Fino al prossimo 12 giugno il Museo Nazionale Romano -Terme di Diocleziano a Roma ospita la personale di Nicola Verlato “HOSTIA PIER PAOLO PASOLINI” dedicata ai 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini.
Un progetto espositivo curato da Lorenzo Canova, con la partecipazione, tra gli altri, di Vittorio Sgarbi, Umberto Croppi e Miguel Gotor, prodotto e organizzato da Associazione MetaMorfosi e Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano con il sostegno di Intesa Sanpaolo e il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e della Quadriennale di Roma.
Un’esposizione articolata, un vero e proprio percorso espositivo che fa parte delle iniziative promosse dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del-la Nascita di Pier Paolo Pasolini e delle iniziative di PPP100 Roma racconta Pasolini di Roma Capitale.
C’è “chimica” tra le opere di Verlato e l’architettura delle Terme, com’è stato detto in conferenza stampa, dove sia Pier Paolo Pasolini che Verlato sono stati definiti due innovatori della tradizione.
Mentre per Vittorio Sgarbi questa esposizione personale di Verlato è quasi un transfer caravaggesco.
L’opera da cui si parte è proprio HOSTIA, la stessa del murales a Torpignattara del 2014, dove Pier Paolo Pasolini viene riprodotto mentre attraversa a ritroso la propria vita, ad accompagnarlo lateralmente, come fosse una vera e propria pala d’altare altre opere che sembrano quasi degli studi o dei particolari estrapolati dall’opera principale.
Nella sala centrale una scultura a figura intera ritrae, invece, il corpo di Pasolini, sospeso nella sala, mentre nell’ultima sala un fregio lungo oltre undici metri, fa bella mostra di sé, forse il più spettacolare di tutti, che ricorda quasi un affresco di Leonardo, in bianco e nero.
La mostra è correlata anche da una sequenza di teste scolpite e da una selezione di fotografie tratte dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo che ritraggono Pasolini in occasione di eventi pubblici (conferenze, presentazioni, partecipazione a festival) documentati dall’agenzia fotografica fra 1959 e 1968.
Ho voluto fare qualche domanda a Nicola Verlato, che avevo avuto il piacere di conoscere alla presentazione del murales a Torpignattara.
In questa mostra riprendi un’opera che è già un tuo murales monumentale a Roma, sempre dedicato a Pasolini e non solo. Come mai un tributo così sentito, viscerale?
"Questo dipinto rispetto a quello che ho fatto a Torpignattara è in qualche maniera la conclusione, finalmente, del progetto di questo dipinto. Anzi tutta questa mostra, alla quale si aggiungeranno anche altre opere in futuro, è una collettanea di tutte le opere che io immagino saranno costruite in un mausoleo che sarà spero edificato proprio a Ostia, nel luogo dove Pier Paolo Pasolini è stato ucciso.
In questa mostra i pezzi del mio puzzle cominciano ad essere messi tutti insieme, quasi tutti presenti. La cosa per me fondamentale è che ho trovato uno spazio come questo dove effettivamente il dialogo che nasce da queste mie opere con il luogo, mi sembra che abbia prodotto, almeno per me, un valore aggiunto non indifferente.
Cos’è stato per Nicola Verlato Pier Paolo Pasolini?
Per me Pier Paolo Pasolini è stato una figura estremamente complessa e contraddittoria. Penso che sia stato l’intellettuale italiano che si è trasformato da “intellettuale” a “corpo” e si è fatto carico della tragedia della fine delle nostre identità culturali o del pericolo della sua fine, quasi una figura che ha degli assunti di santità, nel farsi carico, sul proprio corpo, di questo pericolo che stiamo ancora vivendo, o che stiamo tentando di sventare.
Lui ci aveva avvertito molto presto, lo aveva capito, era un gran premonitore, con quella grandissima sensibilità che aveva, con la sua mano protesa verso il progresso ma con la consapevolezza che il pericolo più grande era mantenere un’identità culturale. Lui era preoccupatissimo, così come lo sono anch’io e, forse, molti di noi, del fatto che possiamo correre il rischio che tutto venga cancellato.
La nostra identità storica, culturale, ha sempre avuto una sua importanza incredibile, una sua centralità pazzesca rispetto a tutta la cultura occidentale.
Parlavi di Mausoleo a Ostia, sarà un tuo progetto?
Vedremo, questa è l’intenzione…”
Una mostra di grande impatto visivo ed emozionale per un grande artista come Nicola Verlato che ha voluto tributare un suo personale e sentito omaggio alla figura del grande artista, regista, poeta e, soprattutto, uomo Pier Paolo Pasolini, mai dimenticato.
Articolo di Stefania Vaghi
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