Fino al prossimo 21 aprile la Galleria Sinopia di Via dei Banchi Nuovi di Roma ospita la personale dello scultore Riccardo Masini “Fraxinus ornus – Forma e volume”, a cura di Cloe Berni.
Un viaggio nell’armonia delle forme, nel rapporto tra uomo e natura in un percorso onirico che ci conduce in una ricerca sul legno, sulle forme e il loro significato più ascetico e recondito. Il titolo dell’esposizione è il nome scientifico del legno con il quale sono realizzate le sculture: l’orniello (fraxinus ornus), una varietà di frassino molto diffusa nella macchia mediterranea, caratterizzata da una fibra compatta e regolare. Una particolare attenzione, a livello etico ed ambientale, nel progetto artistico di Riccardo Masini che ha deciso di utilizzare solo ed esclusivamente alberi abbattuti per la manutenzione del bosco o per malattia.
Un green mood e un’attenzione al valore dell’ambiente naturale nel quale viviamo che Masini estrinseca in 17 opere suddivise in 3 macro progetti che rappresentano la sua produzione artistica dal 2019 al 2021, trattate con metodi e tecniche antiche, quasi desuete.
La prima serie, realizzata nel 2019 è “Forme e volumi”, che comprende opere lavorate al tornio e in seguito trattate con la bruciatura; del 2020, invece, la raccolta “Le rovine”, con lavori torniti, poi bruciati e successivamente scolpiti a mano con lo scalpello, per terminare con le “Forme Pure” del 2021, dove sono presenti opere solo scolpite.
Una bellezza quasi primitiva, che ammalia il pubblico, per le sue forme, materiche, ma nell’insieme delicate e cariche di poesia, come l’installazione site-specific che troviamo nella sala principale, di rara bellezza, che vuole rappresentare l’attimo prima della fioritura.
In un letto di foglie e cortecce, spiccano le sculture di varie altezze, che giocano sui chiari-scuri, finemente intarsiate, quasi in maniera impercettibile, che creano straordinari mosaici naturali, nelle calde tonalità del legno, che dialogano in maniera speculare con tutte le altre sculture più chiare e lineari e con quelle scure minimal posizionate tutte intorno.
Abbiamo voluto fare qualche domanda all’artista, classe 1984, per meglio comprendere la sua tecnica e le sue opere in mostra.
Riccardo Masini, scultore del legno, come nasce questa scelta così particolare?
Perché scelgo il legno? La risposta è semplicissima, non sono io che scelgo il legno, ma il legno che sceglie me, credo che sia una cosa fondamentale da precisare. E’ più una chiamata come diceva Vincent Van Gogh, il tuo lavoro che cos’è? E’ una chiamata, sostanzialmente. E’ il legno che mi ha chiamato, che ha fatto sempre parte della mia vita ed è il motivo per il quale io e lui oggi “collaboriamo”, più che dire che io lavoro lui.
Usi delle tecniche antiche per le tue opere e la loro lavorazione, ce ne puoi descrivere qualcuna?
Una delle tecniche che uso tantissimo è quella dell’olio di lino lavato. Una tecnica nota, usatissima come finitura in genere. Il lavaggio dell’olio di lino appartiene ad una ricetta antica che risale al 500, nella quale l’olio veniva, insieme all’acqua e al sale, shakerato tre volte al giorno, esposto sotto al sole (procedimento che va fatto in primavera e in estate). Poi viene cambiata l’acqua una volta alla settimana, per due settimane con l’acqua e il sale, poi una solo con l’acqua e si pulisce l’olio. E questo ti permette di avere una finitura che alteri di molto poco il colore del legno e asciughi molto velocemente. Una finitura completamente naturale che appartiene tantissimo anche al mondo della pittura. Io l’ho riportato sul legno così come tanti altri olii usati per la pittura, come l’olio di papavero: un altro olio che non usa più nessuno.
Tu usi tutti prodotti naturali?
Assolutamente sì, ci credo profondamente, cerco sempre di fare un lavoro di riduzione, credo molto nel “less is more”, di ridurre al minimo gli ingredienti e quello che utilizzo, per semplificare. Non è un impoverire, sostanzialmente è un grande arricchire, il far parlare poche cose.
Che cosa rappresentano le tue opere, qual’è la loro simbologia?
La ricerca, soprattutto nella prima serie, Forme e Volumi, volevo indagare sullo spazio che occupava la materia e sullo spazio che la materia lasciava al vuoto, trainato sempre dal togliere, in una forma di eleganza di forme. La bellezza della natura è assolutamente trasversale. Il lavoro centrale, la collezione “Rovine” è stato un lavoro molto sofferto, perché è stata una collezione fatta, da una parte, da progetto artistico e da consapevolezza ed emotività dall’altra. E’ stato un momento molto difficile per me, dove ho distrutto le opere per poi andare avanti. Le opere che vedete partivano piene e non così come sono ora esposte.
Queste opere quanto sono state create, prima, durante o dopo la pandemia?
La collezione Rovine è nata, appunto, durante la pandemia.
La tua creatività ha risentito del periodo pandemico?
Negli artisti si è mosso molto in pandemia, fortunatamente dopo il periodo della chiusura pandemica, verso la fine del 2020, ho ricominciato ad uscire, sono andato all’Orto Botanico ho lavorato tantissimo sui fiori e sulla loro bellezza.
Qual’è la tua fonte di ispirazione?
Tantissimo dalla natura, andando in giro, guardando fiori e piante. C’è anche i tanto studio anche su altri argomenti, sono un grandissimo appassionato di matematica. Molte delle forme che vedete esposte sono frutto di uno studio sulle proporzioni, alcune sono in terna pitagorica, tante lavorano con la sezione aurea, in realtà il lavoro è enorme ed è su più fronti. Ma la prima ispirazione è una sola, rispondere ad una domanda: come stai, come ti senti?”.
La mostra personale di Riccardo Masini “Fraxinus ornus – Forma e volume” è visitabile a Galleria Sinopia, a Via dei Banchi nuovi 21B, fino al 21 aprile dal martedì al sabato dalle 10.30 alle 19.30.
Articolo di Stefania Vaghi© Riproduzione riservata