Fino al 5 aprile 2021 sarà possibile visitare la mostra:" Per Aspera ad Astra" dell'artista Marco Tamburro, presso le sale della Galleria Umberto Mastroianni nei Musei di San Salvatore in Lauro.
Si tratta di 20 opere che permettono all'osservatore un incontro tra arte e scienza del tutto originale.
Marco Tamburro è, infatti, conosciuto come artista e scultore poliedrico e in questa esposizione ci accompagna con le sue opere verso un mondo altro.
In fondo chi di noi alzando gli occhi al cielo non ha mai pensato a cosa potesse esserci al di là di esso e come spiega lo scienziato Antonio Zichichi nella presentazione della mostra:" è un richiamo al fascino che il cielo ha esercitato su di noi, passeggeri della navicella spaziale denominata terra."
Entrando negli spazi della Galleria è possibile, circondati da queste sfere di vari colori e dimensioni, ritrovarsi quasi in un'atmosfera spaziale fuori dai confini terrestri; immersi in un mondo altro quasi come entità sospese e rarefatte.
Potremmo definirlo un viaggio nella conoscenza e come spiega il suo curatore Antonio Zoccoli:" un percorso che ci accompagna attraverso l'evoluzione della scienza e della conoscenza umana, partendo dall'osservazione dell'universo per giungere allo studio del mondo subatomico, fino a combinare il tutto in una mirabile sintesi tra arte e conoscenza."
Questa mostra è un insieme di sfere realizzate in ceramica dipinta e decorata con intarsi di vari colori; potremmo definirle sfere pari a particelle elementari che costituiscono la materia.
È così che si può rintracciare nelle opere una sorta di corrispondenza tra caos e istinti, l’uno manifestazione dell'altro.
Le opere esposte, sfere dalle molteplici sfumature, sembrano girare attorno all'osservatore facendogli quasi perdere l'apparente ordine che egli si crea nella quotidianità del vivere per trasportarlo in un’altra dimensione fantastica ma possibile.
Di più, volendo spingere lo sguardo verso altri sistemi, lo spettatore potrebbe in queste opere quasi perdere il senso di unicità entrando in un processo di relativizzazione del quotidiano chiedendosi: e se non fossimo soli?
Ecco, quindi, che queste sfere accompagnano il visitatore in una sorta di viaggio che lo rende protagonista fino a farlo sentire meno solo.
Direi che un coinvolgimento, colto e non solo artistico, caratterizza il profilo di questa esposizione suggerendo allo spettatore punti di vista differenti.
Maria Laura Perilli
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