È Nata Una Zucca : Alda D’Eusanio Si Racconta All ' Off/Off Theatre

È Nata Una Zucca : Alda D’Eusanio Si Racconta All ' Off/Off Theatre

Uno spettacolo musicale autobiografico,spontaneo e coinvolgente, diretto da Ilenia Costanza

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Il 26 e il 27 marzo Alda D’Eusanio ha debuttato sul palcoscenico del teatro capitolino; col dolce e malinconico sottofondo musicale di una fisarmonica, imbracciata dal maestro Nunzio Cleofe, la nota giornalista e conduttrice racconta i momenti salienti della sua vita, fatta di salite e discese, di tanto lavoro, di momenti di gloria e sconfitte,di amicizie, alcune scomode e altre molto sincere.

Tutto comincia dal suo paese della campagna abruzzese, Tollo, in un contesto provinciale e all’epoca arretrato, fortemente maschilista: la nascita di una femmina era vista in modo diverso da quella di un figlio maschio che veniva celebrato con l’espressione: “A nat llu rre!”

Invece “a nat na chicocc’”, ovvero una “zucca” in dialetto abruzzese, perché all’epoca era la verdura più umile, che costava meno e conteneva solo acqua e sali minerali. Alda nasce e cresce in questo piccolo “mondo antico”, dove la povertà discriminava anche a scuola i diversi stati sociali; significativo è l’episodio della figlia della maestra, che per merenda mangiava una banana, “frutto esotico” o quasi sconosciuto in quel contesto, non volendola dividere con le compagne meno fortunate.

Alda ricorda anche come si festeggiava il Natale e i regali che riceveva: non bambole o altri balocchi, ma lenzuola per il corredo. Con la madre i rapporti erano problematici, perché non accettava quella figlia ribelle, determinata e coraggiosa. Il tutto è raccontato con alcuni termini dialettali che hanno dato colore e simpatia ai suoi aneddoti.

Si passa poi al suo arrivo a Roma, dopo le magistrali: l’università, la fame, il ricordo del giornalista Giancarlo Santalmassi che le fece firmare il primo contrattino in Rai, al dipartimento “scuola e educazione” ; poi uno spazio alla rivista mensile diretta da Franco Colombo e un piccolo lavoro per il quotidiano “Il Mezzogiorno”diretto da Paolo Cavallina.

Arriva la conoscenza e l’ammirazione per il prof. Gianni Statera, suo docente, che poi diventerà suo marito. Egli, come afferma la giornalista, era un uomo strutturato, “un pariolino” severo e non avvezzo alle carezze; Alda pian piano lo educherà all’affetto e sboccerà un amore sincero e duraturo, unico. Non porterà mai il cognome Statera, che avrebbe potuto recarle vantaggio, perché molto conosciuto in ambito giornalistico; resterà , invece, orgogliosamente D’Eusanio, perché nel suo nome c’è la storia della sua famiglia e la sua caparbietà.

Riaffiorano i ricordi dell’amicizia sincera con Vincenzo Muccioli, il fondatore della Comunità di San Patrigano, i primi congressi, ma anche le false accuse mosse dalla stampa, i rapporti con Bettino Craxi di cui emergono l’aspetto umano e l’amicizia rispetto al contesto politico: un uomo coltissimo e semplice nella sua vita privata.

Espone così, pian piano, i difficili anni della Prima e Seconda Repubblica, le invidie, le delusioni ricevute dai dirigenti televisivi, le polemiche e le interruzioni lavorative, fino all’allontanamento da un noto programma televisivo.

In questo racconto personale e contrastato, un capitolo commovente è il ricordo del grave incidente e del coma, che è riuscita a superare con grande coraggio e forza. Un flusso di ricordi che ha offerto alla platea lati inediti di una donna tenace e seria professionista, ma sempre pronta a confessarsi con un pizzico di ironia e ottimismo alla vita.

Il pubblico ha fortemente apprezzato la verve di una donna consapevole, che molto ha vissuto e che ancora ha voglia di sperimentare, con l’attaccamento alla vita e l’entusiasmo di una ventenne.

Articolo di Giorgio Vulcano.

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