi (Venezia 4 ottobre 1720 – Roma, 9 novembre 1778), il più grande incisore della storia dell’arte italiana. In questa occasione la Biblioteca Braidense dedica al grande artista che fu anche architetto, scavatore, restauratore di pezzi antichi e titolare di un’importante bottega d’arte a Roma e proseguì l’attività con i figli Francesco e Pietro, poi esuli a Parigi, una rassegna, “Piranesi a Milano” : che idea oggi di questa forma di arte ? dell’incisione ? Può essere quella caratteristica in più per distinguere le tue opere ?

Conosco bene l’inestimabile collezione della Biblioteca Braidense perché avendo frequentato l’Accademia di Belle Arti Brera ho avuto accesso, anche alla Pinacoteca, in modo del tutto gratuito grazie al mio libretto universitario. Quindi ogni volta che avevo una pausa mi intrufolavo al secondo piano dell’Accademia dove sono conservati tesori inestimabili.Nella mostra sono presenti dei lavori incisi che non hanno nessuna pretesa di chiamarsi incisioni, proprio perché non sono destinati alla produzione di stampe ma sono loro stessi opere finite. Si stratta di ottoni specchiati su cui ho inciso una mappa perché lo spettatore ci si riflettesse sia fisicamente, sia mentalmente, cogitando sul problema identitario e di appartenenza che è un pensiero subdolo che ci mette a disagio.

Parliamo adesso della storia di Amanda Rach lee, influencer canadese, che usa i social per insegnare calligrafia: con la pazienza della maestra e la cura dell'orologiaio nei suoi video mostra le proporzioni tra maiuscole e minuscole, le pance della b e i tratti brevi della i, le curve della g e i saliscendi della m – i suoi filmati fanno milioni di visualizzazioni : utilizzare i social per l’apprendimento dell’arte potrebbe essere interessate per farti conoscere nel mondo ?

Non farei mai un tutorial sulla mia produzione. Quello che io creo è arte e non artigianato. Il quid che mi porta a produrre è totalmente personale e puntato ad essere in risonanza con chi ne viene in contatto. La proprietà intellettuale dell’opera è esclusivamente mia e ricordo che l’appropriazione totale o parziale di un’opera dell’ingegno altrui è definito plagio e punibile penalmente.

Tuttavia sono positiva alla fruizione dell’arte attraverso i social, perché i confini del mondo in cui viviamo sono in continua espansione e attraverso il web si abbattono la dimensione del tempo e dello spazio rendendoci visibili a chiunque, immediatamente e in qualsiasi parte del mondo, basta avere una buona connessione internet.

Il rapporto con i social adesso ti rende più appetibile nel mercato dell’arte ?

Appetibile non saprei, sicuramente più visibile

Dovrebbero esserci barriere all'arte?

L’unica barriera che io metterei è la rigida pretesa di rispetto per l’opera, a prescindere se essa piaccia o no.

Ho notato che molto spesso le persone si sentono in diretto di criticare, schernire o toccare un’opera perché non credono il lavoro dell’artista un vero lavoro. Non credo nell’aura dell’opera d’arte ma nel rispetto del manufatto come parte della cultura contemporanea in cui tutti noi siamo immersi.

Si chiama “Note di Viaggio – capitolo 2: non vi succederà niente” il secondo volume del progetto che vede molti artisti italiani, diretti dal Maestro Mauro Pagani, cimentarsi con il canzoniere di Francesco Guccini. Da Zucchero a Gianna Nannini, passando per Levante, Fiorella Mannoia, Ermal Meta e Mahmood, tra gli altri, hanno rifatto brani del cantautore di Pavana; evitando le personalizzazioni adesso come adesso quanto conta un certo tipo di musica per la creazione e l’ispirazione delle tue opere ?

Credo che sia fondamentale mantenere un livello alto di cultura e non cedere a “quello che fa più audience”, scadendo nel trash e nello squallido. Sono certa che circondandosi di cose belle si creino cose belle, allo stesso modo ascoltando bellezza ci si esprime nel migliore dei modi.

Nella tua carriera hai avuto con molto coraggio combattere per farti valere in una professione tradizionalmente e tipicamente maschile ?

