Daniele Parisi, Al Basilica, Non è Un Paracarro.

Daniele Parisi, Al Basilica, Non è Un Paracarro.

È un treno in corsa carico di felicità

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Ha debuttato martedì 22 marzo e rimarrà in scena fino a domenica 27, presso la bella cornice del Teatro Basilica di Roma, il nuovo spettacolo dell’attore/autore/regista Daniele Parisi: Io per te come un paracarro.

Daniele Parisi è un talento genuino dell’arte teatrale. E quando lo si definisce genuino non ci si rifà soltanto all’autenticità delle sue capacità, evidentemente connaturate alle fibre del suo essere, ma si intende sottolineare il suo modo schietto e privo di inutili sovrastrutture intellettualistiche nel presentarsi e donarsi davanti alla platea che decide di dedicarsi del tempo dedicando a lui la propria presenza.

Già molto conosciuto per via di una carriera che conta altri spettacoli da solista, partecipazioni a fiction televisive e due bei film in cui interpreta il personaggio principale- film che siete caldamente invitati a recuperare nel caso non li conosceste e ossia “Orecchie” di Alessandro Aronadio e “L’ospite” di Duccio Camerini -, Parisi impatta sugli occhi di chi non lo avesse ancora visto vivere su un palco come una frizzantina brezza marzolina che annuncia l’arrivo della bella stagione.

Il suo spettacolo che non è un monologo, non è cabaret e non è stand up comedy, ma che più probabilmente, per via della scrittura e della resa, risulta essere più un “one man show” con i connotati del viaggio on the road, assume tutte le caratteristiche di un’esperienza umana allegra, colorata e allo stesso tempo dolente.

Un uomo in fuga con la compagna e il loro figlio nel grembo di lei, incontra, nell’arco delle sue peregrinazioni, alla ricerca di una terra promessa dove sperare in un futuro luminoso, una galleria di personaggi strambi, esagerati e resi da Parisi con un tocco di teatralità volutamente esteriorizzata, ma di un’umanità reale e concreta.

L’attore con pochi e classici accorgimenti – l’attaccapanni che ospita i cappelli che lo renderanno una volta Oste e una volta nonna e poi nonno o il separé dietro il quale nasconderà i suoi trucchi insvelabili da mago della scena – disegna ambienti, situazioni e personaggi degni della grande tradizione comica italiana, con l’aggiunta di una classe lo tiene ben lontano dalla volgarità e da tutto ciò che facilmente potrebbe aiutarlo a strappare risate vuote.

Parisi è invece professionista dotato di un’intelligenza importante che gli consente di tenere sotto controllo la temperatura dell’uditorio rispondendo con prontezza e furbizia agli stimoli che da questo provengono e riuscendo, allo stesso tempo, a coinvolgerlo con un furore gentile che non mette mai a disagio.

Cultore della “loop station”, strumento che permette a quest’uomo di Teatro di creare una drammaturgia sonora che prende vita a partire dalle performance live dello stesso attore, Parisi immerge gli spettatori in una serie di ambienti diversi ben caratterizzati anche in quelle caratteristiche percepibili dall’udito.

È infatti la voce, come già ben specificato nelle note di regia, dallo stesso responsabile di quest’operazione, la protagonista di un lavoro che tiene ben attenti gli astanti per i 60’ del suo svolgimento.

E dirlo di uno spettacolo che consta anche di una gran presenza di corpo, scattante e reattivo, cuore e anima, generosi e genuinamente disponibili, beh, è sicuramente tutto dire.

Giuseppe Menzo

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