Due uomini, di età diversa, si fronteggiano provocandosi a vicenda su alcuni temi fondamentali della Vita. Avvolti da uno scenario rosso vermiglio che può suggerire l’imbottitura delle pareti di un manicomio o, se si preferisce, lo schienale di una comoda poltrona. In terra un tappeto verde che, fino alla penultima scena, evoca una morbida e avvolgente moquette, ma nell’Epilogo finale si trasforma in un serafico prato d’erba.
All’interno di questi elementi fissi di scenografia i due uomini (un giovanotto dei nostri tempi e un personaggio surreale e surrealmente abbigliato) si rimpallano considerazioni personali su temi quali l ' amore , l’Amicizia, la Solitudine, la Conoscenza, gli Affari ed altri ancora, riportando ciascuno il proprio punto di vista: il giovane lo esprime facendolo scaturire semplicemente dal suo vissuto quotidiano, mentre l’uomo (il quale rappresenta l’Angelo Ribelle cacciato da Dio, il Lucifero portatore della sua Verità) tenta continuamente e provocatoriamente di fornire una giustificazione etica e morale (affatto moralistica) a quanto elaborato dal giovane sui temi di volta in volta trattati.
A scandire il passaggio tra un tema e l’altro, tra un Valore e l’altro, vi è un sassofonista (Riccardo Nebbiosi, la cui bravura sarebbe emersa maggiormente dal vivo) che, in video, riproduce una melodia, atta a consentire sia il cambio di scena, sia appunto il cambio di argomento.
In realtà è un itinerario, quello tra i due personaggi, caratterizzato da undici tappe (di cui due sono l’Incontro iniziale e l’Epilogo finale) ben distinte, laddove il giovane (un efficace Federico Fiocchetti) e Lucifero (l’ottimo Fabio Pasquini) fanno da contrappunto reciproco, dosando sapientemente una recitazione minimale (quella del giovane) e l’altra estremamente grottesca (quella luciferina).
La regia di Fabio Grossi ha l’inestimabile pregio di dare una chiave di lettura originale al testo di Giusi Checcaglini. Lo studio della scenografia, l’attenzione alla dinamica tra i personaggi sono meriti che vanno senz’altro riconosciuti al regista, come pure il “grande cuore” che i due attori hanno profuso nel loro egregio lavoro.
MAURO TOSCANELLI
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