USCA: Quando La Cura Raggiunge L’anima.

USCA: Quando La Cura Raggiunge L’anima.

Hanno conservato il nome, che però ora significa Unità Speciali di Continuità Artistica, sono una forma di assistenza esistenziale e distribuiscono cura e vicinanza in questo mondo distanziato e che si sta ammalando di solitudine e grigiore.

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USCA: quando la cura raggiunge l’anima.

“C’era una volta…

– Un re! – diranno i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato”. C’erano una volta le USCA, unità speciali di continuità assistenziale, ideate durante la prima fase di pandemia per garantire a tutti assistenza medica anche durante il lockdown. Ma poi quelle USCA iniziarono a zoppicare e furono sostituite da altre, fatte da attori. Non attori di lusso, da grandi teatri, stucchi dorati e sipari di velluto rosso – ancora parafrasando Collodi – ma bravi attori, lavoratori dello spettacolo che ogni giorno portano con serietà e abnegazione il loro lavoro dove serve.

Hanno conservato il nome, che però ora significa Unità Speciali di Continuità Artistica, sono una forma di assistenza esistenziale e distribuiscono cura e vicinanza in questo mondo distanziato e che si sta ammalando di solitudine e grigiore.

Sono nate a Lecce da un’idea di Ippolito Chiarello, già avvezzo da tanti anni all’azione artistica #barbonaggioteatrale (2009) che, oltre a vederlo sui palcoscenici di mezzo mondo, lo trovava impegnato in tanti progetti teatrali differenziati che propongono, come spiega nel suo sito web, “spettacoli, oltre che in teatro, anche per strada o luoghi non teatrali, su un palchetto, vendendoli a pezzi.”

Ma se ora il pubblico non può uscire, non può raggiungere il teatro, perché allora non consegnare il teatro sotto casa? Così il barbonaggio teatrale è diventato delivery, con menù per tutti i gusti e tutte le tasche, al posto del palcoscenico un balcone, un giardino, un terrazzo condominiale, ma anche una pubblica piazza e perfino il davanzale di una finestra, che si animano di alcuni minuti di poesia e di sorrisi.

Quella nata da Ippolito è un’onda che sta travolgendo il mondo: hanno risposto centocinquanta persone, prima in Italia, dove tanti artisti da sud a nord si sono uniti al progetto, poi in Francia, ma ora le USCA sono perfino in Brasile.

Il format è semplice: ciascun artista prepara da sé il proprio menù, sia con testi originali dedicati ad ogni gusto, sia con altre proposte performative di danza, musica. Insomma, ciascuno secondo le proprie specialità perché, come in cucina, ogni piatto ha i propri sapori e la propria storia.

E non si tratta solo di accontentare il pubblico, ma di restituire dignità agli artisti perché, a differenza di qualunque altra professione, non si “fa” l’artista, si è artisti, si ha bisogno di esprimersi, di comunicare a modo proprio. La pandemia non ha tolto solo bellezza e lavoro, ha rubato identità, di cui gli artisti si riappropriano in questo modo.

Da qualche mese le USCA sono arrivate anche a Roma, attraverso i menù dell’attrice Michela Cesaretti Salvi, che è ormai arrivata a trenta consegne nella città, con menù per bambini e per adulti, da una fiaba per un compleanno a un’interpretazione poetica a scelta per un amico, per un parente solo, che possa illuminarsi di bellezza.

Il menù si trova online, si contatta Michela per telefono, social, e-mail, WhatsApp e si ordina - come faremmo per una pizza - il nostro teatro da asporto, cibo per l’anima.

Per ora nella continuità artistica sono presenti solo le arti performative, ma chissà che qualcun altro non si aggiunga, a sorpresa, con un menù tutto diverso, fatto di altre forme artistiche che ancora mancano all’appello?

Intanto grazie davvero a queste persone, rider dello spirito, che continuano a distribuire valore, portando istanti di bellezza e resistenza laddove servono davvero.

Penelope Filacchione

Per saperne di più:

http://www.ippolitochiarello.it/usca-unita-speciali-continuita-artistica/

https://michelacesarettisalvi.it/

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