Tra i miei colleghi non ho mai sentito lo scompenso sessista, a pensarci bene questo è trapelato molto dai miei professori, forse perché appartenenti ad un’altra generazione. Molte donne artiste si sono dovute far valere nel secolo scorso e hanno lottato perché non ci fossero disparità e che anche il modo femminile fosse visibile. Ora io sono la beneficiaria di questa lotta, e continuerò a farmi valere ogni qual volta subirò una discriminazione in quanto donna.

L’americano Andres Serrano, fingendo di ritrarsi dallo scandalo generato da “Piss Christi”, lanciò anni fa la serie “Holy Works”, pannelli di situazioni e figure dei Vangeli ai quali hanno dato volto dei poveri newyorkesi. Nelle tue opere sono presenti fondamenti di cattolicesimo e cristianità ?

La religione è presente in ogni cultura, etnia, comunità terrestre proprio perché, come diceva Ernst Cassirer l’essere umano è un animale simbolico, astrae dalla realtà e crea divinità per non sentirsi solo, per sentirsi voluto al mondo, e affidarsi a qualcosa che non è tangibile ma che lo conforta e lo accompagna nel cuore, durante il faticoso cammino della vita.Sono cresciuta con una forte matrice cattolica, ho studiato e continuo a studiare la religione nell’arte e negli scritti. Nonostante questo non sono credente ma ho un grande rispetto per la mia e l’altrui dimensione religiosa.

Un Tirannosauro Rex di nome Stan e' stata la star delle aste di Christie's passando di mano per 31,8 milioni di dollari, quattro volte la stima di partenza e un record assoluto per un fossile di dinosauro. Vecchio di 67 milioni di anni, occhi delle dimensioni di palle da baseball, "era una vera e propria macchina da guerra", hanno commentato gli esperti di Christie's che lo avevano messo in vendita con una stima di 6-8 milioni in una serata che ha incluso anche opere di maestri del Novecento tra cui Cezanne, Picasso, Pollock, Monet, Rothko e Twombly : sono tanti soldi per un “opera d’arte “ di questo tipo ….

Il mercato dell’arte come la borsa finanziaria ha delle regole tutte proprie e segue un ragionamento che secondo me è totalmente scisso dall’oggetto della vendita. Spero di capirne di più quando le mie opere saranno oggetto di vendita alla Christie’s.

Ci sono dei grazie nella tua carriera ?

Ringrazio tutte le persone che hanno trovato un minuto, una buona parola da darmi, in modo del tutto gratuito sulla mia arte e che mi hanno gratificata riconoscendola con i loro pensieri e le loro critiche.Sono state poche le figure che si sono determinate nel mio orizzonte formativo davvero capaci, degne di stima e di ammirazione per la loro forza, competenza e professionalità. Mia madre mi ha trasmesso l’energia di conseguire il mio sogno contro tutte le aspettative, la professoressa Nada Pivetta mi ha trasmesso l’amore per il lavoro e la professoressa Cristina Muccioli mi ha dato gli strumenti per difendermi intellettualmente quando si è disarmati davanti all’ignoranza.

Progetti per il futuro ?

Molti, sia a livello lavorativo che su quello formativo mi sto preparando per l’estero. Seguite i miei profili per rimanere aggiornati!

Come ti sei trovata a lavorare a questo progetto con la galleria Triphè?

Maria Laura Perilli mi ha proposto questa mostra circa un anno fa, e lo ha fatto perché ha visto delle potenzialità nella mia ricerca artistica. Quando l’ho incontrata per definire il tema della mostra e le opere da presentare mi sono stupita della sua concretezza e della sua lungimiranza. Di questa sua fiducia io la ringrazio infinitamente perché in un campo come quello dell’arte in cui gli emergenti fanno fatica ad inserirsi proprio per la loro posizione instabile nel mercato, è più unico che raro costruire una relazione lavorativa di qualità. E gli effetti si vedono nella mostra, coerente nel tema e nei materiali, ben allestista, ben curata e ben promossa nella comunicazione.Maria Laura è una professionista che ha deciso di fare una scelta importante e contro corrente, prendere un emergente, dargli la possibilità di esporre in una galleria di tutto rispetto al centro di Roma e accettare che questo artista cresca nel mondo delle gallerie. E sono felice di averla incontrata.

Stefano Cigana

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